Avrò cura di te – C. Gamberale e M. Gramellini

Incipit Avrò cura di te – C. Gamberale e M. Gramellini

Incipit Avrò cura di te

Ciao tu.
No, forse è meglio: be’, allora? Anzi: ti ricordi di me? Perché io no, non mi ricordo di te. A dirla tutta, non credo di averti mai conosciuto, ma quando si è in caduta libera ci si attacca a qualsiasi appiglio e…
Scusa. Mi rendo conto: non si chiede aiuto così. Ma io non l’ho mai saputo chiedere, aiuto. Eppure ora lo chiedo a te, anche se probabilmente non esisti: proprio perché probabilmente non esisti.
«Grazzie alla Vita, all’Amore e al mio Angelo Custodde ti ho incontrato! Buon San Valentino. Gioconda.»
Ho trovato questo biglietto improbabile nel cassetto del comodino della mia nuova stanza da letto, nella casa dove i miei nonni hanno vissuto per sessantuno anni. Insieme.
Prima se n’è andato lui, sei mesi dopo l’ha raggiunto lei. Da mia nonna, a parte questa casa, ho ereditato soltanto il nome, Gioconda, che mai come adesso mi schiaccia come una beffa. Perché la fiducia nella vita e nell’amore decisamente no, non li ho ereditati.
Così stanotte non mi rimane che rivolgermi a te.

Incipit tratto da:
Titolo: Avrò cura di te
Autori: Chiara Gamberale e Massimo Gramellini
Casa editrice: Longanesi
Qui è possibile leggere le prime pagine di Avrò cura di te

Avrò cura di te - C. Gamberale e M. Gramellini

Cronologia opere, libri, biografia di Chiara Gamberale su Incipitmania
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Quarta di copertina / Trama

Gioconda detta Giò ha trentasei anni, una storia familiare complicata alle spalle, un’anima inquieta per vocazione o forse per necessità e un unico, grande amore: Leonardo. Che però l’ha abbandonata. Smarrita e disperata, si ritrova a vivere a casa dei suoi nonni, morti a distanza di pochi giorni e simbolo di un amore perfetto, capace di fare vincere la passione sul tempo che passa: proprio quello che non è riuscito al suo matrimonio. Ma una notte Giò trova un biglietto che sua nonna aveva scritto all’angelo custode, per ringraziarlo. Con lo sconforto, e con il coraggio di chi non ha niente da perdere, Giò ci prova: scrive anche lei al suo angelo. Che, incredibilmente, le risponde. E le fa una promessa: avrò cura di te. Poi rilancia. L’angelo non solo ha una fortissima personalità, ma ha un nome: Filèmone, e una storia. Soprattutto ha la capacità di comprendere Giò come Giò non si è mai compresa. Di ascoltarla come non si è mai ascoltata. Nasce così uno scambio intenso, divertito, commovente, che coinvolge anche le persone che circondano Giò: il puntiglioso ex marito, la madre fricchettona, l’amica intrappolata in una relazione extraconiugale, una deflagrante guida turistica argentina, un ragazzino che vuole rinchiudersi in una comune… Grazie a Filèmone, voce dell’interiorità prima che dell’aldilà, Giò impara a silenziare la testa e gli impulsi, per ascoltare il cuore. Ne avrà davvero bisogno quando Filèmone la metterà alla prova, in un finale sorprendente che sembrerà confondere tutto. Ma a tutto darà un senso.
(Ed. Longanesi)

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Arrivano i pagliacci – Chiara Gamberale

Incipit Arrivano i pagliacci – Chiara Gamberale

Incipit Arrivano i pagliacci

Durante un trasloco bisogna stare molto attenti a quello che ficchi negli scatoloni, a quello che butti nell’immondizia, a quello che lasci, a quello che regali alla portiera e a non finire tu negli scatoloni, nell’immondizia o dalla portiera. Altrimenti è meglio restare dove sei e rimandare tutto alla prossima volta, se è possibile (a me non lo è).
(Io lascio quasi tutto.)
È un problema molto serio, soprattutto se hai vent’anni e li compi il venti febbraio del duemila. Il 20-02-2000 20 anni! Il due del giorno e quello del mese si eliminano a vicenda e così anche il due dell’anno e il due dei miei anni e viene fuori ZERO. Viene fuori l’anno zero e se mi dimentico dalla portiera insieme alle pantofole con gli ippopotami sopra sono finita perché non mi ricapiterà più una scusa così per pensare che quanto è successo sia giusto e non scappare via. Già è una fortuna che mi capiti una volta, credo e credo anche che a gente come Marilyn Monroe o a qualche Papa l’anno zero sia capitato almeno tre volte. All’edicolante qua sotto pare sia capitato due volte, l’ultima poco prima di morire.

