«Pace, Pace, che hai!?» aveva svegliato di soprassalto la moglie mio zio Benassi tutto agitato.
Incipit La strada del mare
«Pace, Pace, che hai!?» aveva svegliato di soprassalto la moglie mio zio Benassi tutto agitato. Neanche l’alba o l’aurora ancora, ma buio pesto di là dalla finestra, con solo le luci del lampione di via Cellini che infilandosi tra le doghe consumate dell’avvolgibile di legno la illuminavano a bocca aperta – annaspante sul cuscino – ma senza riuscire a respirare. Boccheggiava quasi, tutta sudata la fronte, le guance, il collo. Sotto le coperte mia zia saltava e sussultava tremante, come lui quella volta – tanti anni prima – all’ultimo attacco di febbri malariche.
Incipit tratto da:
«Che hai Pace, che hai?» la implorava mio zio Benassi, mentre impaurito la strattonava forte per svegliarla.
«Aaargh…» ha fatto lei finalmente inspirando, e subito ricacciando l’aria dai polmoni: «M’agò inzognà un manto nero, Benassi. Un manto che m’involtoleva tuta e am fasea sofegar. Am parea propi da morir». Ma ripresi insieme all’aria i suoi spiriti, era immediatamente ripartita: «Cossa strattónito, orcocan? Stà fermo, baùco, con ste man».
Titolo: La strada del mare
Autore: Antonio Pennacchi
Casa editrice: Mondadori
Quarta di copertina / Trama
Antonio Pennacchi torna con un romanzo intenso ed epico, un nuovo e indimenticabile capitolo della saga della famiglia Peruzzi, in cui racconta gli anni Cinquanta dell’Agro Pontino, del “mondo del Canale Mussolini” e delle donne e degli uomini che lo abitano. E come sempre, nell’opera di Pennacchi, la “piccola” Storia delle famiglie originarie del Veneto, che erano scese nel basso Lazio alla fine degli anni Venti del Novecento per colonizzare le terre bonificate dal regime fascista, e che lì erano diventate una comunità, si intreccia e si mescola con la “grande” Storia italiana e internazionale del dopoguerra.
Otello, Manrico, Accio, e tutti i figli e le figlie di Santapace Peruzzi e di “zio Benassi”, crescono negli anni del boom economico, mentre Littoria diventa Latina, e si sviluppa, si dirama, si spinge fino al mare, grazie a quella “Strada del mare” per costruire la quale Otello si spezzerà la schiena, che legherà Latina allo scenario splendido e maestoso del Mediterraneo, del lago di Fogliano e del promontorio del Circeo, e che sarà poi percorsa, oltre che dagli abitanti delle paludi pontine, dai grandi nomi della storia italiana e internazionale di quegli anni, tra cui Audrey Hepburn, e John e Jacqueline Kennedy.
E così, tra realtà e finzione, sogno e cronaca, seguendo e raccontando lo scorrere degli avvenimenti, Antonio Pennacchi traccia i percorsi dell’anima dei suoi personaggi, e costruisce un grande romanzo corale che unisce, come capita di rado, scorrevolezza e profondità, commozione e divertimento, empatia e gusto intellettuale.
La strada del mare è una nuova, imperdibile tappa dell’epica italiana del Novecento, quell’epica che il romanziere di Latina ha saputo raccontare come nessun altro.
(Ed. Mondadori)
Indice cronologico opere e bibliografia di Antonio Pennacchi