Ricerca e perdizione – Isaac B. Singer

Incipit Ricerca e perdizione

Coloro che hanno letto le mie opere, in particolare il volume di scritti autobiografici intitolati Alla corte di mio padre, sanno che sono nato allevato in una casa dove la religione – quella ebraica – era praticamente l’aria che respiravamo. Io discendo da generazioni di rabbini, chassidim e cabalisti. Posso dire con franchezza che in casa nostra l’ebraismo non era una qualsiasi forma attenuata di religione, ma conteneva in sé tutti gli aromi , tutte le vitamine, tutto il misticismo della fede. Gli ebrei vivono da duemila anni in esilio, cacciati di terra in terra e di ghetto in ghetto, ma non perciò la loro religione è svanita. Hanno dovuto subire una selezione che non presenta paralleli in una qualsiasi fra le altre religioni. Di essi, coloro che bob possedevano convinzioni o sentimenti religiosi sul serio, dando ai figli un’educazione religiosa completa. Gli ebrei della Diaspora si sono aggrappati a una sola speranza: che il Messia sarebbe venuto. La venuta del Messia non era solo redenzione in questo mondo, una riconquista della terra perduta, ma un giudizio spirituale che avrebbe cambiato il mondo intero, sradicato ogni forma di male e portato sulla terra il Regno dei Cieli.

Incipit tratto da:
Titolo: Ricerca e perdizione
Autore: Isaac Bashevis Singer
Traduzione: Mario Biondi
Titolo originale: A Little Boy in Search of God, A Young Man in Search of Love, Lost in America
Casa editrice: Guanda

Libri di Isaac B. Singer

Copertine di Ricerca e perdizione di Isaac B. Singer

Quarta di copertina / Trama

In questo libro, definito dall’autore «un’opera di narrativa basata sulla verità». Singer ha creato il più memorabile dei suoi personaggi: se stesso. Se stesso bambino in cerca di Dio, nella corte del padre rabbino chassidico, nelle viuzze ebraiche di Varsavia, nei minuscoli shtetl della campagna polacca. Se stesso giovane e poverissimo aspirante scrittore nel fervido clima intelletuale della Varsavia del primo dopoguerra. Se stesso famelico di vita e soprattutto di amore. Se stesso, infine, in fuga davanti al terrore nazista ed emigrato in America, terra estranea e ignota, che gli propone la sfida drammatica ed esaltante di un futuro assolutamente di un futuro assolutamente incerto, senza legami col passato, senza tradizioni, senza lingua.
(Ed. Guanda; Le Fenici Tascabili)

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