Nuove storie dalla corte di mio padre – Isaac B. Singer

Lo chiamavano tutti Chaim il fabbro, ma in realtà era ciò che qui in America si definisce idraulico

Incipit Nuove storie dalla corte di mio padre

Lo chiamavano tutti Chaim il fabbro, ma in realtà era ciò che qui in America si definisce idraulico. Riparava tubazioni dell’acqua e in particolare scarichi intasati del gabinetto, problema frequente nella nostra via.
Chaim era un uomo di media statura, forte e di spalle larghe, con una faccia bruna come il bronzo e una barba dello stesso colore. I suoi abiti sembravano spolverati di ruggine. Sebbene ancora giovane, aveva in viso le rughe e le grinze del faticatore che non si risparmia. Estate e inverno portava giacchetta corta e stivali alti. Aveva sempre con sé tubi, martelli, lime, pinze e questo o quel pezzo di ferro. Persino la sua voce aveva una sonorità metallica. Di shabbath Chaim il fabbro pregava a casa nostra e consumava il Terzo Pasto con noi. A volte, bevendo un bel bicchierone di acquavite, mi stringeva la mano. La sua era dura come il ferro.
( Chaim il fabbro )

Incipit tratto da:
Titolo: Nuove storie dalla corte di mio padre
Autore: Isaac B. Singer
Traduzione: Mario Biondi
Titolo originale: More Stories from My Father’s Court
Casa editrice: Longanesi

Libri di Isaac B. Singer

Copertine di Nuove storie dalla corte di mio padre di Isaac B. Singer

Incipit More Stories from My Father’s Court

Although everyone called him Chaim the locksmith, he was actually what we here in America call a plumber. He repaired water pipes, especially clogged toilet lines, a frequent problem in our street.
Chaim was a man of middling height, strong and broad-shouldered, with a face brown as bronze and a beard to match. His clothes seemed to be dusted with rust. Although he was still young, his face had the lines and wrinkles of a laboring man who does not spare himself. Summer and winter he wore a short jacket and high boots. He always carried pipes, hammers, files, pliers, and odd pieces of iron. Even his voice had a metallic twang. On Sabbath, Chaim the locksmith prayed in our apartment and ate the Third Sabbath Meal with us. Sometimes, while drinking a tumbler of brandy, he would shake my hand. His hand was hard as iron.

Incipit tratto da:
Title: More Stories from My Father’s Court
Author: Isaac Bashevis Singer
Language: English

Quarta di copertina / Trama

Chaim il fabbro,Lo stagnino e la domestica, Causa e divorzio, Il regalo, Reb Zenvele, La sposa, Un matrimonio insolito, Una cambiale falsificata… Pubblicata per la prima volta negli Stati Uniti nel 2000, questa raccolta riunisce venti racconti autobiografici di Singer ed è condiderata l’ideale continuazione di una delle opere più intense del grande narratore yiddish,Alla corte di mio padre. Protagonista delle storie é il Beth Din, il tribunale rabbinico presieduto dal padre dello scrittore, nei primi anni del Novecento a Varsavia. Istituzione antichissima e unica al mondo, il Beth Din, una mescolanza fra sinedrio, un’abitazione,una sede di cerimonie solenni e uno psicoanalitico ante litteram, pronuncia le proprie sentenze cercando di conciliare le severe prescrizioni della Legge ebraica con la vita di tutti i giorni. Davanti al tribunale di quella via Krochmalna, teatro di tante narrazioni singeriane, sfilano le controversie e le passioni,i dolori e miserie di un’umanità in conflitto permanente con se stessa: una coppia che divorzia dopo quarant’anni, un uomo con due spose, un amante pentito che chiede il perdono alla sua ex fidanzata. Casi curiosi e singolari che Singer scruta e racconta con gli occhi di quando era bambino, con una vivezza che ha pochi confronti con la letteratura dell’ultimosecolo, riportando alla vita un mondo di ieri scosso alle fondamenta dalla prima guerra mondiale e poi travolto dalla seconda.
(Ed. TEA; Teadue)

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