La signorina Gentilin dell’omonima cartoleria – Aldo Busi

“La sento così simile a me, signorina Gentilin, e poi…”

Incipit La signorina Gentilin dell’omonima cartoleria

“La sento così simile a me, signorina Gentilin, e poi…” – perché non riesco a andare avanti, è lei che me lo impedisce o la mia vergogna di essere diventato così simile a lei? perché non riesco a dirle anche perché mi sono arreso all’evidenza e la sento così simile a me? Un attimo di distrazione a causa del sostegno di clorofilla blu che sento vacillarmi sotto… una pervinca? e è il sogno che mi toglie l’incomodo e fa sì che sia proprio la signorina Gentilin a tranciarmi la parola in bocca, a non permettermelo e a farmi quell’arringa, lei, che tante parole assieme e d’un colpo non le avrà diluite nemmeno in tutta la vita, e al suo rimbrotto finale mi sveglio di soprassalto.

Incipit tratto da:
Titolo: La signorina Gentilin dell’omonima cartoleria
Autore: Aldo Busi
Casa editrice: A. Mondadori

Libri di Aldo Busi

Copertine di La signorina Gentilin dell’omonima cartoleria di Aldo Busi

Quarta di copertina / Trama

Non c’è quasi niente nella vecchia cartoleria Gentilin, a parte qualche pila di quaderni dei tardi anni Cinquanta e lei stessa, l’antica signorina Gentilin col solito grembiule nero che nasconde abitini incolori, l’eterna gonna, il golfino modesto, la sciarpetta impeccabile. O forse molto di più. Perché può succedere, a volte, con certe persone che hanno sempre fatto parte del nostro paesaggio, presenze note che distrattamente salutiamo ma senza registrarne sul serio l’esistenza, può succedere che di colpo si spalanchi intorno a loro, in noi, tutto un abisso, un crepaccio da cui risalgono passioni dimenticate e sospetti vulcanici. Celata sotto la malinconica e mite zitella cartolaia di paese, c’è una botola pronta a inghiottire il lettore, che vi troverà un maestro elementare propenso al tradimento, una direttrice didattica vogliosa di potere e certamente non anticlericale, precoci educazioni al disamore, gelosie confessate troppo tardi, forse un coltello, ma anche un fiore azzurro.
(Ed. Mondadori; Piccola Biblioteca Oscar)

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