Chi dice e chi tace – Chiara Valerio

Incipit Chi dice e chi tace - Chiara Valerio

Incipit Chi dice e chi tace

Le bambine, scese dalla macchina, si erano messe a correre e non ci avevano salutato.
Ferma sulla porta, mia madre le aveva abbracciate e mi aveva sorriso sollevando il mento come a dire Non ti preoccupare.
Luigi aveva messo in moto prima che potessi dispiacermi o pentirmi di aver accettato l’invito per un fine settimana a Ponza, in una casa dalla quale si vedeva il porto.
La traversata in traghetto da Formia era stata piacevole e il venerdì pomeriggio caldo. Caldo umido. E infatti, sabato e domenica mattina, prima della partenza, l’aria era spessa e pareva dovesse piovere, ma non aveva piovuto. Avevamo passeggiato, mangiato, e c’eravamo fatti il bagno. Luigi no, diceva che l’acqua era fredda. Anche se non era vero. Semplicemente, preferiva ascoltare le chiacchiere seduto ai tavoli del bar del porto.
La domenica sera, rientrati a casa, avevo messo a letto le bambine, sfogliato l’edizione pomeridiana del Golfo, il foglio ciclostilato delle due parrocchie, e avevo fumato una sigaretta.
Se non ho letto della morte di Vittoria è perché prima di andare a dormire non leggo i necrologi e gli annunci immobiliari.

Incipit tratto da:
Titolo: Chi dice e chi tace
Autrice: Chiara Valerio
Casa editrice: Sellerio
In copertina: Self care di Erika Lee Sears, 2020

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Chi dice e chi tace - Chiara Valerio

Quarta di copertina / Trama

Scauri, affacciato sul Tirreno, è l’ultimo paese del Lazio, un posto né bello né brutto, con una sua grazia scomposta. Qui negli anni Settanta si trasferisce Vittoria, è arrivata assieme a Mara, forse l’ha adottata, forse l’ha rapita, si dicono tante cose. Vittoria, con la sua risata che comincia bassa e finisce acuta, è una donna distaccata e affabile, accogliente ed evasiva; ha comprato una casa nella quale tutti possono entrare e uscire, ha aperto una pensione per animali quando in paese i veterinari si preoccupano solo di mucche e conigli. Vittoria non ha mai litigato con nessuno, non ha mai cambiato taglio di capelli. La sua generosità è inesauribile, alcune sue abitudini sono diventate moda comune. Il paese non la capisce, eppure si sente attratto da lei.
Vittoria viene ritrovata morta nella vasca da bagno, uno stupido incidente, una fine improbabile. Il paese accetta, perché sa capire le disgrazie e tace, Lea Russo invece no. Lea, che fa l’avvocato, ha un marito, due figlie e una vita ricca di impegni, è sempre stata affascinata da Vittoria. Non vuole accontentarsi di ciò che ha avuto sempre davanti agli occhi. Vuole capire come è morta Vittoria, e chi era davvero. Ciò che emerge della donna, del suo passato insospettabile, spinge Lea Russo lungo un sentiero su cui è difficile avanzare, e dal quale è impossibile tornare indietro. Qui scopre l’evanescenza dell’identità, la sua e quella di tutti. Qui scopre, senza riuscire a contarle, quante sono le facce della violenza. Storia nera di personaggi, indagine su una provincia insolita, ritratto di donne in costante mutazione. In Chi dice e chi tace niente rimane mai fermo, le passioni, le inquietudini, le verità e gli enigmi, i silenzi del presente e il frastuono del passato: tutto sempre si muove, tutto può sempre cambiare.
(Sellerio; La Memoria)

