Sogni di Bunker Hill – John Fante

Incipit Sogni di Bunker Hill - John Fante

Incipit Sogni di Bunker Hill

Il primo impatto con il successo non fu per nulla memorabile. Facevo l’aiuto cameriere alla tavola calda di Marx. L’anno era il 1934. Il luogo, l’incrocio fra la terza e Hill, Los Angeles. Avevo ventun anni, e per me il mondo era delimitato a ovest da Bunker Hill, a est da Los Angeles Street, a sud da Pershing Square e a nord da Civic Center. Ero un aiuto cameriere veramente unico, con grande verve e molto stile vista la professione, e sebbene fossi terribilmente sottopagato (un dollaro al giorno più i pasti), attiravo una considerevole attenzione quando scivolavo fischiettando di tavolo in tavolo con un vassoio in equilibrio su una mano, strappando sorrisi ai miei clienti.

Incipit tratto da:
Titolo: Sogni di Bunker Hill
Autore: John Fante
Traduzione: Francesco Durante
Titolo originale: Dreams of Bunker Hill
Casa editrice: Einaudi
Qui è possibile leggere le prime pagine di Sogni di Bunker Hill

Sogni di Bunker Hill - John Fante

Incipit Dreams of Bunker Hill

My first collision with fame was hardly memorable. I was a busboy at Marx’s Deli. The year was 1934. The place was Third and Hill, Los Angeles. I was twenty-one years old, living in a world bounded on the west by Bunker Hill, on the east by Los Angeles Street, on the south by Pershing Square, and on the north by Civic Center. I was a busboy nonpareil, with great verve and style for the profession, and though I was dreadfully underpaid (one dollar a day plus meals) I attracted considerable attention as I whirled from table to table, balancing a tray on one hand, and eliciting smiles from my customers. I had something else beside a waiter’s skill to offer my patrons, for I was also a writer.

Incipit tratto da:
Title: Dreams of Bunker Hill
Author: John Fante
Publisher: Black Sparrow Press
Language: English

Quarta di copertina / Trama

Sotto le luci miserabili e iperboliche di Hollywood, Arturo Bandini sogna il successo di scrittore mentre con la mano sinistra scrive pessime sceneggiature che non vedranno mai la luce. Potrebbe essere la premessa di una tragedia, ma come sempre, in bocca a Bandini, tutte le tragedie finiscono in commedia. Anche in quest’ultimo capolavoro colpisce l’inconfondibile voce fantiana, quell’impasto di humour, candore e cattiveria che ne ha fatto uno degli scrittori piú amati dei nostri anni.
(Ed. Einaudi)

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