Il Brigante – Marco Vichi

Incipit Il Brigante – Marco Vichi

Incipit Il Brigante

In montagna il temporale fa paura, più che nelle campagne. Piove a scroscio da un paio d’ore, l’acqua cade giù come una maledizione. La notte avanza a strattoni, gli animali si spaventano. Poco prima del tramonto un’ombra sale verso la cima boscosa del monte, con un sacco sulle spalle. Avanza a fatica scavalcando le pietre che spuntano dal terreno muschioso, evitando cespugli e rocce. Cammina sotto le chiome di alberi altissimi e dritti, con i rami appesantiti dall’acqua. Un mare d’acqua, come non si vedeva da mesi. Il muschio, bagnato e caldo per il sole del giorno, manda attorno un odore di vita e di morte che stordisce. Le foglie marce sanno di orina e di putrefazione. I lampi aiutano il cammino, i boati dei tuoni si rincorrono nel cielo. Sulla collina di fronte un fulmine ha incendiato la cima di un albero, e la pioggia stenta a spegnere le fiamme. Un uccello canta disperato, lassù in alto, forse protetto da un grosso ramo.

Incipit tratto da:
Titolo: Il Brigante
Autore: Marco Vichi
Casa editrice: Guanda
Qui è possibile leggere le prime pagine di Il Brigante

Il Brigante - Marco Vichi

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Quarta di copertina / Trama

Quattro uomini si ritrovano per caso, in una notte flagellata da un forte temporale, seduti allo stesso tavolo di una taverna sperduta sui monti dell’Appennino pistoiese. Ma spesso il caso non è altro che una delle vesti di cui il destino si serve per celarsi agli uomini. A pochi passi dai quattro, infatti, sdraiato sopra una panca, c’è un mitico e sanguinario brigante, Frate Capestro. Su di lui circolano molte leggende, storie diverse che concordano tutte sulla sua astuzia e sulla sua ferocia. Adesso, ammantato di nero, il brigante dorme davanti al fuoco, tranquillo, come se non fosse l’uomo più ricercato del Granducato, e nessuno sembra badare a lui.
Ma la notte è lunga e, bevendo vino, i quattro uomini – un vecchio, un giovane, dita mozze e l’ultimo arrivato – si raccontano a turno episodi delle loro vite: tutti hanno qualcosa da nascondere, nella memoria di tutti giacciono colpe taciute e mai veramente espiate. Il brigante li ascolta in silenzio. E si prepara all’arrivo dell’alba, quando ciascuno dei quattro uomini dovrà fare i conti con un passato non ancora sepolto…
(Ed. Guanda)

Coral Glynn – Peter Cameron

Quella primavera – la primavera del 1950 – era stata particolarmente piovosa.

Incipit Coral Glynn

Quella primavera – la primavera del 1950 – era stata particolarmente piovosa.
In fondo al giardino di villa Hart s’era formata una pozza da cui spuntavano ardite le corolle smerlate dei crocchi, come bambini tremanti durante l’ora di nuoto. La ghiaia bionda dei sentieri era diventata verde, rivestita da una sottile patiaìna limacciosa, e prima di sedersi sulle due panchine di cemento, a fianco del cancello che si apriva sul fiume, bisognava togliere le chiocciole e le lumache.
L’umidità eccessiva del giardino non preoccupava nessuno a villa Hart tranne la nuova infermiera che, arrivata il giovedì, aveva tentato, nei pomeriggi più miti, di sedersi fuori per qualche momento, lontano dalla malattia e dalla tensione che regnava in casa. Il giardino però le era parso assai poco accogliente e aveva deciso di non uscire.

Incipit tratto da:
Titolo: Coral Glynn
Autore: Peter Cameron
Traduzione: Giuseppina Oneto
Titolo originale: Coral Glynn
Casa editrice: Adelphi

Libri di Peter Cameron

Copertine di Coral Glynn di Peter Cameron

Incipit Coral Glynn

That spring — the spring of 1950 — had been particularly wet.
An area at the bottom of the garden at Hart House flooded, creating a shallow pool through which the crocuses gamely raised their little flounced heads, like cold shivering children in a swimming class. The blond gravel on the garden paths had turned green, each pebble wrapped in a moist transparent blanket of slime, and one could not sit on either of the two cement benches that flanked the river gate without first unhinging the snails and slugs adhered to them.
The excessive moistness of the garden was of no concern to anyone at Hart House except for the new nurse, who had arrived on Thursday, and had attempted, on the two afternoons that were somewhat mild, to sit outside for a moment, away from the sickness and strain in the house. But she found the garden inhospitable, and so had resolved to stay indoors.

