Saluti notturni dal passo della Cisa – Piero Chiara

Incipit Saluti Notturni Dal Passo Della Cisa

Nella primavera d’una trentina d’anni or sono si era fatto notare a Parma, dove aveva preso alloggio nel migliore albergo, un tal Pilade Spinacroce, proveniente dal Sud America e apparentemente intenzionato a stabilirsi in città o meglio ancora in qualche località dei dintorni, se gli fosse capitato di comprar bene una villa padronale, magari circondata da un bel podere.
Si era fatto notare, lo Spinacroce, non solo per la sua aria forestiera, ma anche per la sua taglia, che eccedeva largamente la media. Chi lo incontrava sull’entrata d’una banca o nella “ruota” d’ingresso dell’albergo, dove aveva la sua base, non poteva fare a meno di voltarsi a guardarlo e di stare un momento a considerare la sua figura. Portava, benché i rigori dell’inverno avessero già ceduto ai primi tepori di primavera, un soprabito scuro di gabardine piú lungo davanti che dietro e un cappello nero floscio, che ne accrescevano la corposità. La sua faccia, che si vedeva sotto l’ala del cappello e che solitamente teneva chinata, era quella d’un pizzicagnolo o di un negoziante di maiali: massiccia, carnosa, senza espressione.

Incipit tratto da:
Titolo: Saluti Notturni Dal Passo Della Cisa
Autore: Piero Chiara
Casa editrice: Mondadori

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Copertine di Saluti notturni dal passo della Cisa di Piero Chiara

Quarta di copertina / Trama

Storia d’amore e d’intrigo a sfondo giallo, Saluti notturni dal Passo della Cisa si svolge in una località a pochi chilometri da Langhirano. Qui, in una grande villa ottocentesca, si è ritirato a vivere Pilade Spinacroce, sessantenne con un passato di affarista e, si dice, una fortuna in denaro conservata in qualche nascondiglio domestico. Assieme allo Spinacroce vive Maria, cameriera e “dama di letto” del padrone che. vedovo da molti anni, ha una figlia sposatasi con Franco Salamarani, oculista con la fama di dongiovanni. Messi in allarme dalla relazione del “vecchio” con la cameriera e timorosi di perdere parte dell’eredità, i Salamarani intensificano le visite alla dimora paterna assieme al loro unico figlio. Poi, mentre moglie e pargolo si trasferiscono al mare, l’oculista, divenuto l’amante di Maria, trascorre di nascosto le proprie notti nella villa, o meglio, nel letto della domestica. Ma, la tresca tipica della provincia, si tinge di giallo la notte in cui vengono uccisi, con gran spargimento di sangue, lo Spinacroce e Maria. Il movente è sicuramente il denaro, ma chi ha ucciso non ha trovato nulla, e quella notte, oltre all’oculista dongiovanni, altre persone si aggiravano per le oscure sale dell’antico palazzo…

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