Addio a Berlino – Christopher Isherwood

Incipit Addio a Berlino – Christopher Isherwood

Incipit Addio a Berlino

Diario berlinese (Autunno 1930).
Dalla mia finestra vedo la strada fonda, solenne, massiccia. Botteghe seminterrate dove tutto il giorno ardono i lumi, all’ombra di facciate cariche di pesanti balconi, di sporchi frontoni di stucco ornati di scudi, nastri svolazzanti e altri simboli araldici. Tutto il quartiere è così: strade e strade di case che fanno pensare a vecchie monumentali casseforti, colme dei beni deprezzati e dei brutti mobili di una classe media fallita.
Io sono una macchina fotografica con l’obiettivo aperto; non penso, accumulo passivamente impressioni. Registro l’uomo che si rade alla finestra di fronte e la donna in chimono che si lava i capelli: un giorno tutto ciò dovrà essere sviluppato, attentamente stampato, fissato.

Incipit tratto da:
Titolo: Addio a Berlino
Autore: Christopher Isherwood
Traduzione: Maria Martone
Titolo originale: Goodbye to Berlin
Casa editrice: Garzanti
Qui è possibile leggere le prime pagine di Addio a Berlino

Addio a Berlino - Christopher Isherwood

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Incipit Goodbye to Berlin

A Berlin Diary
Auttonn1930
From my window, the deep solemn massive street. Cellar-shops where the lamps burn all day, under the shadow of top-heavy balconied facades, dirty plaster frontages embossed with scroll-work and heraldic devices. The whole district is like this: street leading into street of houses like shabby monumental safes crammed with the tarnished valuables and secondhand furniture of a bankrupt middle class.
I am a camera with its shutter open, quite passive, recording, not thinking. Recording the man shaving at the window opposite and the woman in the kimono washing her hair. Some day, all this will have to be developed, carefully printed, fixed.

Incipit tratto da:
Title: Goodbye to Berlin
Author: Christopher Isherwood
Publisher: New Directions
Language: English

Quarta di copertina / Trama

Pubblicato per la prima volta nel 1939, Addio a Berlino è unanimamente considerato il capolavoro di Christopher Isherwood. Solo in anni recenti il successo del libro è stato attutito da quello della commedia, del musical e del film che ne furono tratti, il celeberrimo Cabaret. Mirabile resta però ancora oggi alla lettura la descrizione di una città capitale in preda a una frenetica gioia di vivere. La Berlino degli anni 1930-1933 che Isherwood mettendosi nei panni di un giovane intellettuale straniero, il quale vi campa praticamente dando lezioni di inglesee però tutto osserva con uno sguardo assiduo e fotografico, è quella dei caffè e dei viali, delle pensioni e delle case signorili, dei teppesti e dei commercianti, delle balere e dei cabaret, degli scontri di piazza e delle file per il pane, degli, dei comunisti, dei nazisti… Addio a Berlino è un ducumento insustituibile per capire quegli anni di irrequieta euforia che segnarono la fine di un’epoca e lo scoppio di un’immensa tragedia.
(Ed. Garzanti; Gli Elefanti)

Da questo romanzo il film Cabaret (1972) per la regia di Bob Fosse

Addio a Berlino - Audiolibro - Isherwood

La violetta del Prater – Christopher Isherwood

Incipit La violetta del Prater – Christopher Isherwood

Incipit La violetta del Prater

«Parlo col signor Isherwood?».
«In persona».
«Proprio il signor Christopher Isherwood?».
«Sì, sono io».
«È da ieri nel pomeriggio, sa, che cerchiamo di comunicare con lei».
La voce all’altro capo del filo aveva una punta di rimprovero.
«Ero fuori».
«Era fuori?».
La voce non sembrava convinta del tutto. «Sì».
«Ah… capisco». Una pausa, come per considerare il fatto. Poi, con improvviso sospetto: «Eppure, è strano… Il suo numero era sempre occupato. Continuamente».
«Ma chi è lei?» chiesi spazientito.
«Imperiai Bulldog».
«Come, scusi?».
«L’Imperiai Bulldog Pictures, la casa cinematografica. Le parlo a nome del signor Chatsworth… A proposito, lei si è trovato per caso a Blackpool nel 1930?».
«Ma qui ci deve essere un errore…». E mi accinsi a riattaccare. «Non sono mai stato a Blackpool in vita mia».

Incipit tratto da:
Titolo: La violetta del Prater
Autore: Christopher Isherwood
Traduzione: Giorgio Monicelli
Titolo originale: Prater Violet
Casa editrice: Adelphi
Qui è possibile leggere le prime pagine di La violetta del Prater

La violetta del Prater - Christopher Isherwood

Incipit Prater Violet

MR. ISHERWOOD?’
`Speaking’
Mr. Christopher Isherwood?’
`That’s me.’
`You know, we’ve been trying to contact you ever since yesterday afternoon.’ The voice at the other end of the wire was a bit reproachful.
`I was out.’
`You were out?’ (Not altogether convinced.)
`Yes.’
`Oh … I see …’ (A pause, to consider this. Then, suddenly suspicious.) ‘That’s funny, though … Your number was always engaged. All the time.’
‘Who are you?’ I asked, my tone getting an edge on it.
`Imperial Bulldog.’
`I beg your pardon?’
`Imperial Bulldog Pictures. I’m speaking for Mr. Chatsworth … By the way, were you in Blackpool any time during 1930?’
`There must be some mistake …’ I got ready to hang up on him. ‘I’ve never been to Blackpool in my life.’

