I salici ciechi e la donna addormentata – Haruki Murakami

Chiudendo gli occhi, sentii l’odore del vento.

Incipit I salici ciechi e la donna addormentata

Chiudendo gli occhi, sentii l’odore del vento. Un vento di maggio gonfio come un frutto, che aveva in sé la ruvidità della buccia, la morbidezza della polpa e innumerevoli semi. Quando il frutto si spaccò nel cielo, i semi vennero a mitragliarmi il braccio nudo, soffici proiettili che mi lasciarono una leggera sensazione di dolore.

Incipit tratto da:
Titolo: I salici ciechi e la donna addormentata
Autore: Haruki Murakami
Traduzione: Antonietta Pastore
Titolo originale traslitterato: Mekurayanagi to nemuru onna
Casa editrice: Einaudi

Libri di Haruki Murakami

Copertine di I salici ciechi e la donna addormentata di Haruki Murakami

Quarta di copertina / Trama

Scritti e pubblicati in Giappone nell’arco di oltre un ventennio, i racconti che compongono questa raccolta ci offrono, nella estrema varietà di ispirazione, lunghezza e stile che li caratterizza, un affascinante campionario delle tematiche e delle atmosfere che troviamo nei grandi romanzi di Murakami.
Dalla leggerezza di brevi episodi come Il tuffetto e Splendore e decadenza delle ciambelle a cono, condotti sul filo della comicità e dell’assurdo, passiamo alla nostalgica, eppure lucida rievocazione di ricordi autobiografici nel racconto Il folclore dei nostri tempi e in quello che dà titolo al volume, I salici ciechi e la donna addormentata, entrambi basati sull’esperienza giovanile dei mitici anni Sessanta. L’angoscia di scoprire sotto l’apparente trasporto verso qualcuno un senso di repulsione ispira Granchi, mentre I gatti antropofagi porta alla luce l’angoscia dell’uomo che per scelta ha dato alla sua vita una svolta irreversibile, rinunciando a tutto ciò che aveva creduto di amare. Altrove (Lo specchio, Storia di una zia povera, Nausea 1979, L’uomo di ghiaccio), troviamo l’irruzione del fantastico nella vita quotidiana – uno dei capisaldi della poetica di Murakami -, mentre ne Il settimo uomo il tema dell’errore di gioventù che condiziona, e rovina, la vita intera di una persona, è introdotto da una di quelle visioni folgoranti con cui lo scrittore sa rappresentare l’orrore di una tragedia. La solitudine dell’individuo – altro leitmotiv murakamiano – è il sentimento che ispira Tony Takitani, La lucciola, Hanalei bay, mentre a chiudere la raccolta troviamo una di quelle storie assurde e ironiche, La scimmia di Shinagawa, con cui lo scrittore giapponese ama mettere in ridicolo l’autorità costituita e smantellare i luoghi comuni.
(Ed. Einaudi)

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