Pochi inutili nascondigli – Giorgio Faletti

Incipit Pochi inutili nascondigli

“La casa è piuttosto strana, però di qua la vista è stupenda!”
In piedi sulla soglia, Marco si girò verso la sorella. Stava ritta sulla scogliera che precipitava a picco nel mare, una ventina di metri oltre il piccolo giardino delimitato da un muretto bianco.
Il suo maglione rosso era una macchia sullo sfondo blu cobalto dell’Egeo.
(Una gomma e una matita)

Incipit tratto da:
Titolo: Pochi inutili nascondigli
Autore: Giorgio Faletti
Casa editrice: Baldini Castoldi Dalai

Libri di Giorgio Faletti

Copertina di Pochi inutili nascondigli di Giorgio Faletti

Risvolto di copertina / Trama

Sette racconti, sette storie, sette viaggi verso non si sa dove.
Intorno a ognuno di noi, dentro a ognuno di noi, c’è sempre una parte oscura, un lato in ombra che la luce della ragione ha timore di illuminare per aura di ritrovarsi sconfitta. E in questa zona buia e fantastica si muovono i personaggi di questa antologia, uomini e donne che si trasformano in vittime o carnefici quandosi trovano all’improvviso di fronte a un mondo sconosciuto, a un nuovo volto nello specchio, a quella cupa forma di angoscia che solo l’incomprensibile può trasformare in orrore.
(Ed. Baldini Castoldi Dalai editore)

Indice cronologico opere e bibliografia di Giorgio Faletti

Il fattore Scarpetta – Patricia Cornwell

Incipit Il fattore Scarpetta

Il vento gelido soffiava a raffiche dall’East River facendo svolazzare il cappotto della dottoressa Kay Scarpetta, che camminava di buon passo lungo 30th Street.
Mancava una settimana a Natale, ma non c’era nemmeno un accenno di atmosfera festiva in quello che lei chiamava il “triangolo tragico” di Manhattan, tre vertici uniti da squallore e morte: alle sue spalle il Memorial Park, il tendone bianco dove erano conservati sotto vuoto i resti umani mai identificati o ritirati dopo l’11 settembre; più avanti, sulla sinistra, l’edificio di mattoni rossi in stile gotico che un tempo ospitava l’ospedale psichiatrico di Bellevue e ora era un centro di accoglienza per i senzatetto; di fronte, l’OCME, l’Istituto di medicina legale. Lì una delle saracinesche grigie dell’ingresso di servizio era aperta e un camion si stava avvicinando in retromarcia per scaricare assi di compensato. Per tutta la giornata c’era stato un gran baccano, un martellare costante nei corridoi dell’obitorio, dove i rumori risultavano amplificati come in un anfiteatro. Gli operai montavano a ritmo serrato bare di pino di tutte le misure, per adulti e bambini poveri. Ma le bare non bastavano mai. Conseguenza della crisi. Come tutto.

Incipit tratto da:
Titolo: Il fattore Scarpetta
Autrice: Patricia Cornwell
Traduzione: Annamaria Biavasco e Valentina Guani
Titolo originale: The Scarpetta Factor
Casa editrice: Mondadori

Libri di Patricia Cornwell

Copertine di Il fattore Scarpetta di Patricia Cornwell

Incipit The Scarpetta Factor

A frigid wind gusted in from the East River, snatching at Dr. Kay Scarpetta’s coat as she walked quickly along 30th Street.
It was one week before Christmas without a hint of the holidays in what she thought of as Manhattan’s Tragic Triangle, three vertices connected by wretchedness and death. Behind her was Memorial Park, a voluminous white tent housing the vacuum-packed human remains still unidentified or unclaimed from Ground Zero. Ahead on the left was the Gothic redbrick former Bellevue Psychiatric Hospital, now a shelter for the homeless. Across from that was the loading dock and bay for the Office of the Chief Medical Examiner, where a gray steel garage door was open. A truck was backing up, more pallets of plywood being unloaded. It had been a noisy day at the morgue, a constant hammering in corridors that carried sound like an amphitheater. The mortuary techs were busy assembling plain pine coffins, adult-size, infant-size, hardly able to keep up with the growing demand for city burials at Potter’s Field. Economy-related. Everything was.

Incipit tratto da:
Title: The Scarpetta Factor
Author: Patricia Cornwell
Publisher: Putnam
Language: English