Incipit tratto da:
Title: Prater Violet
Author: Christopher Isherwood
Publisher: Vintage Digital
Language: English

Quarta di copertina / Trama

Il cinema ha un suo modo di affrontare i tempi più difficili, che da sempre consiste nel proporre agli spettatori i più facili fra i soggetti possibili. Così nella Londra degli anni dell’ascesa di Hitler, mentre tutti si preparano all’inevitabile, un volitivo produttore, Chatsworth, ritiene sia il momento giusto per mettere in cantiere un’operetta vagamente mitteleuropea, di quelle che vanno parecchio anche a Hollywood nello stesso periodo. Chatsworth è altresì sicuro che La violetta del Prater sbancherà il botteghino, ma a due condizioni: che a dirigerlo sia il più talentuoso e paranoide fra i registi di lingua tedesca, Friedrich Bergmann, e che a occuparsi della sceneggiatura sia un giovane, promettente scrittore – Christopher Isherwood. Quanto segue è semplicemente la storia veridica (come il suo doppio narrativo, Isherwood prima della guerra aveva effettivamente lavorato alla Gaumont) e non resistibile (a volte, si sa, i making of sono cinema allo stato puro) di come un film nasce e si trasforma, e soprattutto di come giorno per giorno rischia, nei modi spesso più folli e sgangherati, la catastrofe. Per John Boorman, questo piccolo gioiello semidocumentario era il più bel libro in circolazione sul rapporto fra il cinema immaginario e quello reale; per qualsiasi lettore, sarà quantomeno una necessaria e appassionante parafrasi della lapidaria definizione che Bergmann, in un momento di franchezza, largisce a Christopher: «Sa che cos’è un film? … Un film è una macchina infernale».
(Ed. Adelphi; Fabula)

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Ottobre – Christopher Isherwood

Incipit Ottobre – Christopher Isherwood

Incipit Ottobre

PRIMO OTTOBRE.
Compleanno di mio fratello Richard. Oggi avrebbe compiuto sessantotto anni. E’ morto di un attacco di cuore il 15 maggio scorso – appena sei giorni dopo il “triplo anniversario” di famiglia: morte di nostro padre Frank (1915), morte del nonno John (1924), morte della zia Muriel (1966), tutti deceduti il 9 maggio.
Mistress Dan scriveva: “Poteva confidarmi tutti i suoi piccoli timori e segreti, sapendo che sarebbero stati in buone mani… Quando era con noi, si sentiva al sicuro nel nostro piccolo mondo… La domenica gli piaceva guardare il servizio religioso alla televisione e cantare con gli altri l’inno “Eternal Father”, aveva una voce possente e una risata cordiale e ridevamo sempre per le minime sciocchezze… Veniva con noi ovunque, gli piaceva il movimento della macchina, diceva che gli conciliava il sonno, e così era. Noi non scendevamo mai dall’auto insieme, voleva sempre che uno di noi due restasse con lui… L’ultima settimana mi ha detto: Mistress Dan, pensa che stia per morire visto che tutti gli avvenimenti del passato mi sfilano continuamente davanti?, e io gli ho detto che saremmo morti insieme, tutti e tre… Mentre Dan lo aiutava a scendere dalla macchina, si è accasciato ed è spirato tra le braccia di Dan, che amava”.

Incipit tratto da:
Titolo: Ottobre
Autore: Christopher Isherwood
Traduzione: Maria Pia Tosti Croce
Titolo originale: October
Casa editrice: Mondadori

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Ottobre - Christopher Isherwood

Quarta di copertina / Trama

Uno scrittore anziano guarda la scena del proprio finale: con il poco tempo che gli resta, non può avere timori per il futuro. Anzi nella sua casa costruita sul lato più scosceso di un canyon, scossa a volte dai terremoti della California, è felice. Ha ancora un odore d’autunno da aspirare, una battaglia umana da sostenere, una persona amata da cui lasciarsi amare.
Pubblicato nel 1980, sei anni prima che Isherwood morisse, questo diario-testamento parla di scrittura e passione, di arte e di vita. Giorno per giorno, mentre il suo compagno Don Bachardy, pittore, lavora accanto a lui.
Isherwood con la rapinosa leggerezza di tocco del suo stile, ritrae dal vivo un’esistenza piena. Per il narratore di Addio a Berlino,La violetta del Prater, Un uomo solo, Ottobre è una vivace primavera.
(Ed. Mondadori; I Gabbiani)

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