Una Vita – Italo Svevo

Incipit Una vita

«Mamma mia,
«Iersera, appena, ricevetti la tua buona e bella lettera.
«Non dubitarne, per me il tuo grande carattere non ha segreti; anche quando non so decifrare una parola, comprendo o mi pare di comprendere ciò che tu volesti facendo camminare a quel modo la penna. Rileggo molte volte le tue lettere; tanto semplici, tanto buone, somigliano a te; sono tue fotografie.
«Amo la carta persino sulla quale tu scrivi! La riconosco, è quella che spaccia il vecchio Creglingi, e, vedendola, ricordo la strada principale del nostro paesello, tortuosa ma linda. Mi ritrovo là ove si allarga una piazza nel cui mezzo sta la casa del Creglingi, bassa e piccola, col tetto in forma di cappello calabrese, tutta un solo buco, la bottega! Lui, dentro, affaccendato a vendere carta, chiodi, zozza, sigari e bolli, lento ma coi gesti agitati della persona che vuole far presto, servendo dieci persone ossia servendone una e invigilando sulle altre nove con l’occhio inquieto.

Incipit tratto da:
Titolo: Una vita
Autore: Italo Svevo
Casa editrice: Newton

Libri di Italo Svevo

Copertine di Una vita di Italo Svevo

Quarta di copertina / Trama

Quando Italo Svevo pubblicava Una vita (1892), la corrente letteraria dominante in Italia era quella veristica che aveva nel Verga il suo maggiore esponente, mentre nella narrativa deldecadentismo si affermava la prosa inquieta e sensibile del Fogazzaro e quella sonora e aristocratica del d’Annunzio. In questo panorama letterario lo Svevo non poteva non figurare come un isolato e la sua opera estranea per stile e contenuti al momento letterario. Solo dopo la « scoperta » montaliana dello Svevo nel 1925 si risalì a Una vita per ritrovare in essa gli elementi fondamentali della sua tematica. In realtà, la figura di Alfonso Nitti, di questo « sognatore » timido e solitario, di questo deluso eroe della rassegnazione e dell’inettitudine (non per nulla il titolo originario di Una vita era Un inetto) rappresenta la prima individuazione di quel tipo di « vinto dalla vita », incapace di vivere se non interiormente, che sarà il costante protagonista delle opere successive dello Svevo, fratello minore dell’Emilio Brentani di Senilità e dello Zeno della Coscienza.
(Ed. “I Corvi” Dall’Oglio)

Indice cronologico opere e bibliografia di Italo Svevo

Un tempo gentile – Milena Agus

Incipit Un tempo gentile - Milena Agus

Incipit Un tempo gentile

In piedi, davanti all’armadio, pochi giorni prima avevamo pensato al guardaroba, estate sopra, inverno sotto. Finito il lavoro provammo la soddisfazione che ogni cosa fosse al suo posto, e invece da allora in poi non sarebbe stato piú a posto niente. Gli invasori arrivarono e ci colsero impreparati.
Se l’avessimo saputo, davvero il cambio degli armadi sarebbe stata l’ultima cosa.
Si gettarono nelle strade del nostro paesino e fu chiaro per tutti noi che aver stirato le lenzuola, reso brillanti i pavimenti, strofinato le pentole e i rubinetti fino a farli diventare luccicanti era stato inutile e le lampade, i piatti, le tazze, i mobili, i libri, i vestiti, le scarpe, le sedie, le poltrone, insomma, le cose di sempre, erano adesso, nell’incombente catastrofe, ridicole e prive di senso. Ed era soltanto ieri.

Incipit tratto da:
Titolo: Un tempo gentile
Autrice: Milena Agus
Casa editrice: Nottetempo
Qui è possibile leggere le prime pagine di Un tempo gentile

Un tempo gentile - Milena Agus

Quarta di copertina / Trama

In un piccolo paese dell’entroterra sardo, nel Campidanese, le vite degli abitanti procedono senza troppe scosse, riparate dai muri grigi delle case rimodernate con blocchetti di cemento e arrese alle monocolture di carciofi e biomasse. Un paese “perduto”, con le erbacce nei giardini e senza piú vocazione, che si è arenato su una secca e dimenticato del mondo che lo circonda. Finché non arrivano “gli invasori”: una manciata di migranti che vengono da lontano e di volontari che li accompagnano, destinati a sistemarsi nel Rudere, una casa abbandonata con le finestre sgangherate aperte sulle colline. Lo sconcerto assale tutti, paesani e invasori: “Non era questo il posto”, si ripetono da entrambe le parti – l’una spaventata da quella novità indecifrabile piovuta all’improvviso da chissà dove, l’altra catapultata in quel “corno di forca di paesino sardo” dove i treni non si fermano piú. Ma la vita, anche quando sembra scivolare nell’insensatezza, è sempre aperta al futuro, è sempre un “fare, disfare e rifare”. E se nel tempo imprevedibilmente gentile di quello strano consorzio umano gli orti tornano a germogliare, il Rudere a popolarsi, le emozioni a dilagare, qualche traccia di nuovo resterà comunque a cambiare i colori delle cose.
(Nottetempo)

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Gli estivi – Luca Ricci

Incipit Gli estivi – Luca Ricci

Incipit Gli estivi

Mi sei comparsa davanti agli occhi la notte di San Lorenzo, d’improvviso, a tradimento. Sei stata un desiderio che non avevo espresso, esaudito da una stella che non avevo visto cadere.
Mi commuovevo facilmente, in quel periodo. Era una mollezza inconsueta per me, un’ipersensibilità che si acquisisce solo dopo i cinquanta, tipo medaglia al valore per i sopravvissuti all’esistenza. Il figlio era già grandicello, il cane l’avevo portato a morire da poco: mi commuoveva il tempo, tutto quanto, indistintamente, solo per il fatto che fosse trascorso. E naturalmente mi commuovevi tu, che ancora del tempo potevi infischiartene.

Incipit tratto da:
Titolo: Gli estivi
Autore: Luca Ricci
Casa editrice: La nave di Teseo
Qui è possibile leggere le prime pagine di Gli estivi

Gli estivi – Luca Ricci

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Quarta di copertina / Trama

È la notte di San Lorenzo quando un uomo nota una ragazzina al tavolo di un ristorante vista mare. Lei gli appare a sorpresa, come “un desiderio che non avevo espresso, esaudito da una stella che non avevo visto cadere”. Eppure quell’incontro fortuito lascia il segno, e tra i due comincia una storia particolare, vissuta sotto l’insegna tarlata della crudeltà, consumata da un’estate all’altra, come un appuntamento fisso.
Tutt’intorno, Roma, la Pontina, il Circeo sono luoghi avvolti dalla stessa luce spietata che abbaglia i personaggi, la luce insolente dell’estate che a volte non concede “il margine di un’ombra, una possibilità di fuga rispetto a ciò che si è realmente”.
Dopo Gli autunnali, Luca Ricci ci consegna il secondo tassello della quadrilogia delle stagioni in un romanzo visionario ed esatto allo stesso tempo, capace d’indagare l’ossessione d’amore in tutte le sue forme.
(La nave di Teseo)

Gli estivi – Audiolibro - Ricci