Colpo grosso ai Frigoriferi Milanesi – Francesco Recami

Incipit Colpo grosso ai Frigoriferi Milanesi - Francesco Recami

Incipit Colpo grosso ai Frigoriferi Milanesi

Calvairate è un quartiere di Milano, antico borgo agricolo a est della città, assorbito dal comune del capoluogo alla fine dell’Ottocento. Deve il suo nome alla basilica di Santa Maria Nascente, dedicata al monte Calvario, chiesa che non esiste più. Siamo in direzione via Forlanini, Linate, Segrate, a sud del quartiere delle Regioni, se dovete spiegarlo a qualcuno potete dire Porta Romana.
La zona fin dagli inizi del Novecento è il polo di distribuzione agro-alimentare di Milano: qui c’era il mercato dell’ortofrutta, in quello che oggi si chiama largo Marinai d’Italia, c’erano i macelli nuovi, anche quelli avicunicoli. Tuttora nell’area c’è l’attivissimo mercato ittico. Queste attività utilizzavano lo scalo merci di Porta Vittoria, tanto che era possibile scaricare bestiame e pesce, e qualsiasi tipo di derrata, direttamente dai convogli. La stazione di Porta Vittoria non esiste più, almeno com’era prima, in superficie. Ora è sotterranea, una fermata del passante ferroviario dalla quale transitano le importanti linee che conducono a Rogoredo e a Treviglio. Nel primo decennio del terzo millennio Calvairate è un’area in definizione, ancora molto c’è da fare per riqualificarla. Gli scheletri fatiscenti dei macelli sono tuttora lì, abbandonati e minacciosi, probabilmente malfrequentati. A est di Calvairate c’è l’Ortica, resa celebre dalla canzone di Jannacci, dove si può avere la sensazione di essere in piena campagna; a nord invece c’è il quartiere Regioni (viale Umbria, viale Molise ecc.).
Qui, in via Cardinale Mezzofanti, studioso a cavallo fra XVIII e XIX secolo del quale è dimostrato che parlasse 78 lingue, di cui 40 perfettamente, si trovava un bar, il Colpo grosso. Oggi il bar esiste ancora, pur avendo cambiato nome, ma qui non lo diremo per rispetto delle vittime.
Nel 2012, l’anno in cui si svolgono le vicende di cui andiamo a raccontare, si chiamava Colpo grosso, ma non in onore di qualche rapina a mano armata, bensì della trasmissione televisiva omonima condotta da Umberto Smaila, uno show serale a quiz con ragazze scollacciate e generose.
Il bar non era quello che si dice un locale di lusso, però il caffè era più che dignitoso; inoltre erano garantiti anonimato e tranquillità.
Nel retrobottega c’era un deposito-magazzino, ricolmo di ogni genere di attrezzature, soprattutto sedie di alluminio che con la bella stagione venivano disposte fuori, sul marciapiedi.
Nella stanza in quel momento c’erano quattro persone, sedute su alcune di quelle sedie. Perché abbiamo cominciato da Calvairate se qui siamo a Regioni? Lo capiremo presto.

Incipit tratto da:
Titolo: Colpo grosso ai Frigoriferi Milanesi
Autore: Francesco Recami
Casa editrice: Sellerio

Libri di Francesco Recami

Colpo grosso ai Frigoriferi Milanesi - Francesco Recami

Quarta di copertina / Trama

Il Solista del mitra prepara un colpo grosso, l’obiettivo sono i Frigoriferi Milanesi, l’intricato sistema di caveau a prova di furto, l’antica Fabbrica del Ghiaccio. Complici sono Il Piero, Faccia d’Angelo, La Miciona, La Piccerella, Il René, La Mantide. Il malloppo è qualcosa di estremamente prezioso, di losca provenienza, in ballo c’è anche una vendetta.
Nel frattempo alla Casa di ringhiera la vita continua al solito, litigiosa, pettegola e malignetta. La falsa invalida, signorina Mattei-Ferri, ha deciso di cambiare atteggiamento e rendersi più amabile con i vicini, soprattutto i nuovi; il pensionato Amedeo Consonni si dedica al nipotino Enrico, dopo aver superato una profonda depressione; la professoressa Angela, dal buen retiro di Camogli, non perde di vista affetti e affari; il vecchio Luis De Angelis continua ad accudire paranoicamente la sua automobile, adesso una Maserati. E così via, tutti ostili tra loro, estranei, eppure legati gli uni agli altri come nella Finestra sul cortile. Però ci sono delle novità. Un gruppo allegro di studentesse di Fashion, venute dalla provincia più opulenta ad addentare la metropoli; e due nuove coppie di ricchi inquilini, a testimoniare che anche la Casa di ringhiera si gentrifica. E proprio da Camilla, la bella amante dell’architetto Sommariva, si viene a sapere qualcosa di Yutta, la venere tedesca che, dopo aver ammaliato tutti, era sparita con una fortuna e in barba al pensionato Consonni. La notizia fa ripiombare la Casa di ringhiera in una scalcagnata ed esagerata avventura. In questa nuova puntata della serie fortunata in cui un intero caseggiato assume personalità entro una cornice comico criminale, mosso da un’animazione farsesca, l’autore Francesco Recami sollecita il lettore a riflettere su cosa sia in realtà l’intrattenimento letterario. Un tema drammatico e surreale entra nella scena: che tipo di vita è quella dei personaggi di un romanzo?
(Sellerio; La Memoria)

