Figli e amanti – D.H. Lawrence

Incipit Figli e amanti

I Bottoms presero il posto di Hell Row. Hell Row, un ammasso di casupole con il tetto di paglia e i muri rigonfiati, si stendeva sulla sponda del ruscello, in Greenhill Lane. Era abitato dai minatori che lavoravano nei pozzi piccoli, due campi più in là. Il ruscello scorreva sotto gli ontani, appena intorbidato da quelle povere miniere il cui carbone era tratto in superficie dagli asini che faticosamente arrancavano intorno agli argani. Tutta la regione era cosparsa di quei pozzi, alcuni aperti fin dal tempo di Carlo II, e i pochi minatori e gli asini foravano la terra come formiche, lasciando in mezzo ai campi di grano e ai prati curiose montagnole e minuscole macchie nere. Le case dei minatori, sparse qua e là a gruppi e a coppie, formavano, insieme con qualche fattoria isolata e con le abitazioni delle calzettaie, disseminate per tutta la parrocchia, il villaggio di Bestwood.

Incipit tratto da:
Titolo: Figli e amanti
Autore: D.H. Lawrence
Traduzione: Paola Francioli
Titolo originale: Sons and Lovers
Casa editrice: Garzanti

Libri di D. H. Lawrence

Copertine di Figli e amanti di D.H. Lawrence

Sons and Lovers

“The bottom” succeeded to “Hell Row”. Hell Row was a block of thatched, bulging cottages that stood by the brookside on Greenhill Lane. There lived the colliers who worked in the little gin-pits two fields away. The brook ran under the alder trees, scarcely soiled by these small mines, whose coal was drawn to the surface by donkeys that plodded wearily in a circle round a gin. And all over the countryside were these same pits, some of which had been worked in the time of Charles II, the few colliers and the donkeys burrowing down like ants into the earth, making queer mounds and little black places among the corn-fields and the meadows. And the cottages of these coal-miners, in blocks and pairs here and there, together with odd farms and homes of the stockingers, straying over the parish, formed the village of Bestwood.

Incipit tratto da:
Title: Sons and Lovers
Author: D.H. Lawrence
Publisher: eBooks@Adelaide
Language: English

Quarta di copertina / Trama

«Paul Morel» avrebbe dovuto chiamarsi il romanzo, ma il titolo poi prescelto sintetizza genialmente, nel binomio-simbolo, mire più ambiziose di una vasta cronaca familiare, ancorata a capillarità autobiografiche e tessuta nel filo un po’ usato del racconto naturalista. Certo la materia del romanzo è fedelmente autobiografica: l’ambiente di Eastwood, la madre, il padre, la morte del fratello, Paul (l’autore), l’amore di Miriam e così via, fino alla parte più liberamente elaborata, l’ultima, soprattutto nella figura di Clara. Ma il realismo autobiografico tradisce anche un desiderio di oggettività, impossibile a chi è troppo compromesso per non essere parziale: così Lawrence s’accanisce e deforma le figure di Miriam e Clara attribuendo loro manchevolezze e colpe che non sono altro che la sua incapacità di vivere e di amare, di liberarsi dall’amore possessivo della madre. Idolo adorato costei, di fatto inconsciamente nullifica il marito troppo inferiore e, col suo affetto ossessionato, soffoca la volontà del figlio. «Ora, scriverei un diverso Figli e amanti; mia madre sbagliava, ed io pensavo che avesse assolutamente ragione», scriverà l’autore poco dopo a Frieda, cui deve del resto le prime nozioni su Freud. Due quindi sono i livelli più evidenti di una lettura articolata del romanzo. Il primo, che predomina all’inizio e continua come struttura portante, segue le linee del racconto realista e naturalista, con gli esempi di Dickens e Zola (Germinal). Da questo punto di vista, il romanzo fu subito recepito, non sconvolse nessuna attesa, come un frutto tardivo della tradizione ottocentesca: distesamente narrato, commosso, alternato di luci ed ombre, curato in ogni dettaglio di concretezza visiva (lo spaccato familiare, i ritratti, l’ambiente minerario, la natura ecc.), il racconto avvince come pochi altri di Lawrence, sovente troppo farciti. Il secondo livello invece necessita di uno scandaglio più profondo, rinvia a quella intuizione dell’altro, di cui aveva parlato Huxley: è la ricerca sempre incerta e contorta, più intuita che capita, dei moventi più segreti dell’animo umano, dove ogni gesto, ogni azione acquistano una significazione più oscura e ambigua, si caricano di simboli che coinvolgono la natura e le persone. Mentre lo stile si accende di una liricità che accentua la sostanza psichica di cui lievita il romanzo. Siamo all’opposto del realismo suddetto, nel regno dell’ambivalenza, in cui Lawrence e anche altri procederanno. Si capisce allora come la forte dose di morfina, con cui il figlio accelera la morte della madre, sia una strana rancorosa pietà.
Pietro Gelli
(Ed. Garzanti)

Cronologia opere e bibliografia di D. H. Lawrence

Da questo romanzo il film Figli e amanti (Sons and Lovers) per la regia di Jack Cardiff (1960)

Locandina Figli e amanti

Il pavone bianco – D.H. Lawrence

Immobile, osservavo i peoci scivolare, come ambre nell’oscurità del laghetto del mulino

Incipit Il pavone bianco

Immobile, osservavo i peoci scivolare, come ambre nell’oscurità del laghetto del mulino. Erano grigi, discendenti dalle argentee creature che i monaci avevano visto guizzare quando la valle era giovane e in pieno rigoglio. Il luogo tutto era raccolto nella meditazione del tempo antico. Gli alberi fitti e compatti sulla riva lontana erano troppo cupi e gravi per amoreggiare con il sole, le erbacce si rizzavano folte e immobili. Neppure un alito muoveva i salici delle isolette. L’acqua giaceva in una quiete liscia e intensa. Solo la tenue corrente che cadeva per la gora del mulino mormorava tra sé del tumulto della vita che aveva un tempo.

