Ecco la storia – Daniel Pennac

Incipit Ecco la storia – Daniel Pennac

Incipit Ecco la storia

Sarebbe la storia di un dittatore agorafobico. Poco importa il paese. Basta immaginare una di quelle repubbliche delle banane con il sottosuolo abbastanza ricco perché si desideri prendervi il potere e abbastanza aride in superficie per essere fertili di rivoluzioni. Mettiamo che la capitale si chiami Teresina, come la capitale del Piauí, in Brasile. Il Piauí è uno stato troppo povero per poter mai servire da cornice a una favola sul potere, ma Teresina è un nome accettabile per una capitale.
E Manuel Pereira da Ponte Martins sarebbe un nome plausibile per un dittatore.

Incipit tratto da:
Titolo: Ecco la storia
Autore: Daniel Pennac
Traduzione: Yasmina Melaouah
Titolo originale: Le dictateur et le hamac
Casa editrice: Feltrinelli
Qui è possibile leggere le prime pagine di Ecco la storia

Ecco la storia - Daniel Pennac

Incipit Le Dictateur et le Hamac

Ce serait l’histoire d’un dictateur agoraphobe. Peu importe le pays. Il suffit d’imaginer une de ces républiques bananières au sous-sol suffisamment riche pour qu’on souhaite y prendre le pouvoir et suffisamment arides de surface pour être fertiles en révolutions. Mettons que la capitale s’appelle Teresina, comme la capitale du Piauí, au Brésil. Le Piauí est un État trop pauvre pour servir jamais de cadre à une fable sur le pouvoir, mais Teresina est un nom acceptable pour une capitale.
Et Manuel Pereira da Ponte Martins ferait un nom plausible pour un dictateur.

Incipit tratto da:
Titre: Le Dictateur et le hamac
Auteur: Daniel Pennac
Editeur: Gallimard
Langue: Français

Quarta di copertina / Trama

Straordinario mélange di realtà e finzione, Ecco la storia è l’unione di più storie, alcune inventate alcune vere, che nel loro intrecciarsi cercano di dar conto del processo creativo. Così, la scelta di un dittatore fittizio di assumere un sosia s’interseca con i diversi ruoli che lo scrittore assume mentre crea una storia. E un personaggio inventato può lentamente fluire verso una persona reale (o viceversa) che regalerà dei tratti al personaggio; e il personaggio, a propria volta, si modificherà ancora in questo continuo, inevitabile incrocio tra realtà e fantasia. Solo la sensibilità letteraria di Daniel Pennac, l’arte di narrare e la capacita di comprendere e “compatire” l’umano potevano dare un frutto così compiuto e insieme radicalmente innovativo. Ecco la storia è un romanzo composito per i temi e la struttura, aperto per la molteplicità di punti di vista che si snodano in una narrazione insieme sinuosa e avvincente dove finzione e autobiografismo, invenzione e vissuto si legano e si intrecciano in uno scambio continuo. Dal tema del sosia a quello del cinema, è una riflessione sui “ruoli”, sulla vita come beffardo gioco di maschere, come vano inseguimento di un’identità. Ma e anche un raffinatissimo “metaromanzo”, riflessione del romanzo su se stesso, sugli imponderabili fattori che contribuiscono alla nascita dei personaggi e delle storie
(Ed. Feltrinelli; Universale Economica)

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Grazie – Daniel Pennac

Incipit Grazie - Daniel Pennac

Incipit Grazie

Siamo a teatro, noi in platea, lui sul palcoscenico.
Quando si alza il sipario lui è di schiena, in controluce, di fronte a un’altra sala dirimpetto a noi che lo applaude fragorosamente. Lo vediamo profilarsi come un’ombra cinese nell’alone abbagliante dei riflettori e ringraziare l’altra sala che lo acclama.
Grida:
– Grazie!
Indossa uno smoking.
Una lucina rossa lampeggia in alto sopra la sua testa.
Si sgola, per sovrastare l’entusiasmo del pubblico:
– Grazieee!
Con le due mani brandisce un trofeo agitandolo come uno shaker.
– Grazie!
Gli applausi raddoppiano.
Raddoppiano i ringraziamenti.
– Grazie! Grazie!
Una luce sempre più cruda rende la sua ombra iridescente. La lucina rossa continua a lampeggiare. Il pubblico lo acclama, fischia, batte i piedi, un’ovazione incredibile. E lui:
– Grazie! Grazie! Grazie! Grazie!
Il trofeo deve essere pesante; abbassa un braccio e se lo sistema nell’incavo del gomito.
– Grazie, siete davvero… Grazie…!
Con la testa inclinata di lato, la mano alzata, aspetta che cali l’entusiasmo della folla.
– Grazie, vorrei… Graz… gra…
Tenta con la mano di placare il frastuono.
– Per favore, vorrei…
Rimane a lungo immobile, con il braccio alzato, finché la lucina rossa non cessa di lampeggiare. L’entusiasmo si smorza, e anche la lucina.
– Per fav…
Sembra stanco. La testa è inclinata dal lato in cui pesa il trofeo. La mano alzata sembra sul punto di ricadere.
– Grazie…
Le luci si abbassano. La sua sagoma sfuma fino a confondersi con il buio completo che cala insieme al silenzio.
Buio.
Silenzio.
Si sente solo qualche colpo di tosse, lo scricchiolio di qualche poltrona, che pian piano diventano i nostri colpi di tosse, gli scricchiolii delle nostre poltrone…

Incipit tratto da:
Titolo: Grazie
Autore: Daniel Pennac
Traduzione: Yasmina Melaouah
Titolo originale: Merci
Casa editrice: Feltrinelli
Qui è possibile leggere le prime pagine di Grazie

Grazie - Daniel Pennac

Incipit Merci

Nous sommes au théâtre, lui sur la scène, nous dans la salle.
Quand le rideau s’ouvre, il apparaît, de dos, à contre-jour, face à une salle qui nous fait vis-à-vis et qui l’applaudit à tout rompre. On le voit, ombre chinoise découpée dans le halo éblouissant des projecteurs.
Il remercie l’autre salle qui l’ovationne.
Il crie:
-Merci!

