L’orgia di Praga – Philip Roth

Incipit L'orgia di Praga – Philip Roth

Incipit L’orgia di Praga

“Il suo romanzo” mi fa, “è in assoluto uno dei cinque o sei libri della mia vita.”
“Rassicuri mister Sisovsky,” gli dico io, rivolgendomi alla sua compagna, “che mi ha già adulato abbastanza.”
“Lo hai adulato già abbastanza,” essa gli dice. È una donna sulla quarantina, dagli occhi chiari, gli zigomi larghi, capelli bruni austeramente scriminanti – un viso perturbato, che colpisce. Una vena bluastra le affiora pericolosamente rigonfia sulla tempia, ed essa siede in pizzo al mio divano, affatto immota. In nero, come il prence Amleto. La gonna del suo abito funereo, di velluto, è lisa sul deretano. Il suo profumo è forte, smagliate le calze, tesi i nervi.

Incipit tratto da:
Titolo: L’orgia di Praga
Autore: Philip Roth
Traduzione: Pier Francesco Paolini
Titolo originale: The Prague Orgy
Casa editrice: Bompiani
Qui è possibile leggere le prime pagine di L’orgia di Praga

L'orgia di Praga – Philip Roth

Incipit The Prague Orgy

“Your novel,” he says, “is absolutely one of the five or six books of my life.”
“You must assure Mr. Sisovsky,” I say to his companion, “that he has flattered me enough?
“You have flattered him enough,” she tells him. A woman of about forty, pale eyes, broad cheekbones, dark, severely parted hair—a distraught, arresting face. One blue vein bulges dangerously in her temple as she perches at the edge of my sofa, quite still. In black like Prince Hamlet. Signs of serious wear at the seat of the black velvet skirt of her funereal suit. Her fragrance is strong, her stockings laddered, her nerves shot.

Incipit tratto da:
Title: The Prague Orgy
Author: Philip Roth
Publisher: Vintage
Language: English

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Quarta di copertina / Trama

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Sulle tracce del manoscritto inedito di un martire di lingua yiddish, lo scrittore americano Nathan Zuckerman a metà degli anni Settanta si reca nella Praga dell’occupazione sovietica. Lì, in una nazione strangolata dal totalitarismo comunista, scopre una dimensione letteraria che non gli appartiene, segnata com’è dalla prevaricazione istituzionalizzata. E lì, fra gli scrittori oppressi insieme ai quali si trova ben presto invischiato in una serie di avventure bizzarre e struggenti, scopre anche una forma intrigante e perversa di eroismo.
L’orgia di Praga, che riproduce le pagine dei taccuini sui quali Zuckerman annota il suo soggiorno fra quegli artisti proscritti, funge da epilogo alla trilogia composta da Lo scrittore fantasma, Zuckerman scatenato e La lezione di anatomia, e appone un sigillo sensazionale all’intricata struttura dell’opera magna di Roth sulle conseguenze impreviste dell’arte.
(Ed. Einaudi; L’Acipelago)