L’ultimo degli uomini – Margaret Atwood

Incipit L'ultimo degli uomini – Margaret Atwood

Incipit L’ultimo degli uomini

Uomo delle nevi si sveglia prima dell’alba. Giace immobile, ascoltando la marea che sale e onda dopo onda lambisce le varie batterie, cic-ciac, cic-ciac, il ritmo del battito cardiaco. Vorrebbe tanto credere di essere ancora addormentato.
A est l’orizzonte è pervaso da una foschia grigiastra, ora accesa da un bagliore roseo, mortale. Strano come quel colore appaia ancora delicato. Gli altri edifici al largo vi si stagliano contro in scure sagome, sorgendo inverosimilmente dal rosa e dall’azzurro pallido della laguna. I gridi degli uccelli che vi fanno il nido e il rumore dell’oceano lontano che si infrange contro le finte scogliere fatte di pezzi di macchine arrugginite, mattoni ammucchiati e detriti vari fanno quasi pensare al traffico dei giorni di festa.

Incipit tratto da:
Titolo: L’ultimo degli uomini
Autrice: Margaret Atwood
Traduzione: Raffaella Belletti
Titolo originale: Oryx and Crake
Casa editrice: Ponte alle Grazie

Libri di Margaret Atwood

L'ultimo degli uomini – Margaret Atwood

Incipit Oryx and Crake

Snowman wakes before dawn. He lies unmoving, listening to the tide coming in, wave after wave sloshing over the various barricades, wish-wash, wish-wash, the rhythm of heartbeat. He would so like to believe he is still asleep.
On the eastern horizon there’s a greyish haze, lit now with a rosy, deadly glow. Strange how that colour still seems tender. The offshore towers stand out in dark silhouette against it, rising improbably out of the pink and pale blue of the lagoon. The shrieks of the birds that nest out there and the distant ocean grinding against the ersatz reefs of rusted car parts and jumbled bricks and assorted rubble sound almost like holiday traffic.

Incipit tratto da:
Title: Oryx and Crake
Author: Margaret Atwood
Publisher: Anchor
Language: English

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Quarta di copertina / Trama

Uomo delle Nevi vive su un albero vicino al mare, avvolto in un lenzuolo sporco. Non sa che ore sono, nessuno lo sa più. Cerca cibo e medicine nelle terre desolate e infestate da ibridi di animali. Fruga tra i resti e rimugina sulle scelte che hanno portato la Terra al tracollo, in nome di una scienza onnipotente. Si abbandona al ricordo di Oryx, donna enigmatica e quieta, e al rancore per l’amico Crake, responsabile del disastro. Le loro esistenze si erano intrecciate nel più classico, e tragico dei triangoli.
Uomo delle Nevi cerca una spiegazione, per sé e per i «figli di Crake», unica forma di vita intelligente sopravvissuta sulla Terra, frutto esemplare dell’ingegneria genetica. Sono tante le cose che vogliono capire, ignari come sono dell’insesatezza degli uomini.
come hanno dimostrato Orwell, Huxley, vonnegut e la stessa Atwood (nel Racconto dell’ancella), la rappresentazione letteraria di un’utopia fallita può aprirci gli occhi più di innumerevoli verità sullo stato del pianeta. Quello dell’Ultimo degli uomini è un mondo che potrebbe essere a pochi anni, a poche folli decisioni di distanza da quello in cui viviamo.
(Ed. Ponte alle Grazie)