Quarta di copertina / Trama

È la settimana prima di Natale e Kay Scarpetta sta prestando servizio volontario presso l’Istituto di medicina legale di New York, dove le viene chiesto di esaminare il cadavere di una ventiseienne, Toni Darien, ritrovato poco prima dell’alba a Central Park. La causa del decesso sembra banale ma, quando si tratta di stabilire l’ora precisa della morte, l’ipotesi di Kay pare incompatibile con gli elementi emersi dalle indagini. Inevitabilmente l’omicidio viene messo in relazione con la recente sparizione di Hannah Starr, bellissima multimilionaria svanita nel nulla. Tutto ciò rischia di innescare una psicosi collettiva, amplificata dall’apparizione di Kay Scarpetta a una trasmissione di attualità della CNN, durante la quale riceve un’inquietante telefonata da un ex paziente del marito, lo psicologo forense Benton Wesley. La CNN, tra l’altro, le propone di condurre una trasmissione, Il fattore Scarpetta, ma Kay teme di diventare lo stereotipo di se stessa, alimentando la fama del suo “fattore speciale”: l’abilità di risolvere qualunque caso.
Quella sera stessa, tornata a casa, riceve un pacco sospetto, forse una bomba. Qualcuno sta cercando di ucciderla. Una minaccia che ha origine nel suo passato e in quello delle due persone che le sono più vicine: il marito e la nipote Lucy. La sua vicenda personale finisce inevitabilmente con l’intrecciarsi alle indagini condotte dall’investigatore Pete Marino e dal sostituto procuratore Jaime Berger sull’omicidio di Toni Darien e la sparizione di Hannah Starr, che pare avere avuto legami ambigui e misteriosi con Lucy.
Il fattore Scarpetta riunisce tutti i personaggi più amati da Patricia Cornwell in una New York imbiancata dalla neve, ancora pesantemente segnata dalla tragedia dell’11 settembre e scossa sia dalla crisi economica sia dalle pesanti speculazioni finanziarie.
Un complicatissimo caso di omicidio, un nuovo agghiacciante capitolo nella vita di Kay Scarpetta in cui l’autrice dimostra, ancora una volta, la sua straordinaria abilità a intrattenere e affascinare il lettore.
(Ed. Mondadori; Omnibus)

Cronologia opere e bibliografia di Patricia Cornwell

Canale Mussolini – Antonio Pennacchi

Per la fame.

Incipit Canale Mussolini

Per la fame. Siamo venuti giù per la fame. E perché se no’ Se non era per la fame restavamo là. Quello era il paese nostro. Perché dovevamo venire qui? Lì eravamo sempre stati e lì stavamo tutti i nostri parenti. Conoscevamo ogni ruga del posto e ogni pensiero dei vicini, Ogni pianta. Ogni canale. Chi ce lo faceva fare a venire fin qua?

Incipit tratto da:
Titolo: Canale Mussolini
Autore: Antonio Pennacchi
Casa editrice: Mondadori

Libri di Antonio Pennacchi

Copertina di Canale Mussolini di Antonio Pennacchi

Quarta di copertina / Trama

Canale Mussolini è l’asse portante su cui si regge la bonifica delle Paludi Pontine. I suoi argini sono scanditi da eucalipti immensi che assorbono l’acqua e prosciugano i campi, alle sue cascatelle i ragazzini fanno il bagno e aironi bianchissimi trovano rifugio. Su questa terra nuova di zecca, bonificata dai progetti ambiziosi del Duce e punteggiata di città appena fondate, vengono fatte insediare migliaia di persone arrivate dal Nord. Un vero e proprio esodo. Contadini emiliani, veneti e friulani lasciano le proprie terre, dove non rimaneva altro che stare a “puzzarsi di fame” e diventano i primi attori del nuovo sogno italico di grandezza. A migrare sono famiglie intere, con nonne che sanno guidare un carretto e governare le bestie, uomini forti come tori, donne spavalde che alle feste della mietitura ballano e ridono con tutti i maschi, truppe di bambini di ogni età. Sono i “cispadani” scesi dal Nord, e i “marocchini” del Lazio li guardano con sospetto, spiano le loro abitudini disinvolte, le loro donne in gonne corte e sgargianti, allegre.
Tra queste migliaia di coloni ci sono i Peruzzi, gli eroi di questa saga straordinaria. A farli scendere dalle pianure padane sono il carisma e il coraggio di zio Pericle, che dentro il Fascio conta qualcosa perché ha meriti di audacia e valore, ma che dal Fascio non si fa dettare ordini. Con lui scendono i vecchi genitori, tutti i fratelli, le nuore. E poi la nonna, dolce ma inflessibile nello stabilire le regole di casa cui i figli obbediscono senza fiatare. Il vanitoso Adelchi, più adatto a comandare che a lavorare, il cocco di mamma. Iseo e Temistocle, Treves e Turati, fratelli legati da un affetto profondo fatto di poche parole e gesti assoluti, promesse dette a voce strozzata sui campi di lavoro o nelle trincee sanguinanti della guerra. E una schiera di sorelle, a volte buone e compassionevoli, a volte perfide e velenose come serpenti.
E poi c’è lei, l’Armida, la moglie di Pericle, la più bella, andata in sposa al più valoroso. La più generosa, capace di amare senza riserve e senza paura anche il più tragico degli amori. La più strana, una strega forse, sempre circondata dalle sue api che le parlano e in volo sibilano ammonimenti e preveggenze che, come i sogni oscuri della nonna, non basteranno a salvarla dalla sorte che l’aspetta. E Paride, il nipote prediletto, buono e giusto, ma destinato, come l’eroe di cui porta il nome, a essere causa della sfortuna che colpirà i Peruzzi e li travolgerà.
Un poema grandioso che, con il respiro delle grandi narrazioni, intreccia le vicende drammatiche e sorprendenti dei suoi protagonisti a quelle, non meno travagliate, di mezzo secolo di storia italiana. Antonio Pennacchi rievoca il passato controverso e insieme epico della nazione, animando ricordi e fantasmi con uno sguardo sempre lucido, ironico e spiazzante, ma soprattutto carico di pietas e profonda commozione per i propri personaggi, per quelle tre generazioni di Peruzzi che combattono con glorioso accanimento contro le sferzate del destino che sembra non concedergli tregua. Un’autentica epopea, un grande romanzo italiano.
(Ed. Mondadori; Scrittori italiani e stranieri)

Indice cronoologico opere e bibliografia di Antonio Pennacchi

Romanzo vincitore del Premio Strega nel 2010