Incipit Colpo grosso ai Frigoriferi Milanesi - Francesco Recami

Cronologia opere e biografia di Francesco Recami

I killer non vanno in pensione – Francesco Recami

Incipit I killer non vanno in pensione

Il parroco Don Carlo Zanobin usava preparare con molta meticolosità le sue prediche. Se le scriveva al computer, scopiazzava, lavorava di copia-incolla, e non si vergognava a tenere il pc sull’altare, per leggere con impeto ciò che aveva appuntato.
Cari fratelli e sorelle,
che succede alla nostra Treviso, al nostro territorio? Perché il Signore Onnipotente ha deciso di sprofondare la nostra città nell’Apocalisse? È il diluvio che ci sta colpendo, e sta gonfiando i nostri fiumi che stanno per traboccare. È la fine imminente quella che sta minacciando la nostra città. A noi non resta che pregare e pentirci di quello che abbiamo fatto. Una città devota ma incline al denaro e al consumismo. Una regione poverissima un tempo, che ha conosciuto repentinamente la ricchezza. Il Dio denaro ha sfidato l’Onnipotente e Questi si è adirato. Ha colpito le nostre vigne, i nostri opifici, le nostre case e ha lasciato libero il Maligno di penetrare nelle nostre famiglie. Pentiamoci! Siamo sempre in tempo a farci perdonare dal Misericordioso.
Don Carlo Zanobin

Omelia del celebrante
Parrocchia di *** (TV)

Incipit tratto da:
Titolo: I killer non vanno in pensione
Autore: Francesco Recami
Casa editrice: Sellerio
In copertina: Illustrazione di Ferenc Pintér per la campagna pubblicitaria Facis. ©Eredi Pintér.

Libri di Francesco Recami

I killer non vanno in pensione - Francesco Recami

Quarta di copertina / Trama

Walter Galati, impiegato dell’INPS meticoloso e senza speranza di carriera, è sfruttato dai colleghi d’ufficio, nullafacenti e corrotti (sono detti la Banda dei Quattro e maneggiano malversazioni per somme enormi); e in famiglia è sottomesso alle pretese della moglie Stefania.
Sembrerebbe in tutto e per tutto uno sconfitto dalla vita.
Ma nasconde un segreto, una seconda esistenza talmente ben organizzata che nessuno sospetta nulla. Walter è infatti abilissimo killer. Gli incarichi, estremamente lucrosi, gli vengono impartiti da una invisibile Agenzia. Ma adesso si sente a fine carriera e si chiede, tra il serio e il faceto, se i killer vanno in pensione.
Gli arriva un’ultima commissione, una strana eliminazione da sbrigare nell’isola di Procida ai danni di un innocuo residente. Per paranoia o preveggenza, fiuta una trappola da parte della fantomatica Agenzia. E da qui comincia una ragnatela di trame, che si incrociano e si accavallano di continuo, delle quali non si capisce come e se si comporranno in una: la missione a Procida, la morte dei gigolò della moglie Stefania, una serie di efferate uccisioni di cani, l’indagine ad alto rischio dell’ispettrice ministeriale Marta Coppo contro la Banda dei Quattro, l’inchiesta poliziesca del commissario Mossi, e ancora il panico che monta a causa di misteriosi delitti, una guerra di ’ndrangheta, e un gigantesco business a luci rosse. Intanto a Treviso, teatro della vicenda, piove senza sosta, i fiumi esondano, una catastrofe ecologica e il diluvio diventa, nelle omelie ricorrenti del parroco Don Carlo Zanobin, il «Diluvio»: omicidi e disastri costituiscono un anticipo di Apocalisse. Ma le sue parole ripetute sono profezia o un commento ai fatti?
Le avventure del mimetico e iperbolico Walter Galati sono sempre imprevedibili e piene di colpi di scena improvvisi come un feuilleton ottocentesco, o come la parodia dell’odierno romanzo criminale. Sullo sfondo il paesaggio sociale è grottesco e le situazioni illustrano i luoghi comuni ridicoli, le assurde credulità sacre e profane, le ipocrite distinzioni di bene e male, con il sorriso amarissimo che in tutti i suoi libri Francesco Recami rivolge all’attualità.
(Ed. Sellerio; La Memoria)

