Abbaiare stanca – Daniel Pennac

Incipit Abbaiare stanca - Daniel Pennac

Incipit Abbaiare stanca

«Innanzitutto quando si è un randagio, non si fanno tante storie!»
È la Spepa che squittisce. Ha una voce terribilmente acuta. Le parole rimbalzano contro i muri, il soffitto e il pavimento della cucina. Si mescolano al tintinnio delle stoviglie. Troppo rumore. Il Cane non ci capisce un’acca. Si limita ad appiattire le orecchie aspettando che passi. E poi ne ha sentite di peggiori. Che gli dia del randagio non lo tocca poi tanto. Sì, è stato un randagio, e allora? Non se n’è mai vergognato. Le cose stanno così. Ma santo cielo, com’è acuta la voce della Spepa. E quanto parla! Se non avesse bisogno delle quattro zampe per reggersi dignitosamente in piedi, il Cane si tapperebbe le orecchie con le zampe davanti. Ma si è sempre rifiutato di scimmiottare gli uomini.

Incipit tratto da:
Titolo: Abbaiare stanca
Autore: Daniel Pennac
Traduzione: Cristina Palomba
Titolo originale: Cabot-Caboche
Casa editrice: Salani
Qui è possibile leggere le prime pagine di Abbaiare stanca

Abbaiare stanca - Daniel Pennac

Cronologia opere, libri, biografia di Daniel Pennac Incipitmania

Quarta di copertina / Trama

Non si può certo dire che Il Cane sia uno splendore: un bastardino senza arte né parte che un giorno decide di abbandonare l’accogliente deposito della spazzatura dove è cresciuto per andare in cerca di fortuna a Parigi. E convivere con gli esseri umani non è facile per un cane che non sia ‘di razza’: anche quando crede di avere trovato ‘il padrone ideale’, i guai non sono finiti. Perché, per educare come si deve i padroni umani, bisogna ricorrere ad astuzia, coraggio e determinazione. Daniel Pennac capisce dei cani ogni pensiero, ogni tristezza, ogni desiderio. Quando avremo letto la storia di Il Cane – con due maiuscole, perché è il cane per eccellenza – sapremo non solo tutto sul suo mondo, ma impareremo anche molto su quello degli uomini: come appaiono agli occhi del cane, imprevedibili e traditori, e quanto debbano venire ammaestrati.
Da uno scrittore cult, un inno all’amicizia tra uomo e cane, una storia sull’amore, la paura e la voglia di libertà.
(Ed. Salani)

Come un romanzo – Daniel Pennac

Incipit Come un romanzo – Daniel Pennac

Incipit Come un romanzo

Il verbo leggere non sopporta l’imperativo, avversione che condivide con alcuni altri verbi: il verbo “amare”… il verbo “sognare”…
Naturalmente si può sempre provare. Dai, forza: “Amami!” “Sogna!” “Leggi!” “Leggi! Ma insomma, leggi, diamine, ti ordino di leggere!”
“Sali in camera tua e leggi!”
Risultato?
Niente.
Si è addormentato sul libro. All’improvviso la finestra gli è apparsa spalancata su qualcosa di desiderabile, e da lì è volato via, per sfuggire al libro. Ma è un sonno vigile, il libro è ancora aperto davanti a lui e se aprissimo la porta della sua camera, lo troveremmo seduto alla scrivania tutto preso dalla lettura. Anche se siamo saliti con passo felpato, dalla superficie del sonno ci avrà sentiti arrivare.
“Allora, ti piace?”
Non ci risponderà di no, sarebbe un delitto di lesa maestà. Il libro è sacro, come può non piacergli leggere? No, ci dirà che le descrizioni sono troppo lunghe.
Tranquillizzati, torneremo alla nostra televisione. E magari la sua osservazione susciterà un appassionante dibattito fra noi e gli altri di casa…
“Trova le descrizioni troppo lunghe. Bisogna capirlo, siamo nel secolo dell’audiovisivo, in fondo i romanzieri del XIX secolo dovevano descrivere tutto…”
“Non è una buona ragione per lasciargli saltare metà delle pagine!”

