Via delle oche – Carlo Lucarelli

Incipit Via delle oche

“DE GASPERI INTERVISTATO: CERTEZZE DI OGGI, SPERANZE DI DOMANI”. “RIVELAZIONI SUL PROGETTO DI ZDANOV PER PORTARE AL POTERE I COMUNISTI”. “CRESCENTE TENSIONE A BERLINO: I RUSSI MINACCIANO DI TAGLIARE LE COMUNICAZIONI AEREE”.
“TOGLIATTI IN NOME DELLA PACE CHIAMA ALLA LOTTA CONTRO L’IMPERIALISMO”. “L’ARCHIVIO SEGRETO DEL VATICANO SI DISPONE A PARTIRE PER L’AMERICA”. “LA CGIL ADDITA AL GOVERNO LE CONTRADDIZIONI DEL PIANO MARHALL”.
“BARTALI SCONFIGGE COPPI NEL GIRO DELLA TOSCANA”.
Sul muro, un cosacco enorme lo guardava truce, con la stella rossa sul colbacco e una baionetta tra i denti, un occhio socchiuso deformato dalle bolle d’aria sotto la carta. Il manifesto era ancora lucido e umido di colla e quando De Luca lo aveva sfiorato, facendosi da parte per evitare una buca sul marciapiede, gli aveva lasciato sulla manica del soprabito una striscia argentata, appiccicosa, come la traccia di una lumaca.
“E’ LUI CHE ASPETTATE?” diceva la scritta in un corsivo appuntito, da pennello grosso e De Luca, che era sceso dal marciapiede per metterla a fuoco in tutta la sua lunghezza si strinse nel soprabito, infilando le mani in tasca. Attraversò la strada, allungando il passo con uno scatto, perché dal portone della prefettura era uscita una jeep veloce, e poi un’altra e un’altra ancora, con gli agenti aggrappati ai sedili, in curva e la sirena accesa. De Luca le guardò passare trattenendo il respiro, lo stomaco stretto in una morsa umida, fissandole finché non scomparvero oltre l’angolo della piazza. Allora salì i gradini della questura così in fretta che il piantone dovette chiamarlo due volte prima di farlo voltare, già quasi a metà androne.
“Ohè! Dove corre lei? Chi è?”.
De Luca infilò una mano in una tasca, poi in un’altra, poi sotto il soprabito, piegato in avanti per frugare nella tasca interna della giacca, in cerca della carta d’identità.
“Prendo servizio oggi” disse, “vicecommissario aggiunto De Luca, Buoncostume”, ma l’agente, impegnato a salutare con la mano alla visiera un gruppo di persone che stava scendendo le scale, lo prese per un braccio e lo tirò bruscamente da parte.

Incipit tratto da:
Titolo: Via delle oche
Autore: Carlo Lucarelli
Casa editrice: Sellerio

Libri di Carlo Lucarelli

Copertine di Via delle oche di Carlo Lucarelli

Quarta di copertina / Trama

Via delle Oche, a Bologna, è una strada rinomata. Prima della Legge Merlin, vi erano le case chiuse. Tra mercoledì 14 aprile 1948 e giovedì 15 luglio 1948 (un pugno di mesi che include svolte decisive: le elezioni del Quarantotto, l’attentato a Togliatti, Bartali maglia gialla) un’inchiesta di polizia si svolge, che muove da un delitto in un casino, cui seguono alcuni omicidi disparati e apparentemente indipendenti. Il commissario De Luca (il personaggio creato da Carlo Lucarelli – giovane scrittore, al suo terzo romanzo poliziesco, esperto di storia della polizia fascista, che di De Luca, in questi tre romanzi, scrive anche una immaginaria biografia: la prima inchiesta nel pieno del regime, la seconda negli ultimi giorni di Salò, e questa appena, insicuramente, sfuggito all’epurazione) lavora per forzarne l’apparente autonomia e ridurli a un unico disegno. Alberto Savinio aveva decretato l’assurdità, per ragioni d’ambiente, di un «giallo» italiano. Varie prove hanno dimostrato incauta quella profezia. Tra queste prove hanno un posto importante le inchieste di De Luca: un commissario, si direbbe, alla Ingravallo del Pasticciaccio brutto. Investiga – e a questo deve il suo successo e la sua italianità – per una specie di intuito storicistico; conosce, per condivisione, il grumo profondo, il ritmo, la legge, in cui la cronaca italiana – criminale, in questo caso – germoglia dalla storia d’Italia. E coglie la verità del delitto nell’attimo in cui la ragione dello stato e della storia viene ad inghiottirla. E in quell’attimo, come per un ultimo guizzo, quella verità appare piena e chiara. Sempre più profonda, più triste e inaspettata di quanto apparisse a lui, e al lettore.
(Ed. Sellerio: La Memoria)

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