Il Paradiso è altrove – Mario Vargas Llosa

Aprì gli occhi alle quattro del mattino e pensò: “Oggi inizi a cambiare il mondo, Florita”.

Incipit Il Paradiso è altrove

Aprì gli occhi alle quattro del mattino e pensò: “Oggi inizi a cambiare il mondo, Florita”. Non era intimorita dalla prospettiva di mettere in moto la macchina che in qualche anno avrebbe trasformato l’umanità, facendo scomparire l’ingiustizia. Si sentiva tranquilla, con le forze necessarie ad affrontare gli ostacoli che avrebbe trovato sulla propria strada. Come quel pomeriggio a Saint-Germain, dal quale erano passati dieci anni, durante la prima riunione di sansimoniani cui prese parte, quando, sentendo Prosper Enfantin descrivere la coppia-messia avrebbe redento il mondo, aveva promesso a se stessa, con forza: «La donna-messia sarai tu. Poveri sansimoniani, con le loro gerarchie impazzite, quel fanatico amore per la scienza e l’idea che bastasse mettere al governo gli industriali e amministrare la società come un’impresa per raggiungere il progresso! Com’erano rimasti indietro, Andalusa.

Incipit tratto da:
Titolo: Il Paradiso è altrove
Autore: Mario Vargas Llosa
Traduzione: Glauco Felici
Titolo originale: El Paraíso en la otra esquina
Casa editrice: Einaudi

Libri di Mario Vargas Llosa

Copertine di Il Paradiso è altrove di Mario Vargas Llosa

Incipit El Paraíso en la otra esquina

Abrió los ojos a las cuatro de la madrugada y pensó: «Hoy comienzas a cambiar el mundo, Florita». No la abrumaba la perspectiva de poner en marcha la maquinaria que al cabo de algunos años transformaría a la humanidad, desapareciendo la injusticia. Se sentía tranquila, con fuerzas para enfrentar los obstáculos que le saldrían al paso. Como aquella tarde en Saint-Germain, diez años atrás, en la primera reunión de los sansimonianos, cuando, escuchando a Prosper Enfantin describir a la pareja-mesías que redimiría al mundo, se prometió a sí misma, con fuerza: «La mujer-mesías serás tú». ¡Pobres sansimonianos, con sus jerarquías enloquecidas, su fanático amor a la ciencia y su idea de que bastaba poner en el gobierno a los industriales y administrar la sociedad como una empresa para alcanzar el progreso! Los habías dejado muy atrás, Andaluza.

Incipit tratto da:
Título : El Paraíso en la otra esquina
Autor : Mario Vargas Llosa
Editor : Alfaguara
Lengua : Español

Quarta di copertina / Trama

Due utopisti, a diverso titolo, sono Paul Gauguin, proprio l’eccelso pittore, e Flora Tristán, sua nonna materna, agitatrice sociale e proto-femminista, le cui vicende vengono narrate, in parallelo, da questo trascinante romanzo. Vissero nel XIX secolo, che fu anche il secolo delle utopie: «Mai più, né prima, né dopo, come in quel secolo sarà così possente, e avrà sedotto tante persone, e avrà generato tante audaci imprese intellettuali, e infiammato l’immaginazione e l’idealismo (a volte la follia) di tanti pensatori, rivoluzionari o cittadini ordinari, la convinzione che, avendo le idee giuste e ponendo al loro servizio l’abnegazione e il coraggio adeguati, si potesse far discendere il Paradiso in terra e creare una società senza contraddizioni né ingiustizie, in cui uomini e donne vivessero nella pace e nell’ordine, condividendo i benefici di quei tre principi dell’ideale rivoluzionario dell’89 armoniosamente integrati: la libertà, l’uguaglianza e la fraternità». Due personaggi, due utopie: da un lato l’odissea di Flora Tristán, «la donna che concepisce l’utopia della libertà per la donna dalla condizione di ingiustizia, sfruttamento e discriminazione che soffriva (e che soffre ancor oggi in tanti luoghi)». Dall’altro, le peripezie di Paul Gauguin, che lottò per un’altra utopia, «quella di una società in cui la bellezza fosse patrimonio di tutti e non solo un lusso riservato a pochi».
L’autore è affascinato dalle due vicende che, anche se non si toccano, finiscono con il confondersi. La prima, quella di una donna dall’infanzia infelice, poi con un matrimonio disastroso che, costringendola alla fuga, la trasformò immediatamente, per la morale dell’epoca, in una «donna perduta e rea». Ma, di disgrazia in disgrazia, la bella Andalusa si trasforma in donna indipendente, studia, lavora, scrive, e infine si dedica all’azione sociale, pacifista, fra gli operai di Francia. La seconda vicenda, quella di suo nipote, che da una tranquilla vita di famiglia – con tanti figli -, agiata grazie a un ottimo impiego come agente alla Borsa di Parigi, passò, a trent’anni, dopo la scossa della chiamata vocazionale per l’arte, a trasformarsi in un selvaggio, alla ricerca nei Mari del Sud del primitivo nella natura e nell’estetica. Entrambi francesi di nascita, vissuti qualche tempo entrambi in Perù, ad Arequipa (la città natale di Mario Vargas Llosa), praticano visioni del sesso diametralmente opposte: libertario e inesauribile in lui, strumento di oppressione maschilista per lei – e la nonna non avrebbe certo approvato il nipote. Ribelli e impulsivi, sognatori irriducibili ma decisi a concretizzare ognuno il proprio obiettivo: la realizzazione dell’ideale estetico primitivo e la lotta contro l’ingiustizia.
(Ed. Einaudi; Supercoralli)

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