Non stanchiamoci, si è riaddormentato.

Incipit tratto da:
Titolo: Come un romanzo
Autore: Daniel Pennac
Traduzione: Yasmina Melaouah
Titolo originale: Comme un roman
Casa editrice: Feltrinelli
Qui è possibile leggere le prime pagine di Come un romanzo

Come un romanzo - Daniel Pennac

Incipit Comme un roman

Le verbe lire ne supporte pas l’impératif. Aversion qu’il partage avec quelques autres : le verbe « aimer »… le verbe « rêver »…
On peut toujours essayer, bien sûr. Allez-y : « Aime-moi! » « Rêve! » « Lis! » « Lis! Mais lis donc, bon sang, je t’ordonne de lire! »

Incipit tratto da:
Titre: Comme un roman
Auteur: Daniel Pennac
Editeur: Gallimard
Langue: Français

Quarta di copertina / Trama

I DIRITTI IMPRESCINDIBILI DEL LETTORE
I. Il diritto di non leggere
II. Il diritto di saltare le pagine
III. Il diritto di non finire un libro
IV. Il diritto di rileggere
V. Il diritto di leggere qualsiasi cosa
VI. Il diritto al bovarismo (malattia testualmente contagiosa)
VII. Il diritto di leggere ovunque
VIII. Il diritto di spizzicare
IX. Il diritto di leggere a voce alta
X Il diritto di tacere

Daniel Pennac è autore, oltre che di libri per bambini, di romanzi e di una simpatica “coda” narrativo-teatrale, tutti centrati sulla figura di Benjamin Malaussène, di professione capro espiatorio: Il paradiso degli orchi, La fata carabina, La prosivendola, Signor Malaussène e Ultime notizie dalla famiglia tutti pubblicati da Feltrinelli. Da più di vent’anni insegna francese in un liceo parigino e da questo osservatorio ha potuto misurare la progressiva disaffezione alla lettura da parte delle ultime generazioni.In questo saggio, che si legge Come un romanzo Pennac affronta dal duplice punto di vista di romanziere e professore, il problema di come si possa stimolare i giovani – e in genere tutti coloro che avvertono l’oggetto libro come un macigno indebitamente e immeritatamente posato sul loro comodino – non tanto alla lettura in sé e per sé quanto al piacere di essa, cercando di riproporre i libri come complici, come amici attraverso i quali si ampliano i propri orizzonti e si costruiscono mondi inediti.
Come un romanzo è insomma un libro intelligente e spassoso che aiuta a ricordare che il tempo della lettura, così come il tempo dell’amore, dilata il tempo della vita.
(Ed. Feltrinelli; Idee)

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Diario di scuola – Daniel Pennac

Incipit Diario di scuola – Daniel Pennac

Incipit Diario di scuola

Cominciamo dall’epilogo: la mamma, quasi centenaria, guarda un film su un autore che conosce bene. Si vede l’autore a casa sua, a Parigi, circondato dai suoi libri, nella sua biblioteca che è anche il suo studio. La finestra da sul cortile di una scuola. Baccano della ricreazione. Si viene a sapere che per un quarto di secolo l’autore ha esercitato la professione di insegnante e che ha scelto questo appartamento affacciato sui cortili di due scuole un po’ come un ferroviere che andasse in pensione sopra una stazione di smistamento. Poi si vede l’autore in Spagna, in Italia, intento a chiacchierare con i suoi traduttori, a scherzare con gli amici veneziani, e sull’altopiano del Vercors a camminare solitario nella foschia delle vette, parlando di lavoro, di lingua, stile, struttura romanzesca, personaggi. .. Un altro studio, questa volta affacciato sull’incanto delle Alpi. Le scene sono inframmezzate da interviste ad artisti che l’autore ammira, e che parlano anch’essi del loro lavoro: il cineasta e romanziere Dai Sijie, il disegnatore Sempé, il cantante Thomas Fersen, il pittore Jùrg Kreienbuhl.
Ritorno a Parigi: l’autore davanti al suo computer, tra i suoi dizionari, questa volta. Ne ha la passione, dice. Veniamo peraltro a sapere, ed è la conclusione del film, che ci è entrato, nel dizionario, il Robert, alla lettera P, alla voce Pennac, per esteso Pennacchioni, di nome Daniel.