Incipit tratto da:
Titolo: Il pavone bianco
Autore: D.H. Lawrence
Traduzione: Attilio Landi
Titolo originale: The white peacock
Casa editrice: Mondadori

Libri di D.H. Lawrence

Copertine di Il pavone bianco di D.H. Lawrence

Incipit The White Peacock

I stood watching the shadowy fish slide through the gloom of the mill-pond. They were grey, descendants of the silvery things that had darted away from the monks, in the young days when the valley was lusty. The whole place was gathered in the musing of old age. The thick-piled trees on the far shore were too dark and sober to dally with the sun; the weeds stood crowded and motionless. Not even a little wind flickered the willows of the islets. The water lay softly, intensely still. Only the thin stream falling through the mill-race murmured to itself of the tumult of life which had once quickened the valley.

Incipit tratto da:
Title: The white peacock
Author: D.H. Lawrence
Publisher: Heinemann
Language: English

Quarta copertina / Trama

Lawrence cominciò a scrivere «Il pavone bianco» a vent’anni, nel 1906, ma lo consegnò alle stampe solo nel 1911, dopo averne fatte almeno tre stesure. Questa sua prima opera non ebbe successo; Ma Ford Madox Ford, che lo lesse prima della pubblicazione, disse a Lawrence: «Contiene tutti gli elementi che un romanzo inglese può contenere. Ma voi possedete quel che si dice genio». Infatti «Il pavone bianco» è un romanzo affascinante, pieno di profonde e improvvise intuizioni, che ci consente di rintracciare il nucleo di temi ricorrenti nelle successive e più celebri opere di Lawrence, come «Figli e amanti» e «L’amante di Lady Chatterley». La vicenda di Lettie e George, la donna cerebrale, volubile è contraddittoria, e il contadino semplice e rozzo che sarà portato alla rovina dal suo amore impossibile, si svolge nel quadro di una natura splendida, che Lawrence sa descrivere con lirismo del poeta e, insieme, con la concretezza dell’osservatore attento.
(Ed. Rizzoli; B.U.R.)

Cronologia opere e bibliografia di D.H. Lawrence

Il serpente piumato – D.H. Lawrence

Incipit Il serpente piumato

La domenica subito dopo Pasqua, a Città del Messico, si svolgeva l’ultima corrida della stagione. Per l’occasione erano giunti dalla Spagna quattro tori di razza, poiché quelli spagnoli sono più focosi di quelli messicani. Si doveva forse all’altitudine, come sosteneva Owen, questa assenza di «fuoco» negli animali indigeni, o forse allo spirito dell’Occidente.

Incipit tratto da:
Titolo: Il serpente piumato
Autore: D.H. Lawrence
Traduzione: Walter Mauro
Titolo originale: The Plumed Serpent
Casa editrice: Newton Compton

Libri di D. H. Lawrence

Copertine di Il serpente piumato di D.H. Lawrence

The Plumed Serpent

It was the Sunday after Easter, and the last bull-fight of the season in Mexico City. Four special bulls had been brought over from Spain for the occasion, since Spanish bulls are more fiery than Mexican. Perhaps it is the altitude, perhaps just the spirit of the western Continent which is to blame for the lack of ‘pep’, as Owen put it, in the native animal.

Incipit tratto da:
Title: The Plumed Serpent
Author: D.H. Lawrence
Publisher: eBooks@Adelaide
Language: English

Quarta di copertina / Trama

In questo romanzo, uno fra i più originali dello scrittore inglese, ancora una volta David H. Lawrence si rivela potente narratore di atmosfere e di avventure a forti tinte. L’ambientazione questa volta è il Messico, e la figura centrale la quarantenne irlandese Kate, che si lascia coinvolgere dalla sete di giustizia del popolo messicano, e dalla intensità con cui i due personaggi maschili che incontra in quella terra, Ciprano e Ramon, vivono e consumano su se stessi il culto del Dio Quetzalcoatl, il serpente piumato. Kate finirà per sposare Cipriano e per rinunciare a tornare in Irlanda, poichè avverte viva e vitale su di sé la fascinazione invincibile della presenza di Malintzi, il principio femminile della religione del dio. Sorretto da una scrittura immediata e pregnante, pur nell’intrico di una selva di simbolismi,Il srpente piumato è un romanzo di solido impianto, capace di penetrare fin nel profondo l’angoscioso mistero della vita.
(Newton Compton; Biblioteca Economica)

Cronologia opere e bibliografia di D. H. Lawrence