L’odore della notte – Andrea Camilleri

Incipit L’odore della notte

La persiana della finestra spalancata sbattì tanto forte contro il muro che parse una pistolettata e Montalbano, che in quel priciso momento si stava sognando d’essiri impegnato in un conflitto a fuoco, s’arribisgliò di colpo sudatizzo e, ‘nzemmula, agghiazzato dal friddo. Si susì santiando e corse a chiudere.

Incipit tratto da:
Titolo: L’odore della notte
Autore: Andrea Camilleri
Casa editrice: Sellerio

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Copertine di L'odore della notte di Andrea Camilleri

Risvolto di copertina / Trama

«Ha detto l’odore della notte?». «Sì, a seconda dell’ora la notte cangia odore». A Vigata è tornato l’inverno. Mimì Augello, il braccio destro, forse ha ceduto e sta per sposarsi. L’ultimo regalo di Livia, un pullover mai indossato che Montalbano per sbadataggine (o per rimozione, come dice Livia?) ha sciupato, inoccultabile corpo del reato di distrazione amorosa, scompare e ricompare, come sirena che canta le gioie della famiglia. E il commissario non è più un ragazzino. Lo si avverte perché i segni lasciati da tutte le inchieste passate – e prima di tutto il povero «grande aulivo saraceno» che tante volte lo ha ispirato – riaffiorano qui e là, con i colori della nostalgia, a ogni passo di quest’ultimo caso. Un caso anomalo in cui il cadavere non spunta all’inizio, e Montalbano non ne è proprio il titolare, ma vi si intrufola. Troppe coincidenze lo spingono. Scava nella scomparsa di un finanziere truffatore, che si è portato i soldi di mezzo paese e dintorni, e poi del suo aiutante (due «teste parziali», di quelli che sanno tutto di denaro e non sanno nient’altro e nient’altro sentono). E la soluzione sarebbe una fuga banale, col malloppo sottratto ai molti polli dell’epoca della borsa, connessa a un omicidio, se assai più carica di dolente orrore non si profilasse una soluzione laterale. Sull’enigma della quale Montalbano si sporge a vedere, con la pietà che si prova verso il dramma silenzioso di certe esistenze, mentre uno strano odore «di frutta marcia, di cose che si disfacevano», per qualche tempo, ne aveva sparso come la profezia nella notte di Vigata. «E allora sentì che la notte aveva cangiato odore: era un odore leggero, fresco, era odore d’erba giovane, di citronella, di mentuccia».
(Ed. Sellerio; La memoria)

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