La Pensione Eva – Andrea Camilleri

Incipit La Pensione Eva

Fu tanticchia prima dei suoi dodici anni che Nenè finalmente capì quello che capitava dintra alla Pensione Eva tra i màscoli grandi che la frequentavano e le fìmmine che ci abitavano.
Fu fin da quando sua matre aveva acconsentito che poteva andare a trovare da sulo a suo patre che travagliava nel porto, consenso che ebbe quando accomenzò a frequentare la scola limentare, che Nenè venne pigliato di grandissima curiosità per la Pensione Eva.

Incipit tratto da:
Titolo: La pensione Eva
Autore: Andrea Camilleri
Casa editrice: Mondadori

Libri di Andrea Camilleri

La Pensione Eva di Andrea Camilleri

Quarta di copertina / Trama

Per le stanze della pensione Eva, il casino di Vigata appena rinnovato e promosso dalla terza alla seconda categoria, transitano figure e personaggi di quei provinciali sonnolenti tipici anni Trenta che potremmo benissimo avere incontrato in altri indimenticabili romanzi di Camilleri. Dall’anziano cavalier Calcedonio Lardera, cui il fragore dei bombardamenti restituisce per un attimo l’impeto dell’antica virilità, a Bigiotti Teresa, in arte Tatiana, puttana comunista capace di occultare il ghigno baffuto di Stalin in luoghi insospettabili.
Ma le case chiuse non furono solo lo spazio proibito e in fondo domestico delle prodezze e delle fantasie erotiche di un un’Italia addormentata dai languori della carne e dai miasmi del fascismo. Camilleri ne fa lo sfondo – o il primo piano? – di un vero e proprio romanzo di formazione prima dolce e poi crudele.
Ogni quindi giorni le sei “picciotte” della Pensione Eva partono, e ne arrivano delle nuove; è in mezzo a queste presenze carnali che trascorre la giovinezza di Nenè, Ciccio e Jacolino. Ma, a dispetto di quello che si potrebbe pensare, frequentando la Pensione i ragazzi si imbattono in apparizioni spirituali, fantasmi letterari, vicende al confine tra la poesia e la realtà, perchè “le storie che quelle picciotte portevano contare gli avrebbero permesso di capire. Capire qualichi cosa di lu munnu, di la vita”.
Tutto comincia come un mistero in cui giocare: il sesso, la vita, la stessa guerra. Tutto finisce in una realtà in cui non si gioca più, sotto le bombe che le case, i corpi, la dignità. E una storia che era iniziata all’insegna della curiosità sul sesso si chiude sulla deflagrazione dell’amore, quello più forte della morte, quello destinato a lasciare per sempre nell’aria la scia del suo profumo.
(Ed. Mondadri; Scrittori italiani e stranieri)

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