C’era il mare – Fulvio Ervas

Incipit C’era il mare – Fulvio Ervas

Incipit C’era il mare

Si dice che i vecchi non amino il buio della notte, né alzare gli occhi per fissare le stelle. «No xé cossì» mormorò l’uomo e rovesciò il capo, seguendo le luci nel cielo. Ingollò il bicchiere di grappa prima di vederle scomparire. Stucky lo imitò. Si dice che la ruota dei vecchi mulini ad acqua non dovrebbe fermarsi mai, altrimenti si fermerebbero le stagioni. «No xé cossì» disse il vecchio, indicando la ruota immobile di quello che era stato un mulino al tempo dei cavalli e dei carri, ed era diventato un modesto ristorante. La veranda del locale era sospesa sul fiume e di fronte c’erano i laghetti riempiti dal Sile, barche addormentate, salici, profili di case e stalle, i volumi neri dei pioppeti che suggerivano silenzio. Stucky rimase a pensare a quello strano contagio, una malattia rara. Non l’influenza, il morbillo o la scarlattina. Aveva scoperto che altri, nel mondo, avevano gli stessi sintomi. Colpiva indifferentemente ogni fascia d’età e si manifestava a ogni latitudine. Prima qualcosa bussa nella testa, poi, all’improvviso, si è attratti dall’oscurità della notte e si corre alla ricerca di una pista d’atterraggio. L’ispettore aveva perlustrato ogni angolo attorno all’aeroporto di Treviso sino a scoprire il luogo perfetto: quel vecchio mulino riadattato, le buone sedie, quel silenzio, la torre di controllo a pochi chilometri. Lì era inciampato in un anziano signore che affermava di essere felicemente entrato nel quinto anno di quella patologia.

Incipit tratto da:
Titolo: C’era il mare
Autore: Fulvio Ervas
Illustrazione di copertina: Laura Fanelli
Casa editrice: Marcos y Marcos
Qui è possibile leggere le prime pagine di C’era il mare

C’era il mare – Fulvio Ervas

Quarta di copertina / Trama

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Dopo il successo del film Finché c’è prosecco c’è speranza
l’ispettore Stucky torna con un giallo dolce e graffiante.
Due omicidi, due piste, due città:
l’ispettore Stucky indaga a Treviso,
Luana Bertelli a Marghera.
Quando un terzo uomo muore a metà strada,
la pista diventa una sola.
“Montini si accarezzò amorevolmente
le mani. Da ciò che gli stava riferendo l’ispettore Stucky, la faccenda Canton
non era una gatta da pelare. Era una lince
da pelare”.
Il primo morto è a Treviso: unico indizio un foglio bianco.
Il secondo è a Marghera: qui invece campeggia una scritta rossa.
Le due indagini – e i due scenari – si alternano, incantandoci con immagini solari mentre realtà più oscure affiorano qua e là.
Stucky interroga banchieri con le scarpe troppo pulite; a casa, il profumo di zucca e zafferano annuncia un’ospite inattesa.
Luana Bertelli la sera va al poligono, insegna alle donne a sparare; davanti a un piatto di seppioline morbide, in piazza, pensa al mare da cui è sorto Porto Marghera.
Un terzo morto, a metà strada tra Treviso e Marghera, fa correre tutto più veloce.
Soprattutto, Stucky e la Bertelli adesso corrono insieme: unendo tasselli, arrivano al cuore del mistero, annidato nelle pieghe della nostra traballante civiltà
(Ed. Marcos y Marcos)

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Finché c’è prosecco c’è speranza – Fulvio Ervas

Incipit Finché c’è prosecco c’è speranza – Fulvio Ervas

Incipit Finché c’è prosecco c’è speranza

13 Agosto, giovedì L’osteria di Secondo, nel centro di Treviso, è una meraviglia: belle sedie impagliate, bancone di marmo e atmosfera familiare. Sulle pareti bianche, neri disegni di viti potate. L’occhio esperto potrà riconoscervi il Guyot o il Sylvoz, ma anche l’inesperto può godere di quegli eleganti corpi contorti, con archi e speroni. La potatura è l’alfa, per Secondo, il momento in cui si fonde passato, presente e futuro della vite. E del vino, naturalmente, un organismo vivo né più né meno dei clienti, onesti perdigiorno che si sgranchiscono dalla fretta seduti ai tavoli.

