Il segreto della camera 3 – Colin Dexter

Quando il vecchio morì non vi fu grande gaudio nei cieli

Incipit Il segreto della camera 3

Quando il vecchio morì non vi fu grande gaudio nei cieli, e neanche profondo dolore nella Charlbury Drive, una stradina a fondo chiuso, di casette modeste ma gradevoli, dove l’uomo si era trasferito dopo la pensione. Eppure alcuni vicini, in realtà quasi solo donne, avevano stretto una qualche relazione con lui, sia pure alla lontana, mentre spingevano la carrozzina o trascinavano i carrelli portaspesa davanti al suo prato, sempre così in ordine; e due di quelle signore, una volta scoperto che la cerimonia era fissata per quel sabato, avevano deciso che era loro dovere partecipare alle esequie. Una delle due era Margaret Bowman.

Incipit tratto da:
Titolo: Il segreto della camera 3
Autore: Colin Dexter
Traduzione: Luisa Nera
Titolo originale: The Secret of Annexe 3
Casa editrice: Sellerio

Libri di Colin Dexter

Copertine di Il segreto della camera 3 di Colin Dexter

Incipit The Secret of Annexe 3

When the old man died, there was probably no great joy in heaven; and quite certainly little if any real grief in Charlbury Drive, the pleasantly unpretentious cul-de-sac of semi-detached houses to which he had retired. Yet a few of the neighbours, especially the womenfolk, had struck up some sort of distanced acquaintance with him as they pushed prams or shopping trolleys past his neatly kept front lawn; and two of these women (on learning that things were fixed for a Saturday) had decided to be present at the statutory obsequies. Margaret Bowman was one of them.

Incipit tratto da:
Title: The Secret of Annexe 3
Author: Colin Dexter
Publisher: Pan Macmillan
Language: English

Quarta di copertina / Trama

«Quelle maschere erano la realtà, e le facce che nascondevano erano la finzione». L’Hotel Haworth di Oxford offre pacchetti turistici allettanti, e poiché è un albergo discreto e frequentato da una clientela mista, non lo disdegnano anche coppie clandestine. Così non è un fatto straordinario che per il Capodanno in maschera (tre giorni di divertimenti, a prezzo scontato per chi accetti la sistemazione nella dépendance) capitino in stanze contigue i misteriosi Ballard, gli sfuggenti Smith e l’eccitante signora Palmer con quel marito tanto più anziano di lei – per tacere della quarta camera di quel padiglione staccato, disdetta all’ultimo da una signora. Non se ne stupiscono né il proprietario signor Binyon, un ex manovale favorito da un colpo di fortuna, né la graziosa Sarah Jonstone, di fatto, vista l’inerzia della proprietaria, efficiente direttrice della casa, abituata a notare ogni cosa. Nessuno ha notato invece, fino al giorno dopo, che c’è un morto nella camera 3, sfigurato con un colpo in pieno volto, fra l’altro proprio il vincitore del trofeo per il costume più riuscito. Non si sa chi fosse in realtà; sua moglie, o comunque la sua accompagnatrice, è sparita. L’ispettore capo Morse inizia l’inchiesta incuriosito dall’assortimento delle coppie e stupito che la notte non abbia lasciato tracce sulla neve candida. Con una punta di acidità, presente nella tradizione del grande giallo inglese, e una bella misura di ironia, i polizieschi di Colin Dexter entrano con morbosità vittoriana nei piccoli segreti di famiglie ordinarie della più colta provincia inglese. E su questi misteri domestici ordiscono raffinati rebus. Enigmi classici che, non senza errori e false piste, risolve la fantasia geniale di Morse. Un personaggio affascinante, impietosamente caustico con la mediocrità, pronto a maltrattare chiunque, in primis il suo sergente Lewis, sempre frustrato nella sua passione per le donne, esperto di enigmistica e cultore di Wagner.
(Ed. Sellerio; La Memoria)

Bibliografia e cronologia opere Colin Dexter

Pubblicato anche con il titolo: Il mistero della stanza n.3

L’ispettore Morse e le morti di Jericho – Colin Dexter

Non particolarmente bella, pensò

Incipit L’ispettore Morse e le morti di Jericho

Non particolarmente bella, pensò. Sempre che si possa misurare la bellezza di una donna in base a un parametro oggettivo, per così dire sub specie aeternae pulchritudinis. Eppure, nell’ora che era più o meno trascorsa dopo lo scambio di convenevoli durante la fugace presentazione, i loro occhi si erano incrociati varie volte, agganciandosi. Dopo il terzo bicchiere di vino rosso presumibilmente di ottima qualità decise di provare ad allontanarsi dalla crocchia di conoscenti con cui s’era intrattenuto fino a quel momento.
Facile.

