Incipit Colpo grosso ai Frigoriferi Milanesi
Calvairate è un quartiere di Milano, antico borgo agricolo a est della città, assorbito dal comune del capoluogo alla fine dell’Ottocento. Deve il suo nome alla basilica di Santa Maria Nascente, dedicata al monte Calvario, chiesa che non esiste più. Siamo in direzione via Forlanini, Linate, Segrate, a sud del quartiere delle Regioni, se dovete spiegarlo a qualcuno potete dire Porta Romana.
Incipit tratto da:
La zona fin dagli inizi del Novecento è il polo di distribuzione agro-alimentare di Milano: qui c’era il mercato dell’ortofrutta, in quello che oggi si chiama largo Marinai d’Italia, c’erano i macelli nuovi, anche quelli avicunicoli. Tuttora nell’area c’è l’attivissimo mercato ittico. Queste attività utilizzavano lo scalo merci di Porta Vittoria, tanto che era possibile scaricare bestiame e pesce, e qualsiasi tipo di derrata, direttamente dai convogli. La stazione di Porta Vittoria non esiste più, almeno com’era prima, in superficie. Ora è sotterranea, una fermata del passante ferroviario dalla quale transitano le importanti linee che conducono a Rogoredo e a Treviglio. Nel primo decennio del terzo millennio Calvairate è un’area in definizione, ancora molto c’è da fare per riqualificarla. Gli scheletri fatiscenti dei macelli sono tuttora lì, abbandonati e minacciosi, probabilmente malfrequentati. A est di Calvairate c’è l’Ortica, resa celebre dalla canzone di Jannacci, dove si può avere la sensazione di essere in piena campagna; a nord invece c’è il quartiere Regioni (viale Umbria, viale Molise ecc.).
Qui, in via Cardinale Mezzofanti, studioso a cavallo fra XVIII e XIX secolo del quale è dimostrato che parlasse 78 lingue, di cui 40 perfettamente, si trovava un bar, il Colpo grosso. Oggi il bar esiste ancora, pur avendo cambiato nome, ma qui non lo diremo per rispetto delle vittime.
Nel 2012, l’anno in cui si svolgono le vicende di cui andiamo a raccontare, si chiamava Colpo grosso, ma non in onore di qualche rapina a mano armata, bensì della trasmissione televisiva omonima condotta da Umberto Smaila, uno show serale a quiz con ragazze scollacciate e generose.
Il bar non era quello che si dice un locale di lusso, però il caffè era più che dignitoso; inoltre erano garantiti anonimato e tranquillità.
Nel retrobottega c’era un deposito-magazzino, ricolmo di ogni genere di attrezzature, soprattutto sedie di alluminio che con la bella stagione venivano disposte fuori, sul marciapiedi.
Nella stanza in quel momento c’erano quattro persone, sedute su alcune di quelle sedie. Perché abbiamo cominciato da Calvairate se qui siamo a Regioni? Lo capiremo presto.
Titolo: Colpo grosso ai Frigoriferi Milanesi
Autore: Francesco Recami
Casa editrice: Sellerio
Quarta di copertina / Trama
Il Solista del mitra prepara un colpo grosso, l’obiettivo sono i Frigoriferi Milanesi, l’intricato sistema di caveau a prova di furto, l’antica Fabbrica del Ghiaccio. Complici sono Il Piero, Faccia d’Angelo, La Miciona, La Piccerella, Il René, La Mantide. Il malloppo è qualcosa di estremamente prezioso, di losca provenienza, in ballo c’è anche una vendetta.
Nel frattempo alla Casa di ringhiera la vita continua al solito, litigiosa, pettegola e malignetta. La falsa invalida, signorina Mattei-Ferri, ha deciso di cambiare atteggiamento e rendersi più amabile con i vicini, soprattutto i nuovi; il pensionato Amedeo Consonni si dedica al nipotino Enrico, dopo aver superato una profonda depressione; la professoressa Angela, dal buen retiro di Camogli, non perde di vista affetti e affari; il vecchio Luis De Angelis continua ad accudire paranoicamente la sua automobile, adesso una Maserati. E così via, tutti ostili tra loro, estranei, eppure legati gli uni agli altri come nella Finestra sul cortile. Però ci sono delle novità. Un gruppo allegro di studentesse di Fashion, venute dalla provincia più opulenta ad addentare la metropoli; e due nuove coppie di ricchi inquilini, a testimoniare che anche la Casa di ringhiera si gentrifica. E proprio da Camilla, la bella amante dell’architetto Sommariva, si viene a sapere qualcosa di Yutta, la venere tedesca che, dopo aver ammaliato tutti, era sparita con una fortuna e in barba al pensionato Consonni. La notizia fa ripiombare la Casa di ringhiera in una scalcagnata ed esagerata avventura. In questa nuova puntata della serie fortunata in cui un intero caseggiato assume personalità entro una cornice comico criminale, mosso da un’animazione farsesca, l’autore Francesco Recami sollecita il lettore a riflettere su cosa sia in realtà l’intrattenimento letterario. Un tema drammatico e surreale entra nella scena: che tipo di vita è quella dei personaggi di un romanzo?
(Sellerio; La Memoria)