Incipit tratto da:
Titolo: Finché c’è prosecco c’è speranza
Autore: Fulvio Ervas
Casa editrice: Marcos y Marcos
Qui è possibile leggere le prime pagine di Finché c’è prosecco c’è speranza

Finché c’è prosecco c’è speranza - Fulvio Ervas

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Quarta di copertina / Trama

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Ferragosto di fuoco per l’ispettore Stucky: in gita tra le colline del prosecco con le belle vicine di casa, si sveglia in un letto non suo, in posizione non consona. Unica certezza, le stelle. Di ritorno a Treviso, cercando conforto tra i calici, trova il suo oste di fiducia malinconico: non si capacita del suicidio plateale del conte Ancillotto, fornitore di vini d’eccellenza. Perché dovrebbe suicidarsi, un uomo che ama le donne, camminare, guardare il fuoco e, naturalmente, il vino? Mentre Stucky indaga a modo suo, conversando con la governante, l’amante a cottimo e il prete, piomba in paese Celinda Salvatierra, tellurica come le terre andine da cui proviene. È l’unica erede del conte Ancillotto, e semina il panico tra i viticoltori minacciando di sradicare le vigne per impiantare filari di banani a perdita d’occhio. In una notte di temporale, tre colpi di pistola si confondono con i tuoni. L’ingegner Speggiorin, direttore del cementificio, cade nel fango per sempre. Stucky intravede i soliti intrighi mondani dietro queste morti innaturali – corna, rivalità, vendetta – ma sa che la vera risposta è nei gas, nel vento. Nelle bollicine del prosecco, nella polvere che si innalza dai camini del cementificio e si posa su insalate, acque, grappoli dorati. Nella ruggine che il matto del paese gratta sulle tombe dei concittadini, impartendo benedizioni, ma anche “fragnoccole a destra e a sinistra con palo di robinia…”
(Ed. Marcos y Marcos)

Da questo romanzo il film del 2017 Finché c’è prosecco c’è speranza per la regia di Antonio Padovan

Nonnitudine – Fulvio Ervas

Incipit Nonnitudine – Fulvio Ervas

Incipit Nonnitudine

Clic, cloc, clac. Clank. Quando si sente clank, intenso come una montagna di pentole che cadono, la pompa dell’acqua si ferma. I tubi si svuotano. Le bolle d’aria corrono verso l’alto. Le pareti borbottano, scontente. I ragazzi si guardano e poi fissano miss Perfecta che sta in mezzo alla stanza. Su, leggere! Leggere! Leggere! Dov’è Amos? chiese miss Perfecta cercando,
nella piccola folla di ragazzini seduti sul pavimento di tappeti, un volto. Cercò tra le facce tonde, lunghe, larghe, ma Amos non c’era. Amos non è venuto, stamattina, disse una ragazzina che aveva tre treccine con fiocchi, diritte sopra la testa. Miss Perfecta batté le mani come a schiacciare un fastidio grosso quanto una formica soldato. Le batté per sei
volte. Ecco perché si sentivano tutti quei clank, pensò miss Perfecta. I Lettori Svogliati non s’impegnavano come di dovere e se, per aggiunta, mancava anche Amos, non si ricavava granché di energia da una mattinata di lettura. Molly! Porta qui Amos! Subito, disse miss Perfecta.

Incipit tratto da:
Titolo: Nonnitudine
Autore: Fulvio Ervas
Casa editrice: Marcos y Marcos
Qui è possibile leggere le prime pagine di Nonnitudine

Nonnitudine - Fulvio Ervas

Quarta di copertina / Trama

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È così piccolo, eppure cambia tutto: la sua risata è un’onda anomala di felicità.
Il nipotino è appena nato, e lui, giovane vecchio, cultore della Tavola periodica degli elementi, si sente improvvisamente dotato di superpoteri. L’attimo si dilata, suoni remoti diventano percepibili, l’orizzonte è molto più lontano.
Viaggia in uno spazio fatto di tempo.
Preso nel vortice della nonnitudine, sprofonda fino alle origini, tra la Giudecca e il Piave.
Riemerge nel presente avventuroso di mille conquiste epocali: il piccolo che sconfigge la gravità, dà un nome a se stesso e alle cose, coglie la magia benefica dei bidoni della raccolta differenziata.
E il futuro si srotola davanti come un luogo abitato, da rendere fertile e rigoglioso.
Lui non è l’unica vittima di questa strana malattia, che cambia il modo di stare al mondo: un gruppo nutrito di neononni finisce per darsi appuntamento al bar.
Accanto a birra fresca e ordinarie vanterie, cresce la voglia di discutere, esplorare, tornare a correre insieme, vivere per durare.
E a casa, quando sale la nostalgia per il nipotino lontano, c’è una lunga favola da scrivere: in una comunità sotterranea, sono i bambini che leggono a generare energia vitale, l’energia che potrebbe servire un giorno per ricominciare…
(Ed. Marcos y Marcos)

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