Questa notte mi ha aperto gli occhi – Jonathan Coe

Mi è difficile descrivere cosa accadde.

Incipit Questa notte mi ha aperto gli occhi

Mi è difficile descrivere cosa accadde.
Era il tardo pomeriggio di una qualsiasi domenica londinese. Quell’anno l’inverno era stato particolarmente clemente e nonostante alle quattro e mezzo fosse già bello buio, non faceva freddo. Per di più Chester aveva il riscaldamento acceso. L’affare era guasto, quindi si andava arrosto o si gelava. Il flusso di aria calda mi metteva addosso un gran sonno. Non so se avete mai provato questa sensazione, quando viaggiate in auto – e non necessario che si tratti di una vettura particolarmente confortevole: un senso di sonnolenza che vi toglie qualsiasi ansia di arrivare e vi fa sentire piacevolmente a vostro agio, come se da lì non doveste più alzarvi. Suppongo che sia questo vivere nel presente. Non è che me la cavassi molto bene a vivere nel presente, in quei giorni; mi riusciva soltanto in macchina o in treno.

Incipit tratto da:
Titolo: Questa notte mi ha aperto gli occhi
Autore: Jonathan Coe
Traduzione: Mariagiulia Castagnone
Titolo originale: The Dwarves of Death
Casa editrice: Feltrinelli

Libri di Jonathan Coe

Copertine di Questa notte mi ha aperto gli occhi di Jonathan Coe

Incipit The Dwarves of Death

I find it hard to describe what happened.
It was late in the afternoon, on a far from typical London Saturday. Winter was mild that year, I remember, and although by 4.30 it was already good and dark, it wasn’t cold. Besides, Chester had the heater on. It was broken, and you either had it on full blast or not at all. The rush of hot air was making me sleepy. I don’t know if you know that feeling, when you’re in a car – and it doesn’t have to be a particulary comfortable car or anything – but you’re drowsy, and perhaps you’re not looking foward to the moment of arrival, and you feel oddly settled and happy. You feel as though you could sit there in that passenger seat for ever. It’s a form of living for the present, I suppose. I wasn’t very good at living for the present in those days: cars and trains were about the only places I could do it.

Incipit tratto da:
Title: The Dwarves of Death
Author: Jonathan Coe
Publisher: HarperCollins
Language: English

Quarta di copertina / Trama

William è un ventenne frustrato: fa il commesso in un negozio di dischi (non è il massimo avendo in testa di fare il musicista), trova che Londra sia una città detestabile e Madeline, la sua ragazza, adora i musical e un bacio sulla guancia le sembra il limite estremo della passione. Cosa c’è che non và? C’è che William fatica a capire come gira il mondo, non c’è la fa. Suona con gli Alaska Factory che gli deturpano la musica che scrive, si lascia ignorare dai camerieri ed entra in scena quando sarebbe meglio sparire. Come la sera in cui si trova davanti a un cadavere – quello del leader degli Unfortunates (un nome, un destino) – e diventa suo malgrado testimone del delitto. La caccia agli assassini lo porterà a una sorprendente scoperta, ma gli consentirà anche di ripensare alle scelte di una vita compiute e aprire finalmente gli occhi.
Un romanzo brillante, di una vitalità e uno humor travolgenti. Le vicende di William procedono al ritmo della musica degli Smiths e il risultato è un’atmosfera dolcemente disperata, romantica e ironica.
(Ed. Feltrinelli; I Narratori)

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