Incipit tratto da:
Titolo: Diario di scuola
Autore: Daniel Pennac
Traduzione: Yasmina Melaouah
Titolo originale: Chagrin d’école
Casa editrice: Feltrinelli
Qui è possibile leggere le prime pagine di Diario di scuola

Diario di scuola - Daniel Pennac

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Incipit Chagrin d’école

Commençons par l’épilogue : Maman, quasi centenaire, regardant un film sur un auteur qu’elle connaît bien. On voit l’auteur chez lui, à Paris, entouré de ses livres, dans sa bibliothèque qui est aussi son bureau. La fenêtre ouvre sur une cour d’école. Raffut de récré. On apprend que pendant un quart de siècle l’auteur exerça le métier de professeur et que s’il a choisi cet appartement donnant sur deux cours de récréation, c’est à la façon d’un cheminot qui prendrait sa retraite au-dessus d’une gare de triage. Puis on voit l’auteur en Espagne, en Italie, discutant avec ses traducteurs, blaguant avec ses amis vénitiens, et sur le plateau du Vercors, marchant, solitaire, dans la brume des altitudes, parlant métier, langue, style, structure romanesque, personnages… Nouveau bureau, ouvert sur la splendeur alpine, cette fois. Ces scènes sont ponctuées par des interviews d’artistes que l’auteur admire, et qui parlent eux-mêmes de leur propre travail : le cinéaste et romancier Dai Sijie, le dessinater Sempé, le chanteur Thomas Fersen, le peintre Jürg Kreienbühl.
Retour à Paris : l’auteur derrière son ordinateur, parmi ses dictionnaires cette fois. Il en a la passion, dit-il. On apprend d’ailleurs, et c’est la conclusion du film, qu’il y est entré, dans le dictionnaire, le Robert, à la lettre P, sous le nom de Pennac, de son nom entier Pennacchioni, Daniel de son prénom.

Incipit tratto da:
Titre: Chagrin d’école
Auteur: Daniel Pennac
Editeur: Gallimard
Langue: Français

Quarta di copertina / Trama

“Forse è questo insegnare: fare in modo che a ogni lezione scocchi l’ora del risveglio” La scuola dal punto di vista degli alunni. O meglio, dal punto di vista dei “somari”, di quelli che vanno male a scuola. Pennac, ex somaro lui stesso, coniuga il racconto della sua esperienza dal banco alla cattedra (e ritorno) con lo studio di questa figura popolare e ampiamente diffusa, restituendole anche il peso d’angoscia e di dolore che le appartiene. Ed è così che ai ricordi autobiografici si mescolano le riflessioni sulla pedagogia, sulle universali disfunzioni dell’istituto scolastico, sul ruolo della famiglia. E da questo rovistare nel “mal di scuola” spunta una non mai sedata sete di sapere e d’imparare che, contrariamente ai più triti luoghi comuni, anima – secondo Pennac – i giovani di oggi come quelli di ieri. Con la solita verve, ma con una nuova furiosa dolcezza, l’autore della saga dei Malaussène movimenta riflessioni e affondi teorici con episodi buffi e toccanti, e colloca la nozione di amore, così ferocemente avversata, al centro della relazione pedagogica.
(Feltrinelli)

Diario di scuola - Audiolibro - Pennac