Una certa giustizia – P.D. James

Incipit Una certa giustizia

Gli assassini di solito non danno alcun preavviso alle loro vittime. È una morte che, per quanto terribile sia quell’ultimo secondo di sgomenta consapevolezza , arriva grazie al cielo senza essere gravata da presentimenti di terrore. Quando, nel pomeriggio di mercoledì 11 settembre, Venetia Aldridge si alzò per contro interrogare il principale testimone di accusa nel processo Regina contro Ashe, le rimanevano quattro settimane, quattro ore e cinquanta minuti di vita. Dopo la sua morte, i molti che l’avevano ammirata e i pochi che l’avevano avuta in simpatia, nel tentativo di esprimersi in modo più personale senza ricorrere ai consueti aggettivi dell’orrore e dell’indignazione, si sorpresero a sussurrare che Venetia sarebbe stata contenta di aver potuto celebrare il suo ultimo processo al Bailey, sede dei suoi più grandi trionfi, e proprio nella sua aula preferita.

Incipit tratto da:
Titolo: Una certa giustizia
Autrice: P.D. James
Traduzione: Ettore Capriolo
Titolo originale: A Certain Justice
Casa editrice: Mondadori

Libri di P.D. James

Copertine di Una certa giustizia di P.D. James

Incipit A Certain Justice

Murderers do not usually give their victims notice. This is one death which, however terrible that last second of appalled realization, comes mercifully unburdened with anticipatory terror. When, on the afternoon of Wednesday, 11 September, Venetia Aldridge stood up to cross-examine the prosecution’s chief witness in the case of Regina v. Ashe, she had four weeks, four hours and fifty minutes left of life. After her death the many who had admired her and the few who had liked her, searching for a more personal response than the stock adjectives of horror and outrage, found themselves muttering that it would have pleased Venetia that her last case of murder had been tried at the Bailey, scene of her greatest triumphs, and in her favourite court.

Incipit tratto da:
Title: A Certain Justice
Author: P.D. James
Publisher: Ballantine Books
Language: English

Quarta di copertina / Trama

Tutto ha inizio con un brillante controinterrogatorio durante un processo per omicidio. Giovane e già celebre avvocato, Venetia Aldridge difende in aula Garry Ashe, accusato di aver brutalmente assassinato sua zia. Per Venetia quel processo è un’altra sfida, un ulteriore occasione per dimostrare la sua abilità di donna di legge, e per conquistare l’ennesima vittoria. Ma il delitto è nell’aria, e la prossima vittima sarà proprio lei, atrocemente pugnalata nel suo studio. Sono in molti ad odiarla, ma chi può averne voluto la morte fino in fondo? Quando dunque l’ispettore Dalgliesh inizia a investigare, non mancano i sospetti e tanto meno i moventi. Ma la sua volontà di far luce su una serie di fatti sconvolgenti non riesce a fermare una spirale che conduce ad altri orrori, altri delitti. Quel che deve affrontare è un universo in cui la verità ha contorni sfumati, e dove la legge può esercitare solo una “una certa giustizia”.
Nel suo nuovo romanzo, P.D. James ci conduce in una straordinaria incursione nel mondo chiuso dei tribunali e del sistema giudiziario. Mentre ogni personaggio prende intensamente vita e ogni scena ci trascina più in là in un fitto intreccio di passioni, falsità, vendette, la regina del mystery mostra ancora una volta di non aver rivali nell’unire la tensione del giallo con la profondità della grande narrativa. Sottile e affascinante ritratto dell’ambiguità morale e dei comportamenti umani.
(Ed. Mondadori; Omnibus)

Cronologia opere e bibliografia di P.D. James

Ternitti – Mario Desiati

Incipit Ternitti – Mario Desiati

Incipit Ternitti

Gli antenati avevano trascorso la loro esistenza a cercare un angolo di terra sicuro. Chiunque può contare su un avo che l’ha trovato e ci ha costruito la sua tana. Un riparo in cui aspettare che le circostanze siano migliori, il vento sia cessato, l’aria diventi più tiepida, tuo figlio sia diventato grande e possa curarti o chiuderti le palpebre. Oppure soltanto un rifugio in cui potersi addormentare sereni.
Domenica Orlando, conosciuta da tutti come Mimì, lo imparò in fretta.
Si chiamava così perché Domenica era una santa potente, martirizzata con le fiere, costretta a vivere nei casini, torturata a morte con le lame. Era raffigurata con una spada di metallo e luce. Gli Orlando non vivevano distanti dal paese di Scorrano, che per due settimane l’anno, al principio di luglio, si consegnava al culto della sua patrona in un tripudio di luminarie, le più grandi e fastose d’Europa: frontoni, cassarmoniche, spalliere e decorazioni luminose che facevano apparire da lontano, il piccolo centro, una bolla di riverberi abbaglianti.
I genitori di Domenica raggiungevano il paese con l’ultima littorina della sera e trascorrevano lì l’intera notte ascoltando le bande che si alternavano sui baldacchini di legno verniciato. Al mattino, dopo la messa, ripartivano con il trenino diretto a Gagliano ricolmo di odori, dolciumi, mandorle zuccherate, fiori di lavanda, rami secchi d’ulivo, e con gli occhi ancora accecati dalla festa.