Incipit tratto da:
Titre: Merci
Auteur: Daniel Pennac
Editeur: Gallimard
Langue: Français

Quarta di copertina / Trama

Ringraziare è difficile. Mette in discussione certezze. Muove gli affetti. Apre la memoria.Soprattutto quando si è scrittore che una giuria ha premiato “per l’insieme della sua opera”. La formula del ringraziamento ha delle regole, ci dice il nostro personaggio-autore, e puntualemente ne fa un grottesco elenco. Passando dallo scoramento al furore si lascia visitare dal dubbio (che senso hanno i grazie in un mondo che storpia le emozioni in
spettacolo?) e risale, in una sorta di delirio della memoria, all’odio rimosso per il maestro di scuola, origine della sua ribellione contro il conformismo. Solo la scrittura, e solo i lettori l’hanno liberato dai cattivi maestri.
Brillante, ironico, coinvolgente, Grazie è, di fatto, un vibrante omaggio di Daniel Pennac ai suoi lettori, ma a questo bell’inchino
simbolico l’autore arriva disegnando una figura nevrotica, contorta, esilarante di un uomo confuso. Di un uomo al bivio. Scritto per il teatro, Grazie è un testo che si lascia leggere come un monologo brioso, pieno di scatti di intelligenza e di umorismo.
(Ed. Feltrinelli; Super UE)

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Il paradiso degli orchi – Daniel Pennac

Incipit Il paradiso degli orchi – Daniel Pennac

Incipit Il paradiso degli orchi


La voce femminile si diffonde dall’altoparlante, leggera e piena di promesse come un velo da sposa.
– Il signor Malaussène è desiderato all’Ufficio Reclami.
Una voce velata, come se le foto di Hamilton si mettessero a parlare. Eppure, colgo un leggero sorriso dietro la nebbia di Miss Hamilton. Niente affatto tenero, il sorriso. Bene, vado. Arriverò probabilmente la settimana prossima. È il 24 dicembre, sono le 16 e 15, il Grande Magazzino è strapieno. Una fitta folla di clienti gravati dai regali ostruisce i passaggi. Un ghiacciaio che cola impercettibilmente, in un cupo nervosismo. Sorrisi contratti, sudore lucente, ingiurie sorde, sguardi pieni d’odio, urla terrorizzate di bambini acciuffati da Babbi natale idrofili.
– Non aver paura, tesoro, è Babbo Natale!
Rapidi flash.

Incipit tratto da:
Titolo: Il paradiso degli orchi
Autore: Daniel Pennac
Traduzione: Yasmina Mélaouah
Titolo originale: Au bonheur des ogres
Casa editrice: Feltrinelli
Qui è possibile leggere le prime pagine di Il paradiso degli orchi

Il paradiso degli orchi – Daniel Pennac

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Incipit Au bonheur des ogres

La voix féminine tombe du haut-parleur, légère et prometteuse comme un voile de mariée.
– Monsieur Malaussène est demandé au bureau des Réclamations.
Une voix de brume, tout à fait comme si les photos de Hamilton se mettaient à parler. Pourtant, je perçois un léger sourire derrière le brouillard de Miss Hamilton. Pas tendre du tout, le sourire. Bon, j’y vais. J’arriverai peut-être la semaine prochaine. Nous sommes un 24 décembre, il est seize heures quinze, le Magasin est bourré. Une foule épaisse de clients écrasés de cadeaux obstrue les allées. Un glacier qui s’écroule imperceptiblement, dans une sombre nervosité. Sourires crispés, sueur luisante, injures sourdes, regards haineux, hurlements terrifiés des enfants happés par des pères Noël hydrophiles.
– N’aie pas peur, chéri, c’est le Père Noël! Flashes.

Incipit tratto da:
Titre: Au bonheur des ogres
Auteur: Daniel Pennac
Editeur: Gallimard
Langue: Français

Quarta di copertina / Trama

Un eroe, Malaussène, che come lavoro fa il “capro espiatorio”. Una famiglia disneyana, senza mamme e babbi, con fratellini geniali, sorelle sensitive, una “zia” femmina super-sexy, ritratto irresistibile del giornalismo alla “Actuel”, una misteriosa guardia notturna sera, un cane epilettico.
Questa esilarante banda di personaggi indaga su una serie di oscuri attentati, sull’orrore nascosto nel Tempio del benessere, un Grande Magazzino dove scoppiano bombe tra i giocattoli e un Babbo Natale assassino aspetta la prossima vittima. Un’altalena tra divertimento e suspence, tra una Parigi da Misteri di Sue e una Parigi post-moderna dove proliferano i piccoli e grandi “orchi” che qualcuno crede estinti. Degli orchi si può ridere o si può tremare. Uno scrittore come Pennac, non ha certo paura di affrontarli con l’arma che lui stesso così definisce nel libro: “l’umorismo, irriducibile espressione dell’etica”.
Stefano Benni
(Ed. Feltrinelli; Economica Universale)

Da questo romanzo il film Il paradiso degli orchi (Au bonheur des ogres) per la regia di Nicolas Bary (2013)

Il paradiso degli orchi - Audiolibro - Pennac