Io confesso – John Grisham

Incipit Io confesso

Il custode della chiesa di Sant. Mark aveva appena grattato via dieci centimetri di neve dal marciapiede, quando comparve l’uomo con il bastone. C’era il sole, ma il vento ululava e la temperatura era bloccata sullo zero. L’uomo indossava soltanto dei pantaloni da lavoro di tela, una camicia estiva, un paio di logori scarponcini da trekking e una giacca a vento leggera che poteva opporre ben poca resistenza al gelo. Ma comunque non sembrava soffrire il freddo, e neppure avere fretta.

Incipit tratto da:
Titolo: Io confesso
Autore: John Grisham
Traduzione: Nicoletta Lamberti
Titolo originale: The Confession
Casa editrice: Mondadori

Libri di John Grisham

Copertine di Io confesso di John Grisham

Incipit The Confession

The custodian at St. Mark’s had just scraped three inches of snow off the sidewalks when the man with the cane appeared. The sun was up, but the winds were howling; the temperature was stuck at the freezing mark. The man wore only a pair of thin dungarees, a summer shirt, well-worn hiking boots, and a light Windbreaker that stood little chance against the chill. But he did not appear to be uncomfortable, nor was he in a hurry.

Incipit tratto da:
Title: The Confession
Author: John Grisham
Publisher: Doubleday
Language: English

Quarta di copertina / Trama

Quando in una fredda mattina d’inverno uno sconosciuto si presenta nella sua parrocchia e chiede insistentemente di vederlo, il reverendo Keith Schroeder non può immaginare che quell’incontro cambierà la sua vita per sempre. L’uomo si chiama Travis Boyette, ha subito varie condanne per reati sessuali, è in libertà vigilata e sostiene di custodire da molti anni un terribile segreto che è deciso a confessare. Perché proprio adesso? Dice di avere un tumore incurabile al cervello e di volersi liberare dal peso che grava sulla sua coscienza. Con la sua testimonianza potrebbe scagionare Donté Drumm, un giovane di colore condannato a morte in una piccola città del Texas per l’omicidio di una ragazza bianca il cui corpo non è mai stato ritrovato. Donté si è sempre proclamato innocente, la sua famiglia e Robbie Flak, il suo avvocato, noto per l’impegno sociale e il carattere bellicoso, si sono battuti per nove anni con ogni mezzo per dimostrarlo; il caso ha suscitato un enorme scalpore, ma finora tutto è stato inutile. Boyette afferma di sapere chi è il vero assassino, ma non ha intenzione di rivelarlo a nessuno se non al reverendo Schroeder. Mancano quattro giorni all’esecuzione. Basteranno per salvare Donté, o almeno per una sospensione della condanna? Come può un pregiudicato convincere avvocati, giudici e politici che stanno giustiziando l’uomo sbagliato? In una spasmodica corsa contro il tempo, il reverendo e l’avvocato faranno di tutto per ottenere un rinvio. Ma, come spesso accade, la verità, se clamorosa, sembra avere vita più difficile della menzogna. Io confesso è un thriller dal ritmo teso e con personaggi indimenticabili che riconferma il profondo interesse di John Grisham per i grandi temi sociali e di attualità, offrendo un’amara riflessione sul sistema giudiziario americano e soprattutto sulla pena di morte.
(Ed. Mondadori; Omnibus)

Cronologia opere e bibliografia di John Grisham

Il paese delle vocali – Laura Pariani

Non sono belli i bambini di Malniscióla

Incipit Il paese delle vocali

Non sono belli i bambini di Malniscióla. Tutti i bambini del mondo lo sono, pure all’orsa pàjon belli i só orsacchini; ma in questo paese a l’é differenti. Qui i fiurìtti hanno la schiena precocemente curva a forza di portare sidèle e fascine, gli occhi tristi di chi conosce le botte e l’obbedienza senza repliche alla mano di ferro del padre e della madre, a questa terra volpina di sabbia e sassi, al Végiu della Câ Russa che è padrone in cielo in terra e in ogni luogo. Fin dal momento della nascita, sanno della vita solo le cose più buie: la fame, il freddo, le malattie, la paura. Per questo hanno, própri tame i grandi, una piega amara sulla bocca, al posto del sorriso, e le dita callose, adatte alla zsappa; e, come gli adulti, trìbulano fin dall’alba, giocano alla morra, sputano, smadònnano; ché alla fine della giornata, nelle pieghe delle nocche o intorno agli óngi rimane loro, come ai grandi, un orlo di terra argillosa, colore del sangue buttato a lavorarla. Ché, sa te sé rügüröra, rüga; sa te sé pissacan, pissa.

