Niente resurrezioni, per favore – Fred Uhlman

Incipit Niente resurrezioni per favore – Fred Uhlman

Incipit Niente resurrezioni, per favore

Si fermò e si guardò intorno.
Era questa la città che lo avevano costretto a lasciare vent’anni fa?
Non potevano esserci dubbi. La hostess dell’aereo l’aveva annunciata, il nome era scritto a caratteri scatola sull’aeroporto. D’impulso aveva afferrato la valigia appena l’apparecchio si era arrestato, ed era sceso. Non sapeva spiegarsi perché l’aveva fatto. È vero, si era trastullato con l’idea di sostarvi una notte interrompendo il volo di ritorno verso l’America, ma l’aveva respinta. Perché recarsi là, quando nulla poteva distruggere il passato, quando da quella visita non poteva aspettarsi altro che dolore?

Incipit tratto da:
Titolo: Niente resurrezioni, per favore
Autore: Fred Uhlman
Traduzione: Elena Bona
Titolo originale: No resurrection, please
Casa editrice: TEA

Libri di Fred Uhlman

Niente resurrezioni per favore - Fred Uhlman

Quarta di copertina / Trama

Simon Elsas torna in Germania, nella sua città natale, che aveva abbandonato trent’anni prima per sfuggire alla persecuzione razzista. I brucianti ricordi lo inducono a fermarsi nei luoghi della sua gioventù forse per cercare risposte ai dubbi della memoria. Nell’arco di ventiquattr’ore incontra i vecchi compagni di scuola, sfigurati dalla guerra; poi Charlotte, il suo grande amore, anch’essa segnata dal tempo. Ma su tutti grava l’orribile sospetto di complicità con il regime nazista e la ferita di Simon non può richiudersi.
(Ed. TEA; TEADUE)

Incipit Niente resurrezioni per favore – Fred Uhlman

Cronologia opere e bibliografia di Fred Uhlman

Trilogia del ritorno – Audiolibro - Fred Uhlman

L’amico ritrovato – Fred Uhlman

Incipit L amico ritrovato – Fred Uhlman

Incipit L’amico ritrovato

Entrò nella mia vita nel febbraio del 1932 per non uscirne più. Da allora è passato più di un quarto di secolo, più di novemila giorni tediosi e senza scopo, che l’assenza della speranza ha reso tutti ugualmente vuoti – giorni e anni, molti dei quali morti come le foglie secche su un albero inaridito.
Ricordo il giorno e l’ora in cui il mio sguardo si posò per la prima volta sul ragazzo che doveva diventare la fonte della mia più grande felicità e della mia più totale disperazione. Fu due giorni dopo il mio compleanno, alle tre di uno di quei pomeriggi grigi e bui, caratteristici dell’inverno tedesco. Ero al Karl Alexander Gymnasium di Stoccarda, il liceo più famoso del Württemberg, fondato nel 1521, l’anno in cui Lutero comparve davanti a Carlo V, imperatore del Sacro Romano Impero e re di Spagna.
Ricordo ogni particolare: l’aula scolastica, con le panche e i banchi massicci, l’odore acre, muschioso, di quaranta pesanti cappotti invernali, le pozze di neve disciolta, i contorni bruno-giallastri sulle pareti grige in corrispondenza del punto in cui, prima della rivoluzione, erano appesi i ritratti del Kaiser Guglielmo e del re del Württemberg. Se chiudo gli occhi, riesco ancora a vedere le schiene dei miei compagni, molti dei quali sono morti nelle steppe della Russia o nelle sabbie di Alamein. Risento ancora la voce stanca e disillusa di Herr Zimmermann che, condannato all’insegnamento a vita, aveva accettato il suo destino con triste rassegnazione. Aveva il volto pallido e i capelli, i baffi e la barbetta a punta erano striati di grigio. Guardava il mondo attraverso gli occhiali a pince-nez che teneva appoggiati sulla punta del naso con l’espressione di un cane randagio in cerca di cibo. Anche se non doveva avere più di cinquant’anni, a noi pareva che ne avesse ottanta. Lo disprezzavamo perché era buono, gentile e aveva addosso l’odore dei poveri molto probabilmente il suo appartamentino bicamere non era dotato di bagno – e anche perché in autunno e nei lunghi mesi invernali indossava un abito lustro, verdastro e rappezzato (possedeva un altro vestito, che portava in primavera e in estate). Lo trattavamo dall’alto in basso e, a volte, anche con crudeltà, la crudeltà codarda che i ragazzi in buona salute mostrano spesso nei confronti dei deboli, dei vecchi e degli indifesi.