Incipit tratto da:
Titolo: L’ispettore Morse e le morti di Jericho
Autore: Colin Dexter
Traduzione: Luisa Nera
Titolo originale: The Dead of Jericho
Casa editrice: Sellerio

Libri di Colin Dexter

Copertine di L’ispettore Morse e le morti di Jericho di Colin Dexter

Incipit The Dead of Jericho

Not remarkably beatiful, he thought. Not, that is to say, if one could ever measure the beauty of a woman on some objective scale: sub specie aeternae pulchritudinis , as it were. Yet several times already, in the hour or so that followed the brisk, perfunctory ‘hallos’ of their introduction, their eyes had met across the room – and held. And it was after his third glass of slightly superior red plonk that he managed to break away from the small circle of semi-acquaintances with whom he’d so far been standing.
Easy.

Incipit tratto da:
Titolo: The Dead of Jericho
Autore: Colin Dexter
Casa editrice: Pan Macmillan

Quarta di copertina / Trama

«Morta, morta, morta. E… Dio mio! Si era impiccata, a quanto dicevano. Una donna affettuosa, attraente, viva… e si era impiccata. Perché? Perché? Perché?».
L’irritante, bisbetico ispettore capo Morse ammira le donne ma ha una certa resistenza a concludere. Una sera qualunque, a un ricevimento, incontra una signora bella e disponibile, dotata di uno spirito e di una grazia seducenti. Nonostante l’attentato alla sua testarda solitudine sia molto promettente, un misto di indolenza e di pessimismo porta l’ispettore a non continuare l’avventura. Ma sei mesi dopo, per una di quelle «ironie della vita» (per citare Thomas Hardy, di cui forse si avverte l’influsso in questa storia così amara), Morse, trovandosi per caso nel quartiere di Jericho a nord di Oxford dove la donna abitava, scopre la sua fine desolata.
È proprio così, è un suicidio? L’istinto di investigatore di Morse non può appagarsi con tanta superficialità e comincia un’inchiesta che batte a tappeto tutte le persone e tutte le occasioni legate alla fine di Anne Scott: gli amanti, gli alunni, i colleghi del circolo di lettura, le signore del circolo del bridge, i vicini di casa – quelli maligni, quelli amichevoli e quelli solo indifferenti. Registrando, con stupore crescente per il lettore, quante persone qualunque potrebbero avere un buon movente per uccidere una donna così amabile. Difatti sono diverse le piste seguite e numerosi i vicoli ciechi, poco prima di imboccare i quali, il lettore è convinto con Morse di essere prossimo a una soluzione in realtà lontana.
La storia, si svolge in un’atmosfera di particolare malinconia, perché Anne è una donna che davvero fa innamorare e l’occasione per Morse era unica: e in generale perché tutto sembra sfidato dal destino, con una sfilza di «se solo… se solo…» per i tanti personaggi. L’intreccio è geniale, dando la sensazione di poter contenere più soluzioni dell’enigma ugualmente funzionanti e quindi altrettanti romanzi. Con un effetto finale del tutto inatteso. A confermare che lo scrittore Colin Dexter è il grande rinnovatore e il massimo esponente attuale del giallo di scuola inglese.
(Ed. Sellerio; La Memoria)

Bibliografia e cronologia opere di Colin Dexter

Pubblicato anche con il titolo: I morti di Jericho

L’ultima corsa per Woodstock – Colin Dexter

«Aspettiamo ancora cinque minuti, ti prego»

Incipit L’ultima corsa per Woodstock

«Aspettiamo ancora cinque minuti, ti prego» disse la ragazza in pantaloni blu e impermeabile estivo. «Sono sicura che arriva subito».
Del tutto sicura non era, però, e per la terza volta si girò a esaminare l’orario affisso nella cornice rettangolare sotto il cartello della fermata. Ma la sua mente non si era mai mossa con scioltezza tra le colonne di numeri, e il dito che tracciava un’incerta rotta orizzontale dal margine sinistro del riquadro non sembrava destinato a incontrare nel punto giusto quello che calava lungo una direttrice più o meno verticale a partire dal bordo superiore. La ragazza che le stava accanto dondolandosi impaziente da un piede all’altro disse: «Fa’ un po’ quello che vuoi».

