La seduzione dell’altrove – Dacia Maraini

Incipit La seduzione dell’altrove

Credo di aver avuto una prima idea dell’esotismo quando da bambina ho visto, in Giappone, l’acquarello di un allievo di mio padre che rappresentava gli scalini digradanti di un anfiteatro romano in una città fantasiosa cosparsa di statue in pietra coperta da viluppi di edera e fiori selvatici. E io, che non avevo ricordi dell’Italia, essendo partita per Tokyo a poco più di un anno, sono stata subito spinta a fare mia quella visione di una città che pure mia era stata descritta tante volte dai miei genitori, ma con occhi diversi: una metropoli caotica, affollata, dominata dai preti e da una antica nobiltà terriera bigotta e senza scrupoli. Una città dai magnifici ricordi, che ospitava il Parlamento italiano di ci aveva fatto scempio il fascismo. Questa era il pensiero dei miei. Ma io me la trovavo davanti molto più accattivante, la bella capitale lontana e sconosciuta, come un imperscrutabile luogo del desiderio, a metà fra un museo e un misterioso e bellissimo cimitero. Un luogo segnato dalle memorie di un impero maestoso che aveva dominato il mondo, che aveva prodotto filosofi e poeti e grandi architetti, che aveva inventato strategie di guerra e codici legali ancora in atto. Un luogo in cui il tempo era sospeso, e le memorie di fatti crudeli giacevano morte e rese inoffensive dal vento della storia, inghiottite da una specie di giungla vegetale fatta di riccioli contorti e spinosi. Per i giapponesi quello era l’esotico: un’Italia astratta e mai esistita in cui contavano solo le rovine di una civiltà scomparsa. Esotico è quel”sentimento che tende a esaltare forme e usanza di paesi lontani”, come dice il vocabolario, una “predilezione per tutto ciò che straniero”.

Incipit tratto da:
Titolo: La seduzione dell’altrove
Autrice: Dacia Maraini
Casa editrice: Rizzoli

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Copertine di La seduzione dell’altrove di Dacia Maraini

Quarta di copertina / Trama

Sono articoli ma anche racconti questi itinerari di viaggio. Ci portano dall’Africa nera delle savane, ma anche delle baraccopoli offuscate dai fumi della diossina, all’Europa dei vecchi e recenti Stati, all’Oriente che distrugge le sue radici, ai ricchi campus degli Stati Uniti, alle città del Sudamerica che conservano memorie di un passato prezioso. Ci offrono acute analisi di società e culture filtrate talora dalle opinioni e dalle parole di scrittori che sanno fare conoscere l’anima del luogo al di là della maschera offerta al turista. L’esotismo, luogo evocato “che si carezza nella fantasia con i sensi abbagliati e un sottile godimento che tocca le viscere” è anche l’altra faccia dell’odio e della paura per il diverso, dice l’autrice, che del viaggiare ha fatto un destino, allenata dalla più tenera infanzia a girare il mondo coniugando libertà e ragione. Il suo costante spostarsi da un paese all’altro le ha permesso così di annotare confl itti, aspirazioni e sogni a volte crudeli, nuove forme di spiritualità, nuove filosofi e di vita, nuovi progetti, di confrontare situazioni e problemi indagando i rapporti tra i paesi più lontani e quelli più vicini, illuminandoli di luce nuova, nei loro pregi e nei loro vizi.
(Ed. Rizzoli; La Scala)

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