Incipit tratto da:
Titolo: L’amico ritrovato
Autore: Fred Uhlman
Traduzione:Maria Giulia Castagnone
Titolo originale: Reunion. Der wiedergefundene Freund
Casa editrice: Feltrinelli

Libri di Fred Uhlman

L amico ritrovato - Fred Uhlman

Quarta di copertina / Trama

Due ragazzi sedicenni frequentano la stessa scuola esclusiva. L’uno è figlio di un medico ebreo,l’altro è di ricca famiglia aristocratica. Tra loro nasce un’amicizia del cuore, un’intesa perfetta e magica. Un anno dopo,il loro legame è spezzato. Questo accade in Germania nel 1933…
Racconto di straordinaria finezza e suggestione, L’amico ritrovatoè apparso nel 1971 negli Stati Uniti ed è poi stato pubblicato in Inghilterra, Francia, Olanda, Svezia, Norvegia, Danimarca, Spagna, Germania, Israele, Portogallo. Ovunque lo stesso entusiasmo della critica. “Un’opera letteraria rara”, l’ha definito George Steiner sul New Yorker, “Un capolavoro”, ha scritto Arthur Koestler nell’introduzione all’edizione inglese del 1976. “Un libro che assilla la memoria…una gemma”, “Un racconto magistrale”, hanno fatto eco The Sunday Express e The Financial Times di Londra. E infine Le Mondedi Parigi: “Uno dei testi più densi e più puri sugli anni del nazismo in Germania… Tra i romanzi più belli che si possano raccomandare ai lettori, dai dodici anni in su. Senza esitazione.”
(Ed. Feltrinelli; Economica Universale)

Incipit L amico ritrovato – Fred Uhlman

Cronologia opere e bibliografia di Fred Uhlman

Trilogia del ritorno – Audiolibro - Fred Uhlman

Storia di un uomo – Fred Uhlman

Incipit Storia di un uomo – Fred Uhlman

Incipit Storia di un uomo

Non è che sappia poi molto delle origini della mia famiglia, che era di Freudenthal, un piccolo villaggio non lontano da Stoccarda. A quanto mi costa, prima del XVIII secolo gli ebrei in Germania non avevano neppure un cognome. In tutto Wurttemberg c’erano soltanto cinquecento ebrei. Tenuti ai margini di tutte le maggiori città, dipendevano completamente dal Duca, il quale poteva espellerli a suo piacimento e li teneva con sé a patto di ricavarne qualche vantaggio. Conosciuti con il nome di Schutzjuden, ebrei protetti, dovevano pagarsi la protezione. C’era una “tassa d’ammissione” e un tributo annuale.

Incipit tratto da:
Titolo: Storia di un uomo
Autore: Fred Uhlman
Traduzione: Lucio Trevisan
Titolo originale: The making of an Englishman
Casa editrice: Feltrinelli

Libri di Fred Uhlman

Storia di un uomo – Fred Uhlman

Quarta di copertina / Trama

“È la storia di un uomo… la cui unica ambizione, ahimè irrealizzabile è raggiungere le stelle non con un razzo ma con la propria arte.”
Nel 1960, a cinquantanove anni, quando suggella con queste parole intrise di amarezza la propria biografia, Fred Uhlman è ormai un pittore affermato, ma nel campo della scrittura la continua a eluderlo. Gli arriverà postuma con lo straordinario successo de L’amico ritrovato, divenuto in breve tempo un bestseller mondiale. È una delle ironie di una vita dominata nel bene e nel male dal caso, il cui racconto, commosso, partecipato e ricco di episodi curiosi e divertenti, si legge come un romanzo.
L’autore parla dell’inizio delle persecuzioni razziali e dell’emarginazione degli ebrei che precede l’olocausto con il senso di stupore di chi non riesce a darsi ragione di un’enorme ingiustizia, di un vero e proprio tradimento.
Solo pochi hanno il coraggio di tagliare le radici e scegliere la via dell’esilio, tra questi Uhlman che si rifugia a Parigi, poi in Spagna e infine in Inghilterra, la sua seconda patria. Qui il libro si conclude, come se Uhlman preferisse lasciare insondata la parte privata della sua vita per darci, invece, soltanto il racconto di una vicenda umana e di esperienze condivise da tutti.
(Ed. Feltrinelli; Universale Economica)

Incipit Storia di un uomo – Fred Uhlman

Cronologia opere e bibliografia di Fred Uhlman