La paga del sabato – Beppe Fenoglio

Incipit La paga del sabato

Sulla tavola della cucina c’era una bottiglietta di linimento che suo padre si dava ogni sera tornando su dalla bottega, un piatto sporco d’olio, la scodella del sale… Ettore passò a guardare sua madre.
Stava a cucinare al gas, lui le guardò i fianchi sformati, i piedi piatti, quando si chinava la sottana le si sollevava dietro mostrando i grossi elastici subito sopra il ginocchio.
Ettore l’amava.

Incipit tratto da:
Titolo: La paga del sabato
Autore: Beppe Fenoglio
Casa editrice: Einaudi

Libri di Beppe Fenoglio

Copertine di La paga del sabato di Beppe Fenoglio

Quarta di copertina / Trama

La data di composizione di La paga del sabato è quella dei primi libri di Fenoglio, I ventitré giorni della città di Alba e La malora. E di quelle prove convincenti questo compatto romanzo ha il piglio svelto e concreto, quel modo di raccontare per scorci vigorosi, capace di consegnare in poche battute personaggi memorabili. La paga del sabato ci porta all’immediato dopoguerra. Il suo giovane protagonista Ettore, è il tipico disadattato, uscito scontroso e insofferente dalla guerra partigiana, incapace di rassegnarsi alla modesta routine del lavoro subordinato.
Una soluzione, naturalmente, esiste, e coinvolge Ettore in affari poco puliti e molto redditizi, in cui avrà modo di mettere a frutto la sua grinta di «duro», di piccolo Humprey Bogart di paese.
Ma quando, costretto a mettere su famiglia, decide di «ritirarsi» e di mettersi in proprio con un lavoro onesto, un beffardo incidente volge l’epilogo in tragedia.
In forza di una calcolata scelta stilistica, Fenoglio riesce a far lievitare il romanzo alle dimensioni di una ruvida epica paesana. I lettori vi ritroveranno gustosamente prefigurati – e spesso pienamente realizzati – temi, spunti, situazioni delle pagine maggiori dell’«inglese di Alba».
(Ed. Einaundi; Nuovi Coralli)

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