Incipit tratto da:
Title: Coral Glynn
Author: Peter Cameron
Publisher: Farrar Straus & Giroux
Language: English

Quarta di copertina / Trama

Ci sono libri – anche grandi libri – che si ricordano magari per la storia, o i personaggi, o le atmosfere. Poi ce ne sono altri, più rari e sfuggenti, che all’universo parallelo della letteratura arrivano in un modo diverso – curvando lo spaziotempo della narrazione per portarci in una scena che, al di fuori delle loro pagine, sembra non voler esistere. Ad esempio in una grande villa nella campagna inglese del 1950, dove Coral, che al mondo non ha più nulla e nessuno, arriva per assistere la padrona di casa, mentre il figlio di lei, il maggiore Clem­ent Hart, cerca di guarire dalle ferite che gli ha lasciato la guerra. In quelle stanze buie, gelide e spettrali, Coral e Clement arrivano in brevi momenti, con le parole, quasi a toccarsi. Ma ogni volta, dalla caligine che si insinua ovunque, qualcosa – un anello rubato, un inquietante gioco infantile, un misterioso profumo di fiori – si materializza, costringendo il desiderio e il bisogno ad assumere una forma meno categorica dell’amore. È l’inizio di un viaggio lieve, doloroso e imprevedibile, difficile da raccontare e impossibile da dimenticare. Che Peter Cameron ci invita a intraprendere con una sola promessa, quella di guidarci, per minuscoli slittamenti delle emozioni, a un finale che non ci aspetteremmo – e di farci sentire improvvisamente molto vicini «al cuore dorato e incandescente del­l’universo».
(Ed. Adelphi; Letteratura Nordamericana)

Cronologia opere e bibliografia di Peter Cameron

L’età dell’oro – Edoardo Nesi

Incipit L età dell oro-Edoardo Nesi

Incipit L’età dell’oro

-Ivo, io… Non è stata una buona idea venire qui.
-Invece sì.
-No, io non mi sento a mio agio, via. Smettila, per piacere.
-Ma perché?
-La mia piscina di notte non è il posto adatto? Hai paura che ti guardino le stelle del cielo, bambina? Che ti spii l’Orsa Maggiore?
-No,ma…
-Ma cosa?
-Ma scusa, Ivo, io credevo che si andasse a casa tua…
-Perché, non ti piace qui?
-Sì, non è questo…
-E allora?
-È che siamo… Insomma, non siamo soli, ecco…
-Come, non siamo soli?
-Ma scusa, Ivo, ci sono gli operai…
-Macché operai…
-Ma come no…

Incipit tratto da:
Titolo: L’età dell’oro
Autore: Edoardo Nesi
Casa editrice: Bompiani
Qui è possibile leggere le prime pagine di L’età dell’oro

L età dell oro - Edoardo Nesi

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Quarta di copertina / Trama

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Siamo nel 2010, e il miracolo italiano non è che un ricordo crudele. Sullo sfondo della disastrosa rovina della piccola industria italiana, spentasi rapidamente e in silenzio nel disinteresse di una nazione senza più anima, Ivo Barrocciai, industriale tessile fallito, viene aggredito dalla notizia di essere ormai preda di un male incurabile e silenzioso, e invece di lasciarsi morire a poco a poco come morì la sua “ditta”, si lancia pieno di entusiasmo nell’ultima impresa della sua vita: usare le tecniche di fecondazione artificiale per avere un figlio da Caterina, una ragazza di bellezza formidabile rinchiusa in una clinica psichiatrica dopo essere diventata, suo malgrado, una specie di pornostar internettiana quando il suo ragazzo mise in rete i loro incontri amorosi, dopo essere stato lasciato.
La ricerca del perduto ma “gagliardo sperma di cinquantenne” di Ivo si dipana in un mosaico di vertiginose sovrapposizioni temporali, ricordi e flashback, in cui si ripercorrono le tempestose vicende sentimentali della sua giovinezza, i trionfi e le débâcle dell’età matura, l’ascesa travolgente e il declino inesorabile della “ditta” fondata dal padre, mentre la sua storia personale si eleva a metafora del fallimento delle speranze degli italiani, prima illusi e poi traditi da uno sviluppo industriale tanto vertiginoso quanto irrazionale.
Comico e lirico, il romanzo di Edoardo Nesi è il viaggio nella coscienza di un personaggio indimenticabile, perdutamente innamorato della vita e delle belle donne: il racconto degli ultimi giorni di un antieroe moderno in cui si rincorrono gli eco della perduta Età dell’Oro e un presente nel quale è impossibile riconoscersi, se non per apprezzarne gli ultimi sussulti di bellezza e felicità.
(Ed. Bompiani; Tascabili Narrativa)