La tecnologia è religione – Chiara Valerio

Incipit La tecnologia è religione - Chiara Valerio

Incipit La tecnologia è religione

Lo zero è un artificio. Si sceglie da dove cominciare.
Lo zero di queste pagine è una domanda di mio nipote Francesco nei suoi cinque anni. Zia, esistono altri uomini ragno oltre l’Uomo ragno?
Per rispondergli, mi ero guardata intorno e avevo preso un fascicolo sul museo del Prado (un allegato degli anni Novanta a «la Repubblica») e lo avevo aperto sul Giardino delle delizie di Bosch. Ci eravamo messi a studiare le figurine mostruose e meravigliose, ridendo o dicendo Che schifo o Uao. A un certo punto, Francesco, per guardare meglio, aveva allungato pollice e indice uniti sulla figura, li aveva appoggiati sulla pagina e separati come si fa per ingrandire le immagini sullo schermo di uno smartphone o di un pad. Dopo aver ripetuto il gesto senza alcun esito, mi si era rivolto deluso, infastidito e frustrato. Aveva detto Zia, il libro non funziona.
Le risposte a quel suo sconcerto si aggiravano tra Cambiare l’immagine di una porzione di mondo è piú facile che cambiare una porzione di mondo e L’immagine della realtà non è la realtà e non lo è perché non esiste linguaggio, dispositivo tecnologico o serie di dispositivi che descrivano e corrispondano a tutta la realtà. Motivo per cui non possiamo andare in giro con due dita unite, appoggiarle all’aria, separarle e ingrandire l’albero là in fondo fino a cogliere le mele. Tocca camminare, prendere la scala, salirci sopra e fare attenzione, perché esiste la gravità e dunque si cade. Non cadono solo le mele, tutto cade.
Mio nipote è nato in un mondo in cui la tecnologia è sufficientemente potente da mimare la realtà e dunque Francesco confonde i fatti con le rappresentazioni, di piú, le ritiene sovrapponibili, ancora di piú, si irrita perché la tecnologia offre maggiori comodità, tra cui la ripetizione. Non lo fa solo lui, lo facciamo quasi tutti.
Incapace di trovare una risposta soddisfacente, gli avevo sorriso. Francesco si era steso a pancia sotto e avvicinato alla pagina per guardare meglio, subito dimentico della frustrazione di un attimo prima. Il suo corpo è la tecnologia che amplifica il libro, non se lo dice, ma lo sa, anzi, lo fa. Usiamo i dispositivi e siamo noi stessi dispositivi. Il movimento del corpo corregge i limiti della tecnologia. La tecnologia compensa i limiti del corpo.

Incipit tratto da:
Titolo: La tecnologia è religione
Autrice: Chiara Valerio
Casa editrice: Einaudi
Qui è possibile leggere le prime pagine di La tecnologia è religione

La tecnologia è religione - Chiara Valerio

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Quarta di copertina / Trama

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Che differenza c’è tra danzare per far piovere, e schiacciare un tasto per illuminare uno schermo? In entrambi i casi, un movimento del nostro corpo fa accadere qualcosa. Nel primo caso, la danza della pioggia si rivolge a una qualche divinità e il dispositivo che ne attiva l’intervento è il nostro corpo. Nel secondo caso il dispositivo è un prolungamento del corpo. Norbert Wiener, matematico, sottolineava, già negli anni Cinquanta del Novecento, la pericolosa e facile identità tra religione e tecnologia. È dunque ragionevole domandarsi oggi quanto politiche culturali prive di immaginazione abbiano allontanato la tecnologia dalla scienza, trasformandola in una fede che ha i propri sacerdoti, i black fridays di festa, gli eretici, gli atei e i martiri da social network.
(Einaudi Editore)