Incipit tratto da:
Titolo: Arrivano i pagliacci
Autrice: Chiara Gamberale
Casa editrice: Mondadori

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Arrivano i pagliacci - Chiara Gamberale

Quarta di copertina / Trama

Allegra Lunare ha vent’anni, è nel momento in cui la vita, per molti, comincia: invece per lei finisce, e deve trovare il coraggio per iniziarne una tutta nuova. Allora Allegra scrive: per non avere paura, per salvarsi l’infanzia, per non dimenticare il senso delle persone e delle cose che sono stati il suo mondo fino a quel momento. Scrive una lettera ai nuovi inquilini che abiteranno la casa dove ha vissuto con la sua bizzarra famiglia, e prende spunto dagli oggetti che rimangono nell’appartamento e di quei pochi che porterà con sé. Ognuno di essi racconta una storia: quella di suo padre, universitario rivoluzionario, e della mamma, giovanissima modella americana; la nascita di suo fratello Giuliano, con la sindrome di down; l’amore magico tra Adriana e Matilde; l’incontro strepitoso con Zuellen, che è affamata d’amore e sa trasformare tutto in qualcos’altro; le cose che ha imparato a teatro e al circo, la più importante: che dopo il numero dei trapezi – quando trattieni il fiato e la felicità sembra spezzarsi a ogni passo – arriva sempre il numero dei pagliacci… La scrittura di Allegra procede come il respiro veloce della giovinezza, quando si ha fretta di capire: per libere associazioni, per assonanze del cuore, accostando ai sentimenti cose che ne sono i correlativi oggettivi, e che spesso li esprimono con molta maggior potenza. Il suo sguardo si posa su ogni spazio da una prospettiva inattesa, filtrato dalle lenti colorate con cui ha imparato a osservare la vita per non essere lambita dalle sue ombre: e ci restituisce un’istantanea sorprendente, candida e acutissima al tempo stesso. «Ho scritto Arrivano i pagliacci quattordici anni fa: avevo ventidue anni, ero alla ricerca pazza di non sapevo neanche io che cosa e quello che scrivevo lo era con me. Quando si fa così il rischio è quello di dare voce a un’urgenza, anziché riflettere bene per dare urgenza a una voce. E forse l’ho corso.» Così scrive nella Nota che chiude questo romanzo Chiara Gamberale, che su quel testo giovanile ha rilavorato con passione e che è davvero una scrittrice intrepida: capace, ogni volta che crea un personaggio, di lasciarsene possedere, e di restituircene poi la voce con un timbro autentico, urgente – appunto – come una domanda che ci riguarda da vicino. Allegra Lunare è proprio così: nel raccontare di sé finisce per porre domande su di noi. Domande vive, che scorticano le apparenze e guardano oltre la superficie: domande rischiose, ma senza correre questo pericolo non c’è vita, e non ci sarebbe letteratura.
(Ed. Mondadori; Scrittori italiani e stranieri)

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Per dieci minuti – Chiara Gamberale

Incipit Per dieci minuti – Chiara Gamberale

Incipit Per dieci minuti

Abitavo nella stessa casa di campagna, alle porte di Roma, da sempre, prima con i miei genitori, poi con una serie di coinquilini, poi con l’uomo che sarebbe diventato mio marito. Ero sposata da dieci anni, da otto tenevo una rubrica per un settimanale, “Pranzi della domenica”, che mi portava per una settimana, da domenica a domenica, a pranzare con una famiglia normalissima o assurda, comunque uguale solo a se stessa, e a raccontarla.

Incipit tratto da:
Titolo: Per dieci minuti
Autrice: Chiara Gamberale
Casa editrice: Feltrinelli
Qui è possibile leggere le prime pagine di Per dieci minuti

Per dieci minuti - Chiara Gamberale

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Quarta di copertina / Trama

Dieci minuti al giorno. Tutti i giorni. Per un mese. Dieci minuti per fare una cosa nuova, mai fatta prima. Dieci minuti fuori dai soliti schemi. Per smettere di avere paura. E tornare a vivere. Tutto quello con cui Chiara era abituata a identificare la sua vita non esiste più. Perché, a volte, capita. Capita che il tuo compagno di sempre ti abbandoni. Che tu debba lasciare la casa in cui sei cresciuto. Che il tuo lavoro venga affidato a un altro. Che cosa si fa, allora? Rudolf Steiner non ha dubbi: si gioca. Chiara non ha niente da perdere, e ci prova. Per un mese intero, ogni giorno, per almeno dieci minuti, decide di fare una cosa nuova, mai fatta prima. Lei che è incapace anche solo di avvicinarsi ai fornelli, cucina dei pancake, cammina di spalle per la città, balla l’hip-hop, ascolta i problemi di sua madre, consegna il cellulare a uno sconosciuto. Di dieci minuti in dieci minuti, arriva così ad accogliere realtà che non avrebbe mai immaginato e che la porteranno a scelte sorprendenti. Da cui ricominciare. Con la profonda originalità che la contraddistingue, Chiara Gamberale racconta quanto il cambiamento sia spaventoso, ma necessario. E dimostra come, un minuto per volta, sia possibile tornare a vivere.
(Ed. Feltrinelli; I Narratori)

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