Incipit tratto da:
Titolo: Ternitti
Autore: Mario Desiati
Casa editrice: Mondadori
Qui è possibile leggere le prime pagine di Ternitti

Ternitti - Mario Desiati

Quarta di copertina / Trama

È il 1975. Mimì Orlando ha quindici anni quando è costretta a lasciare i suoi scogli, l’odore di salsedine, la Puglia dorata per seguire il padre nella grande fabbrica svizzera che produce lu ternitti: l’eternit, promessa di ricchezza per migliaia di emigranti, che somiglia all’impasto di una focaccia che coli caldo negli stampi per essere infornato e invece esala fumi letali, penetra nei polmoni con mille invisibili uncini e lentamente divora tutto il corpo.
Per Mimì quelli al Nord sono gli anni del vetro, del freddo che ghiaccia le cose e le persone. Ma anche quelli della passione segreta che brucia nel buio dei capannoni dove gli emigranti trovano riparo: l’amore per Ippazio, diciotto anni, tra le dita già corrose dall’amianto un fiammifero acceso nella notte per rubare uno sguardo, un istante d’amore…
Anni Novanta. Mimì è di nuovo in Puglia. Sola. Con una determinazione e un orgoglio che fanno di lei una donna eccezionale, coraggiosa e selvatica. Ha una figlia adolescente, Arianna, poco più giovane di lei. Ma accanto a loro non ci sono uomini, per Arianna non c’è un padre.
Mimì vive con feroce innocenza, affamata della giovinezza che le è stata sottratta e insieme forte del coraggio di una vita intera. Madre anticonformista e leale, compagna indomita per le sue colleghe in fabbrica e per tutti coloro che accompagna fino alla soglia dell’ultimo respiro roso dal mesotelioma da amianto, è una donna che sa parlare con le proprie inquietudini e paure ma anche – ascoltando le voci degli antenati che sempre la accompagnano – guardare al futuro senza piegarsi mai.
Ternitti in dialetto significa anche tetto, e il destino vorrà che questa parola sia il sigillo di una vita intera: proprio su un tetto, finalmente a contatto col cielo, Mimì saprà riscattare la sua gente e forse anche il suo amore.
Anche quando sembra allontanarsene, la scrittura di Mario Desiati resta profondamente radicata nelle zolle dure della sua terra d’origine, sulla cui sorte sembra condurre un discorso sotterraneo e fondamentale. Parole non levigate dal tempo danno vita a pagine piene di poesia, percorse dal filo di un canto d’amore sempre venato, però, dal ritmo martellante di una dionisiaca taranta. La vicenda di un popolo tenace, la tragedia del lavoro che nutre e uccide, la meschinità di un uomo e la fierezza di una donna: tutto si compone con la semplice necessità delle umane cose in un romanzo luminoso e maturo.
(Ed. Mondadori; Scrittori Italiani e Stranieri)

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L’ultimo giurato – Jonh Grisham

Incipit L’ultimo giurato

Nel 1970, dopo decenni di costante, incauta gestione e amorevole trascuratezza, il “Ford County Times” fallì. La proprietaria e editrice, Miss Emma Caudle, aveva novantatré anni ed era assicurata a un letto in una casa di riposo per anziani a Tupelo. Il direttore del settimanale, suo figlio Wilson Caudle, era ultrasettantenne e dai tempi della Prima guerra mondiale aveva una placca nella testa. Gliela copriva un perfetto cerchio di cute scura trapiantata in cima alla lunga fronte spiovente, e per tutta la vita adulta si era portato addosso il nomignolo di Spot. Spot fai questo. Spot fai quello. Spot di qua. Spot di là.

Incipit tratto da:
Titolo: L’ultimo giurato
Autore: John Grisham
Traduzione: Tullio Dobner
Titolo originale: The Last Juror
Casa editrice: Mondadori

Libri di John Grisham

Copertine di L'ultimo giurato di Jonh Grisham

Incipit The Last Juror

After decades of patient mismanagement and loving neglect, The Ford County Times went bankrupt in 1970. The owner and publisher, Miss Emma Caudle, was ninety-three years old and strapped to a bed in a nursing home in Tupelo. The editor, her son Wilson Caudle, was in his seventies and had a plate in his head from the First War. A perfect circle of dark grafted skin covered the plate at the top of his long, sloping forehead, and throughout his adult life he had endured the nickname of Spot. Spot did this. Spot did that. Here, Spot. There, Spot.

Incipit tratto da:
Title: The Last Juror
Author: John Grisham
Language: English

Quarta di copertina / Trama

Nel 1970 Danny Padgitt, membro di una spietata famiglia di malavitosi accusato di un terribile delitto (lo stupro e la brutale uccisione di una giovane madre davanti agli occhi dei suoi stessi figli) viene condannato all’ergastolo. Dopo nove anni torna in libertà con una sola idea in testa: farla pagare al giovane e presuntuoso giornalista che l’ha fatto sbattere al fresco, lottando contro omertà e connivenze.
(Ed. Mondadori; Oscar BestSellers)

Cronologia opere e bibliografia di John Grisham