Figli delle stelle – Edoardo Nesi

Incipit Figli delle stelle – Edoardo Nesi

Incipit Figli delle stelle

Per qualche ragione il tramonto l’aveva sempre riempito di una sensazione che non era mai riuscito a spiegarsi o a capire, come di una perdita allo stesso tempo imminente e già avvenuta, e irrimediabile. L’effetto era più forte se lo vedeva, il tramonto. La peggiore fu a Panarea, mentre prendeva l’aperitivo sulle sdraio della grande terrazza sul mare del Raya con sua moglie e dieci clienti americani, e il capo di questi americani chiese di poter aspettare il tramonto completo del sole per vedere il raggio verde e naturalmente non lo videro, il raggio verde, perché è una cosa che non esiste e lo vedi solo se lo vuoi vedere, ma in quella limpida serata di giugno dovette guardarselo tutto il tramonto, per quasi un’ora, e per sopportare di guardarlo tutto bevve anche un po’ troppo e la cena fu un po’ troppo espansiva, troppi complimenti a Milena. Ma andò bene lo stesso. Comprarono un ospedale, praticamente, gli americani.

Incipit tratto da:
Titolo: Figli delle stelle
Autore: Edoardo Nesi
Casa editrice: Bompiani

Figli delle stelle - Edoardo Nesi

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Quarta di copertina / Trama

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Alberto Colzi, trentenne, è un manager di successo che scampa miracolosamente a un attentato alla periferia di Bogotà. Rientrato in Italia, il riposo forzato lo costringe a fermarsi e a riflettere sulla sua vita. Scoprirà così l’ipocrisia e i tradimenti che lo circondano, iniziando una vera e propria rinascita che lo porterà ad approdare a un nuovo mondo. Un romanzo sui valori, le idee e il mondo dei trentenni di oggi.
(Ed. Bompiani; Tascabili Narrativa)

Rebecca – Edoardo Nesi

Incipit Rebecca – Edoardo Nesi

Incipit Rebecca

Madeleine si rigira nel letto e dice:
“Mamma, me la racconti la storia del Tennis Roma?”
Nell’ultima settimana Madeleine si è sempre addormentata verso le dieci, dopo il latte freddo nel biberon con il tappo azzurro e la storia di Willow e Mad Martigan contro la regina cattiva Bavmorda. Prima c’era stata l’acqua frizzante nel biberon con il tappo giallo e il Fortunadrago della storia infinita che faceva paura ai tre Bambinacci che davano noia al povero Bastian. La storia del Tennis Roma gliela raccontavo l’estate scorsa, ma ora, a riaddormentarsi nello stesso letto. Madeleine se la dev’essere ricordata. Mi avvicino a lei, le carezzo i capelli a voce bassa, comincio a raccontare:
“Allora bambina, devi sapere che negli anni Ottanta, a Forte dei Marmi…”
“…c’era questo Tennis Roma…”

Incipit tratto da:
Titolo: Rebecca
Autore: Edoardo Nesi
Casa editrice: Bompiani
Qui è possibile leggere le prime pagine di Rebecca

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Rebecca. Bella, giovane, ricca, interessata alla vita dei divi cinematografici, intrappolata in un matrimonio infelice, ossessionata dalla sicurezza dei suoi tre bambini, concentrata sulla difesa a ogni costo del suo status sociale. Nell’arco di poche ore, mentre si consumano i preparativi e i festeggiamenti per il matrimonio di suo fratello Federico, Rebecca attraversa il mondo che la circonda con passo leggero. Intorno a lei, mentre i nervosismi si accavallano e le tensioni famigliari sono sul punto di esplodere, una generazione e una classe sociale escono allo scoperto in tutta la loro vuotezza e povertà, tra champagne, vestiti firmati e rinfreschi su un curatissimo prato all’inglese.
Con Rebecca, con tutte le sue incoerenze e debolezze, Edoardo Nesi offre uno straordinario ritratto delle contraddizioni di questi anni, grottesco e partecipe, coraggioso e irriverente, divertente e insieme tragico.
(Ed. Bompiani; Tascabili Narrativa)

