Perché essere felice quando puoi essere normale? – Jeanette Winterson

Incipit Perché essere felice quando puoi essere normale – Jeanette Winterson

Incipit Perché essere felice quando puoi essere normale?

Quando mia madre era arrabbiata con me, cosa che succedeva spesso diceva: «Il Diavolo ci ha condotto alla culla sbagliata».
L’idea del Diavolo che nel 1960 si prendeva una vacanza dalla Guerra Fredda e dal Maccartismo per fare un salto a Manchester – scopo della visita: imbrogliare Mrs Winterson – sembrava uscita da un copione teatrale. E mia madre era una depressa istrionica, una donna che teneva una pistola nel cassetto degli stracci e le pallottole in un barattolo di cera per mobili. Una donna che stava alzata tutta la notte a fare torte per non dormire nello stesso letto di mio padre. Una donna con un prolasso uterino, una disfunzione tiroidea, il cuore ingrossato, un ulcera varicosa e due dentiere, una opaca per tutti i giorni e una perlata “per le feste”.
Non so perché non ha avuto/non ha potuto avere bambini. so che mi ha adottato perché voleva un’amica (non ne aveva) e perché ero come un razzo lanciato nel mondo, un segnale per dire che lei c’era, un punto rosso sulla cartina.

Incipit tratto da:
Titolo: Perché essere felice quando puoi essere normale?
Autrice: Jeanette Winterson
Traduzione: Chiara Spallino Rocca
Titolo originale: Why be happy when you could be normal?
Casa editrice: Mondadori

Libri di Jeanette Winterson

Perché essere felice quando puoi essere normale - Jeanette Winterson

Incipit Why Be Happy When You Could Be Normal?

When my mother was angry with me, which was often, she said, ‘The Devil led us to the wrong crib.’
The image of Satan taking time off from the Cold War and McCarthyism to visit Manchester in 1960 – purpose of visit: to deceive Mrs Winterson – has a flamboyant theatricality to it. She was a flamboyant depressive; a woman who kept a revolver in the duster drawer, and the bullets in a tin of Pledge. A woman who stayed up all night baking cakes to avoid sleeping in the same bed as my father. A woman with a prolapse, a thyroid condition, an enlarged heart, an ulcerated leg that never healed, and two sets of false teeth – matt for everyday, and a pearlised set for ‘best’.
I do not know why she didn’t/couldn’t have children. I know that she adopted me because she wanted a friend (she had none), and because I was like a flare sent out into the world – a way of saying that she was here – a kind of X Marks the Spot.

Incipit tratto da:
Title: Why Be Happy When You Could Be Normal?
Author: Jeanette Winterson
Publisher: Knopf
Language: English

Quarta di copertina / Trama

Nell’autunno del 1975 la sedicenne Jeanette Winterson deve prendere una decisione: rimanere al 200 di Water Street assieme ai genitori adottivi o continuare a vedere la ragazza di cui è innamorata e vivere in una Mini presa in prestito. Sceglie la seconda strada, perché tutto quello che vuole è essere felice. Tenta di spiegarlo alla madre, che però le chiede: “Perché essere felice quando puoi essere normale?”. Da questa frase inizia il racconto intimo e personale di un’infanzia trascorsa fra un padre indifferente e una madre che passa le notti sveglia ad ascoltare il Vangelo alla radio, impastando torte e lavorando a maglia. La sua è fin dall’inizio la storia di una lotta per sopravvivere alle prepotenze di questa madre, che trova normale lasciare la figlia fuori dalla porta tutta la notte e sottoporla a esorcismi liberatori. Una lotta per affermare se stessa, la propria omosessualità e l’amore per i libri.
Perché questa è anche la storia di un amore infinito per la letteratura, nato per proteggersi e per cercare quell’affetto stabile che in casa sembra mancare irrimediabilmente, un amore che resiste anche quando la madre scopre i libri che Jeanette nasconde sotto il materasso e li dà alle fiamme.
Con generosità e onestà intellettuale, Jeanette Winterson scava nei propri pensieri e sentimenti di bambina, adolescente e donna, ripercorrendo nel contempo la sua dolorosa ricerca della famiglia naturale. Ne esce un racconto intenso, a tratti tragico ma anche allegro, come sa essere la sua cristallina scrittura, un viaggio che le farà ammettere: “Da bambina amavo Dio, naturalmente, e lui mi amava. Era già qualcosa. E amavo gli animali e la natura. E la poesia. Il mio problema erano gli esseri umani. Come si fa ad amare un’altra persona? Come possiamo fidarci del suo amore?”.
(Ed. Mondadori; Scrittori Italiani e Stranieri)

Incipit Perché essere felice quando puoi essere normale – Jeanette Winterson

Indice cronologico opere e bibliografia di Jeanette Winterson