Incipit tratto da:
Titolo: Il paese delle vocali
Autrice: Laura Pariani
Casa editrice: Casagrande

Libri di Laura Pariani

Copertina di Il paese delle vocali di Laura Pariani

Quarta di copertina / Trama

Argentina, oggi: una nonna e le sue due nipoti in soffitta aprono un baule da cui emerge un vecchio libretto in italiano intitolato Abbecedario… Contiene una storia più vera che inventata: è la storia di una giovanissima maestra che alla fine dell’Ottocento approda, da Milano, a Malniscióla, un paesino lombardo abbandonato da Dio e dagli uomini, abitato da contadíni-servi comandati, pare, da un solo padrone.
La signorina Sirena Barberis non crede ai suoi occhi quando si scontra con la miseria, la malattia, l’ignoranza, l’ottusità religiosa. Inesperta della vita e della professione, non sa se lottare per insegnare ai ragazzini selvaggi il suono delle vocali e magari il senso delle parole oppure se abbandonare il campo e tornare nella comoda città. Deciderà di rimanere e farà in tempo a dare scandalo in paese prima di conoscere il male di sopravvivere. Prima di vedere gli occhi malati del Míchè, un tempo innamorato della bella Maria e ormai vinto dalla pellagra.
Questo folgorante romanzo breve, popolato di mille personaggi, offre, come sempre nei libri della Pariani, un originalissimo tessuto linguistico: nella trama di un italiano parlato si intrecciano abilmente intarsi dialettali arcaici ma comprensibili da ogni lettore che ami la narrazione storica e insieme fantastica.
(Ed. Casagrande; Scrittori)

Indice cronologico opere e bibliografia di Laura Pariani

La vittima – Saul Bellow

Incipit La vittima - Saul Bellow

Incipit La vittima

Certe sere a New York fa caldo come a Bangkok. Sembra che l’intero continente abbia cambiato posto e sia slittato verso l’equatore, che l’acerbo e grigio Atlantico si sia tinto di un verde tropicale, e che la gente che si accalca nelle strade sia diventata una folla di barbari fellahin tra gli sbalorditivi monumenti del loro mistero, le cui luci, in abbagliante profusione, salgono infinitamente perdendosi nel cielo oppresso dall’afa.
In una sera come questa Asa Leventhal scese frettolosamente da un treno della Terza Avenue. Soprappensiero, aveva quasi saltato la fermata. Quando se n’era accorto era balzato in piedi, urlando al controllore: «Ehi, ferma, un momento!». La nera porta scorrevole della vecchia carrozza si stava già chiudendo; lui la bloccò, la respinse con la spalla e sgusciò fuori. Il treno fuggì, e Leventhal, col fiato grosso, lo seguì con lo sguardo, imprecando; poi si voltò e scese nella strada.

Incipit tratto da:
Titolo: La vittima
Autore: Saul Bellow
Traduzione: Vincenzo Mantovani
Titolo originale: The Victims
Casa editrice: Mondadori
Qui è possibile leggere le prime pagine di La vittima

La vittima - Saul Bellow

Incipit The Victims

On some nights New York is as hot as Bangkok. The whole continent seems to have moved from its place and slid nearer the equator, the bitter grey Atlantic to have become green and tropical, and the people, thronging the streets, barbaric fellahin among the stupendous monuments of their mystery, the lights of which, a dazing profusion, climb upward endlessly into the heat of the sky.

Incipit tratto da:
Title: The Victims
Author: Saul Bellow
Publisher: Penguin
Language: English

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Quarta di copertina / Trama

Pubblicato nel 1947, a soli due anni dalla fine della guerra e nel paranoico clima del maccartismo, La vittima racconta di Asa Leventhal, quarantenne borghese ebreo di new york che, in un’estate dalla calura opprimente e in un momento delicato della propria vita familiare, incontra per caso un vecchio conoscente, Kirby Allbee. Costui lo accusa di essere la causa delle proprie disgrazie e inizia a molestarlo, fino a perseguitarlo in maniera ossessiva. In un crescendo di tensione, e in un dramma dell’identità nel quale i due personaggi incarnano alternativamente il ruolo del persecutore e della vittima, Leventhal esamina a fondo la propria responsabilità e il proprio senso di colpa (che è poi il sentimento degli ebrei americani rimasti indenni – a differenza di quelli europei – dallo sterminio), con un passaggio dal piano contingente e privato a quello storico-sociale e mistico-esistenziale.
(Ed. Mondadori)