Vivere stanca – Jean-Claude Izzo

Incipit Vivere stanca – Jean-Claude Izzo

Incipit Vivere stanca

Marion aprì gli occhi. Un rumore l’aveva strappata al sonno. Un rumore sordo. Come un colpo contro la parete.
Chiuse gli occhi, spossata, poi li riaprì. Théo non c’era più, accanto a lei. Ma nel letto il suo posto era ancora caldo. Questo stronzo adesso se la squaglia, pensò.
Gli occhi si abituarono al buio. Théo era accovacciato, cercava i vestiti sparsi sul pavimento. Lei sorrise, pensando che follia era stata la notte scorsa, rientrando. Quel desiderio di farsi scopare da lui, ancora e ancora. Non avevano fatto nient’altro per tutto il giorno, o quasi. Tranne la passeggiata lungo i moli del porto. Mano nella mano, prima. Poi stretti, il braccio di Théo sulle sue spalle. Da quanto tempo non le era più successo? Quella sensazione di essere amata. Di essere, semplicemente.
“Pensi di squagliartela così?” gli chiese.
Aveva la bocca impastata. Troppo alcol. Troppe cicche. Come sempre. Non riusciva a farne a meno. Doveva stordirsi. Soltanto per credere ai sogni.
Convincersi che quel tipo, lì di fronte a lei, non era un coglione di marinaio che l’avrebbe scopata, in fretta e furia, prima di partire per Buenos Aires, Trinidad, Panama o chissà quale altro paese del cazzo lontano da qui.
“Ho fretta” rispose Théo rialzandosi.

Incipit tratto da:
Titolo: Vivere stanca
Autore: Jean-Claude Izzo
Traduzione: Franca Doriguzzi
Titolo originale: Vivre fatigue
Casa editrice: e/o

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Vivere stanca -Jean-Claude Izzo

Quarta di copertina / Trama

«Théo non c’era più, accanto a lei. Ma nel letto il suo posto era ancora caldo». Così svaniscono i marinai e, assieme a loro, i sogni d’amore. Ancora una volta la speranza si ferma in fondo alla banchina del porto. Una volta di troppo per Marion… Vivere stanca.
Gianni già lo sa. Ex militante della lotta armata in Italia, rifugiato a Marsiglia, viene un giorno aggredito da due skinhead con un cane lupo. Non può reagire, ormai ha una famiglia, ha ripudiato il terrorismo. Deve subire l’umiliazione, la violenza… È vita questa? Lo stesso vale per Osman, vittima del razzismo quotidiano. Per Gérard, portuale rimasto senza lavoro che vede le sue illusioni affondare nelle acque nere del porto. E per Aurore e per Giovanni, eroi loro malgrado di questi fatti di cronaca che sanno di tragedia.
In questi brevi racconti Jean-Claude Izzo ha condensato il suo mondo: Marsiglia con il porto, la città rifugio degli esiliati, la crudeltà della vita, l’incapacità degli uomini di amare e di capire, la violenza e il razzismo. Il testamento amaro e straziante di un grande scrittore.
(Ed. e/o)

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