La voce del violino – Andrea Camilleri

Incipit La voce del violino

Che la giornata non sarebbe stata assolutamente cosa il commissario Salvo Montalbano se ne fece subito persuaso non appena raprì le persiane della càmmara da letto. Faceva ancora notte, per l’alba mancava perlomeno un’ora, però lo scuro era già meno fitto, bastevole a lasciar vedere il cielo coperto da dense nuvole d’acqua e, oltre la striscia chiara della spiaggia, il mare che pareva un cane pechinese. Dal giorno in cui un minuscolo cane di quella razza, tutto infiocchettato, dopo un furioso scaracchìo spacciato per abbaiare, gli aveva dolorosamente addentato un polpaccio, Montalbano chiamava così il mare quan’era agitato da folate brevi e fredde che provocavano miriadi di piccole onde sormontate da ridicoli pennacchi di schiuma. Il suo umore s’aggravò, visto e considerato che quello che doveva fare in mattinata non era piacevole: partire per andare a un funerale.

Incipit tratto da:
Titolo: La voce del violino
Autore: Andrea Camilleri
Casa editrice: Sellerio

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 Copertine di La voce del violino di Andrea Camilleri

Quarta di copertina / Trama

«Il commissario invece era di Catania, di nome faceva Salvo Montalbano, e quando voleva capire una cosa, la capiva». Questo «capire» di Montalbano, essendo fondamentalmente una immersione ambientale, un annusare, un soppesare a occhio, è distante dallo «spiegare» deduttivo dei segugi di impostazione scientifica. Ma non collima neppure col simpatetico «comprendere» dei detectives più filantropi: anzi per il commissario di Vigàta – celebre per il laconico sarcasmo – identificare la molla che fa scattare l’assassinio costituisce «la parte peggiore» della ricostruzione poliziesca. «La considero la parte peggiore perché devo abbandonare i fatti concreti e inoltrarmi nella mente di un uomo, in quello che pensa. Un romanziere avrebbe la strada facilitata, ma io sono semplicemente un lettore di quelli che credo buoni libri». E di comprensione per chi ammazza non se ne parla nemmeno. La voce del violino è la storia di una giovane donna assassinata, di un grande artista che vive da eremita e d’altro ancora. Soprattutto, è una storia di scambi: e Montalbano – delle cui vicende private rimaste in sospeso ne Il ladro di merendine seguiamo lo svolgersi – dovrà decidere se scambiare la propria esistenza per una nuova.
(Ed. Sellerio; La memoria)

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