La tecnologia è religione - Audiolibro - Valerio

Cosí per sempre – Chiara Valerio

Incipit Cosí per sempre – Chiara Valerio

Incipit Cosí per sempre

Un essere umano pesa circa due chili e mezzo di cenere. Per sapere il resto ci vuole molto tempo. E un amico. Di tempo ne aveva, ma gli mancava Carl.
Se avete a disposizione un intero rocchetto, non dovete immaginare la lunghezza del filo o supporla. I sogni sono tagli o giunte, amico mio, gli esseri immortali, se ne esistono – aveva sorriso Carl dietro a piccoli occhiali d’oro tondo -, non sognano. Chi ha a disposizione tutto il tempo lo misura.
Giacomo Koch – questo il nome del Conte oggi che la storia comincia – della mancanza di sogni non si era mai lamentato, ma gli dispiaceva, adesso, non poter sognare Carl e discutere con lui. Così quella mattina, cosa che non gli era mai capitata e Carl aveva escluso potesse accadere, Giacomo provava nostalgia.
Dopo centoventi anni nella vecchia Europa, si era abituato alla necessità degli esseri umani di sentirsi corrisposti, e che Carl non potesse venirgli incontro nell’immaginazione, nella fantasia o nel sogno, lo adombrava. Sí, in quel mattino di primavera prossima, Dracula era dispiaciuto.
Aveva i ricordi, ma i sogni sono qualcosa di diverso. Lo aveva imparato leggendo e ascoltando. Sono una discarica di ricordi, una accelerazione di quella decomposizione della quale conosceva ogni cosa e che non riguarda solo la carne.
C’è la volontà al centro dei sogni, non il desiderio.
La versione sognata di Carl sarebbe stata diversa dal ricordo di Carl, avrebbe enunciato altre ipotesi e altre teorie, sarebbe cambiata, e finché le cose cambiano, esistono sia il tempo che gli esseri viventi.
Giacomo era conscio che nostalgia e malinconia, come quasi tutti i sentimenti umani, sono stati. Ed essendo stati, sono luoghi, ed essendo luoghi, li si può raggiungere, o provarci. Perciò, per approdare alla particolare malinconia di quella mattina di marzo avrebbe preso un treno fino a Milano, cambiato per Zurigo e da li per Küsnacht, dove, poggiata la mano sulla tomba di Carl, avrebbe lasciato un fiore, o un pensiero. Meglio i fiori. Sia per lui che per gli esseri umani, la terra era certezza. L’uomo deve andare al di sotto, aveva detto Carl Jung, Ci andremo tutti, gli aveva risposto Giacomo in un mattino del 1959.

Incipit tratto da:
Titolo: Cosí per sempre
Autrice: Chiara Valerio
Casa editrice: Einaudi
Qui è possibile leggere le prime pagine di Cosí per sempre

Cosí per sempre - Chiara Valerio

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Quarta di copertina / Trama

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L’uomo sulla terrazza è antico quasi come la città che sta guardando. Il suo gatto Zibetto, piú nero di tutti i gatti neri, come lui conosce troppe storie. L’uomo è il conte Dracula. Ama la scienza, la fragilità degli esseri umani, e una donna dal viso sempre uguale. Nel 1897 la storia d’amore con Mina Harker non è finita: per chi non è piú legato allo scorrere del tempo, nulla può mai finire. Oggi lui sta a Roma, che è una città eterna, e lei vive a Venezia, che è una città immortale. L’eternità e l’immortalità sono due cose diverse, Dracula l’ha capito e Mina no. Sarà pur vero che l’odio è anche amore, ma dove l’amore cerca passione l’odio chiede vendetta.
Giacomo Koch è il nome del conte Dracula quando questa storia comincia. Mina Harker, la donna a causa della quale stava per essere ucciso, è sfuggita alla morte, ora si chiama Mina Monroy ed è lei stessa un vampiro. Il loro gatto Zibetto può arrampicarsi anche per dieci piani e porta alle zampe anteriori due vistosi anelli d’oro, per l’esattezza due fedi nuziali. Questa storia, ambientata oggi tra Roma e Venezia, attraversa i secoli e affonda le sue radici alla fine dell’Ottocento, quando il conte Dracula lascia la Transilvania per trasferirsi in Occidente. È allora che ha preso il nome di Giacomo Koch e ha cominciato a interessarsi alla professione medica, ed è oggi che lavora come anatomopatologo all’ospedale Fatebenefratelli. Attraversando la grande stagione delle scienze, Giacomo ha capito molte cose. La prima è che tutto ciò che scorre è nutrimento, non solo il sangue, per quanto il sangue umano rappresenti ancora il suo cibo preferito. Ha capito che non si può vincere la nostalgia per i prodigiosi limiti dei viventi, e che grazie alla forza di gravità ogni uomo e ogni donna contengono l’universo; sa, soprattutto, che quando nei vampiri scorre il sangue essi diventano umani, e come gli umani sono vulnerabili, possono essere ammazzati. Mina, invece, non ha voluto capire altro che sé stessa, ha vissuto gli ultimi sessant’anni insieme a una donna che il Conte ha ucciso – come, in effetti, ha ucciso tutti gli amori della sua vita – e pensa, per punirlo, di dover distruggere l’unica vera grande passione di Dracula: gli esseri umani. Decide, nella Venezia dove tutto scorre, di aprire un salone di bellezza in cui il tempo non scorra piú. Dal salone di Mina chiunque entri uscirà uguale a sé stesso. Per sempre. Cosí per sempre.
(Ed. Einaudi; Supercoralli)