Sole d’estate – Grazia Deledda

Incipit Sole d’estate

Anche le burrasche sono buone per i poveri. Il mare, come un padrone rabbioso che impone alla serva di fare una buona pulizia alla casa, rigetta a terra tutti i detriti che non gli garbano: e questi rifiuti formano la ricchezza dei poveretti della spiaggia. Ecco, per esempio, il signor Milio, proprio il signor Milio in persona, antico proprietario di un piccolo cantiere, percorrere il lido quanto è lungo, dallo sbocco del fiume al molo, con un suo misterioso sacchetto, bianco come la fodera di un guanciale: e come un guanciale la foderetta si gonfia, ma di bitorzoli duri che sembrano davvero batuffoli di lana schiacciata. Ognuno di questi bitorzoli neri è costato un ripiegamento della schiena del signor Milio, che oramai d’altronde è abituato ai ripiegamenti di ogni sorta: anzi l’aria freschina del mare, ritornato buono, giova all’antico armatore: il suo viso rosso congestionato si scolorisce un poco, le gambe, da prima incerte come quelle di un bambino che comincia a camminare, si rinforzano sempre più: gli occhi, oh, gli occhi, all’ombra del vecchio panama che sembra ritagliato dalla scorza scabra di un merluzzo salato, rivaleggiano, per l’azzurro e lo scintillio dorato, col colore del mare.
(Bonaccia)

Incipit tratto da:
Titolo: Sole d’estate
Autrice: Grazia Deledda
Casa editrice: Latorre Editore

Libri di Grazia Deledda

Sole d'estate di Grazia Deledda

Quarta di copertina / Trama

Nel 1933 Grazia Deledda, premio Nobel per la letteratura, pubblica la sua ultima raccolta di racconti. “Sole d’Estate” è il libro della riflessione interiore. Deledda, ormai famosa nel mondo, sembra ripiegarsi su se stessa. Il colore del libro è il colore brunito che prende ogni epoca al suo tramonto. La scrittrice sarda ha lottato tuta la vita per vedere realizzato il suo sogno. E il suo sogno si è realizzato nel 1926 quando, prima e unica donna italiana, ha visto il suo immenso talento narrativo a livello internazionale e premiato con il Nobel. Cosa non facile a quei tempi. Tutto sembrava, all’inizio, essere disposto contro quel sogno. Basti leggere a questo proposito le parole con le quali inizia il racconto La Grazia: “I miei primi piccoli successi letterari furono accompagnati, come certi grandi successi, da vivi dispiaceri. In famiglia mi si proibiva di scrivere: poiché il mio avvenire doveva essere ben altro di quello che io sognavo: doveva essere cioè un avvenire casalingo, di lavoro esclusivamente domestico, di nuda realtà, di numerosa figliolanza”. Ma in un altro racconto di Sole d’Estate, in titolato La Chiesa Nuova, la scrittrice ormai affermata oltre ogni discussione, scrive: “i sogni aboliscono il tempo e la distanza”.
(Sommario: BONACCIA, CINQUANTA CENTESIMI, LO SPIRITO DELLA MADRE, LUNA DI SETTEMBRE, UNA CREATURA PIANGE, IL VESTITO NUOVO, IL MOSCONE, CACCIA ALL’UOMO, OCCHI CELESTI, SCHERZI DI PRIMAVERA, LA MADONNA DEL TOPO, L’OSPITE, LEONE, O FAINA, I DIAVOLI NEL QUARTIERE, NOZZE D’ORO, LA TOMBA DELLA LEPRE, STORIA D’UNA COPERTA, L’ANELLO DI PLATINO, ELZEVIRO D’URGENZA, LO STRACCIAIOLO DEL BOSCO, IL TAPPETO, LA CHIESA NUOVA, LA GRAZIA, NUMERI, THÉROS)
(Latorre Editore )

Cronologia opere e bibliografia di Grazia Deledda