Incipit I killer non vanno in pensione - Francesco Recami

Cronologia opere e bibliografia di Francesco Recami

L’educazione sentimentale di Eugenio Licitra – Francesco Recami

Incipit L’educazione sentimentale di Eugenio Licitra

Alle 10 di sera il treno sul quale viaggiava Eugenio Licitra arrivò alla stazione di Santa Maria Novella con sei ore di ritardo, proveniente da Villa San Giovanni. Finalmente era a Firenze! Si portava dietro due borse pesantissime, una piena di generi alimentari, l’altra contenente almeno una quindicina di libri, quasi tutti dello stesso autore. In più trascinava una grossa valigia verde e nera.
Uscito fuori dalla stazione cercò di respirare a pieni polmoni l’aria toscana. Piovigginava, ma non faceva freddo come si sarebbe aspettato. Estrasse dalla tasca del cappotto un foglio di carta ripiegato dove c’era scritto l’indirizzo e le istruzioni di base per raggiungerlo, a piedi.
Bastava arrivare alla Fortezza da Basso, costeggiarla, da lì raggiungere il fiume Mugnone, seguirlo quasi fino al Ponte Rosso e poi si era dalle parti di piazza Vittoria, quartieri borghesi riservati e tranquilli, gli avevano detto.
Alla Fortezza passò per un parco con una fontana secca. C’era una gran sporcizia, tante cacche di cane, cartacce miste a foglie fradice. Il fiume Mugnone non era altro che un rigagnolo che scorreva in mezzo a due mura e un terrapieno. La strada era deserta e silenziosa, Eugenio si ricordò che in tasca aveva quasi centocinquantamila lire, non aveva mai portato con sé una cifra così grossa, ma chi mai avrebbe pensato che un diciannovenne meridionale appena sceso dal treno disponesse di tutti quei soldi?
Con il carico che si trascinava dietro impiegò 45 minuti, sudava come in una sauna, con cappotto e sciarpa, la mamma si era tanto raccomandata.
La città lo colse di sorpresa: in giro non c’era nessuno, le strade, buie e anonime, non gli ricordavano la scintillante immagine della capitale della cultura. Poche automobili circolavano incerte.

Incipit tratto da:
Titolo: L’educazione sentimentale di Eugenio Licitra. L’Alfasud
Autore: Francesco Recami
In copertina: Illustrazione di Lishibi
Casa editrice: Sellerio

Libri di Francesco Recami

L’educazione sentimentale di Eugenio Licitra di Francesco Recami

Quarta di copertina / Trama

C’è stato un furto a Firenze, in via IX Febbraio. Refurtiva: mezza salsiccia arrotolata e un pezzo di pecorino. Erano in frigo e il ladro ha dovuto scassinare un lucchetto. Il bottino non è roba da ridere, in una casa di studenti dove si mangiano spaghetti aglio olio e peperoncino praticamente tutti i giorni.
In città infuriano le lotte studentesche del 1977. Un abitante dell’appartamento in questione è stato selvaggiamente attaccato dalla canaglia fascista. Per i militanti dei gruppi di ultra sinistra si alza il livello dello scontro. In quella casa abita anche Eugenio Licitra, detto il Ragazzo, uno studente fuori sede iscritto al primo anno di Filosofia. Viene dalla lontanissima Ragusa, e ha la testa da un’altra parte. Pensa alle donne e all’amore, si accanisce sulla differenza fra concetti astratti e concetti concreti. Con due dei suoi conviventi stringe amicizia: sono Loriano, detto Loris, romagnolo, il cui unico interesse (oltre al genere femminile in generale) è l’elaborazione della sua FIAT Seicento Abarth. L’altro è il Saggio, corpulento studente di Medicina, stalinista e taciturno. E poi c’è il quarto inquilino, D., la vittima dell’assalto, militante di Lotta Continua, iscritto a Architettura. Ma non sta simpatico a nessuno.
Il Ragazzo, Loris e il Saggio diventeranno un terzetto di eroi picareschi pronti a tutto: disquisire di Taxi Driver, salvare una ragazza in fuga dai suoi aguzzini, persino sfidare a duello con l’utilitaria truccata e potenziata una macchina simbolo degli anni Settanta: l’Alfasud.
Questo romanzo-sarabanda gode di ospiti d’eccezione: da Martin Scorsese a Jean-Paul Sartre, da Wim Wenders a György Lukács, da Gramsci a Niki Lauda, senza trascurare il giovane Carlo Marx, Hegel, Wittgenstein, Freud e Massimo Cacciari. Sull’onda dei suoi personaggi e di questi autori L’educazione sentimentale di Eugenio Licitra è un’opera travolgente e felicemente indecifrabile: come gli anni Settanta.
(Ed. Sellerio; Il contesto)

Cronologia opere e bibliografia di Francesco Recami