Incipit tratto da:
Titolo: L’ultima corsa per Woodstock
Autore: Colin Dexter
Traduzione: Luisa Nera
Titolo originale: Last bus to Woodstock
Casa editrice: Sellerio

Libri di Colin Dexter

Copertine di L’ultima corsa per Woodstock di Colin Dexter

Incipit Last Bus to Woodstock

‘Let’s wait just a bit longer, please,’ said the girl in dark-blue trousers and the light summer coat. ‘I’m sure there’s one due pretty soon.’
She wasn’t quite sure though, and for the third time she turned to study the time-table affixed in its rectangular frame to Fare Stage 5. But her mind had never journeyed with any confidence in the world of columns and figures, and the finger tracing its tentatively horizontal course from the left of the frame had little chance of meeting, at the correct coordinate, the finger descending in a vaguely vertical line from the top. The girl standing beside her transferred her weight impatiently from one foot to the other and said, ‘I don’ know abou’ you.’

Incipit tratto da:
Title: Last Bus to Woodstock
Author: Colin Dexter
Publisher: Pan Macmillan
Language: English

Quarta di copertina / Trama

Con Colin Dexter, a detta dei critici, siamo ai piani alti dell’arte del poliziesco. Uno scrittore di timbro classico, da paragonare a Ruth Rendell e P. D. James. L’ambientazione è tipicamente inglese: l’Inghilterra da cartolina, dei pub e dei sobborghi verdi, cui però si aggiunge subito il graffio della violenza e delle sordide passioni. Limpida è la razionalità del puzzle, privo di effetti appariscenti e senza l’eccitante dell’azione a tutti i costi: ma l’enigma dell’intreccio non è mai creato grazie alla trovata cervellotica, semmai sono le sorprese che riserva la vita quotidiana a rimescolare e confondere. E l’umanità dei personaggi, così come il retroterra culturale che sostiene ogni pagina, affiora soprattutto nell’ininterrotto filo di ironia, a volte amara, a tratti malinconica, perfino ammiccante con i lettori alle spalle dei protagonisti della narrazione. Insomma nei romanzi di Colin Dexter scopriamo una prova, tra le più interessanti e riuscite, di rinnovamento del giallo inglese tradizionale. L’ispettore E. Morse e il suo aiuto, il sergente Lewis, sono in L’ultima corsa per Woodstock al loro esordio da protagonisti della serie che comprende più di dieci casi. Si sono presi subito, quando Morse ha chiesto al subalterno: «Crede che stia perdendo tempo?» e Lewis ha risposto senza affanno: «Sì signore». Il sergente ha appreso presto a concepire come utili all’inchiesta i cruciverba del superiore, la passione per Wagner, i sarcasmi fuori luogo, il bere, la solitudine. L’occhio scrutatore di Morse, infatti, sembra sempre rivolto verso l’interno, dentro lui stesso mentre guarda la vita degli altri scivolare in cupi drammi. All’inizio, la bella Sylvia Kaye, scomparsa alla fermata per Woodstock, ritrovata ore dopo uccisa in modo brutale nel pub a nord di Oxford, era sembrata l’interprete di una tragedia di ordinario orrore. L’inchiesta s’era avviata agevolmente. Tanto che «Morse si era sentito fiducioso nelle proprie capacità, come uno studente che, alle prese con un insidioso problema di matematica, in segreto si tenga accanto il libro delle risposte». Presto però una ragazza cocciuta e intelligente aveva aperto le prime crepe nel castello di sabbia dell’investigatore. E non era stato l’unico contrattempo. Una serie esasperante di trabocchetti, false piste, colpi di scena, convinceva Morse che, forse, «il libro delle risposte conteneva un errore».
(Ed. Sellerio)

Bibliografia e cronologia opere di Colin Dexter

Pubblicato anche con il titolo: L’ultimo autobus per Woodstock