Fughe da fermo – Edoardo Nesi

Incipit Fughe da fermo – Edoardo Nesi

Incipit Fughe da fermo

Marty ha un cellulare speciale che intercetta le telefonate degli altri cellulari: basta premere dei tasti in un certo ordine e il suo cellulare diventa ricevente. Oggi abbiamo sentito una telefonata incredibile. Erano due vecchi, avevano voci tremule, specialmente la donna. Lui, il Cipriani, parlava a voce alta come fanno i vecchi tessitori, e criticava con strana intensità tutte le persone che facevano parte della famiglia di lei, i figli, i nipoti, il marito. Non gli andava bene nulla di com’erano e di quello che facevano. La donna sembrava divertirsi, ma ogni tanto interveniva quando il Cipriani, sempre più stizzito, esagerava con le critiche e le offese. Lo chiamava sempre per cognome e gli dava del lei, e ogni tanto abbassava la voce perché, diceva, non voleva farsi sentire dal marito. Dopo un quarto d’ora di lamentele sfiatate lui sembrò riprendere fiato, come se avesse detto e pensato le stesse cose per anni. Rimase in silenzio per almeno trenta secondi, e lei non obiettò, come se ci fosse abituata. Poi il Cipriani fece un enorme sospiro e disse:
— Rosa, ma io mi ricordo bene? Perché certe volte mi sembra che sia stata tutta una grande fregatura, trent’anni fa
— Mah, Cipriani. Io non lo so.
— Io dico di sì, invece. Mi ricordo bene o mi ricordo male?
— Io non lo so davvero, Cipriani.
— Perché io mi ricordo tutto ancora oggi, di quella sera.
— No, io dico che lei non si può ricordare di nulla, Cipriani.
— Sì invece, di me e di te io mi ricordo tutto, ma era meglio se non mi ricordavo di niente, se avevo battuto il capo e avevo perso la memoria, era meglio se avevo picchiato nel muro con la macchina, perché da quella sera non ho avuto più pace, Rosa.
— Se dice così lei ha capito male davvero, Cipriani.
— No, io ho capito bene. E mi ricordo anche di tutti i giorni che ho passato in tutti questi trent’anni, a pensare e a ripensare a quella sera e a smadonnare.
— No, Cipriani, mi dia retta, non parli così.
— Perché io vagello, capito, Rosa?
— Ho capito, ho capito.
— No, io vagello tutte le volte che ti vedo e tutte le volte che ti sento al telefono, e a sessantadue anni non posso vagellare, capito?
— Ho capito, ma cerchi di capire anche lei, però.
— Eh, forse invece non ho capito niente per davvero.
— Mi dia retta, Cipriani. Tutto non si può dire, capisca.
E ripartì un’altra pausa incredibile, in cui questi vecchi più che altro respiravano nel telefono. Marty mi guardò.
— Io vorrei sapere perché mi sono sposato con mia moglie e te con tuo marito.

Incipit tratto da:
Titolo: Fughe da fermo
Autore: Edoardo Nesi
Casa editrice: Bompiani
Qui è possibile leggere le prime pagine di Fughe da fermo

Fughe da fermo - Edoardo Nesi

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Quarta di copertina / Trama

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Un amore lancinante quello di Federico per Cristina, un amore così intenso che può condurre fino ai limiti di una “vita normale”. Un romanzo poetico e scabroso insieme, in cui Nesi confessa l’inconfessabile, frugando nelle viscere e nel cuore dei personaggi che animano queste pagine spudorate e commoventi, drammatiche e autoironiche, sintonizzate maniacalmente sulla cultura bassa della quotidianità.
(Ed. Bompiani; Tascabili Narrativa)

Da questo romanzo il film Fughe da fermo per la regia di Edoardo Nesi (2001)