La piuma – Giorgio Faletti

La piuma arrivò risalendo il fiume.

Incipit La piuma

La piuma arrivò risalendo il fiume.
Nessuno si accorse di questo strano fenomeno, forse nemmeno il vento stesso, che per natura ha canne da piegare e foglie da girare sulle dita e stagni da stupire con gocce di pioggia che lasciano cerchi improvvisi e bolle sulla superficie immota dell’acqua. Tracciando il suo invisibile sanscrito nel cielo, la piuma sorvolò un villaggio popolato di uomini, che come tali prestavano attenzione solo a ciò che avveniva in terra, davanti ai loro occhi. Un fabbro batteva il ferro rovente di una lama chiedendosi se sarebbe stata una buona spada, un contadino seminava il suo campo chiedendosi se sarebbe stato un buon raccolto, le donne stavano al fiume a lavare i panni chiedendosi se sarebbero diventati bianchi e immacolati. Solo i bambini correvano senza nulla chiedersi, giocando e schiamazzando per le anguste vie del villaggio, fra le case di fango e paglia, inseguiti da cani festanti che, pur senza capire, si univano al gioco. Alcuni cavalli erano impastoiati davanti alla locanda dove cavalieri senza macchia e senza paura sostavano per stordirsi di vino, procurandosi macchie sulle vesti mentre cercavano di dimenticare la loro paura. Nessuno riuscì a vedere la piuma perché nessuno aveva tempo a sufficienza per alzare gli occhi al cielo e riuscire anche solo a guardarla.

Incipit tratto da:
Titolo: La piuma
Autore: Giorgio Faletti
Casa editrice: Baldini&Castoldi

Libri di Giorgio Faletti

Copertina di La piuma di Giorgio Faletti

Quarta di copertina / Trama

Giorgio Faletti si accomiata dai suoi lettori con la sua opera più bella, originale e dolente. Una favola morale, che accompagna il lettore attraverso le piccole, meschine, ignoranti bassezze degli uomini, sino a comprendere, attraverso il più innocente e semplice degli sguardi, il senso profondo delle cose. Del loro ruolo. E della fine.
Seguiamo una piuma mentre traccia il suo percorso invisibile nel cielo, la vediamo posarsi sul tavolo dove il Re e il Generale definiscono i piani di battaglia per la conquista del Mondo, noncuranti di chi poi dovrà combatterla; ascoltiamo insieme a lei i tentativi del Curato di intercedere a favore dei contadini con il Cardinale privo di fede; attratti da una dissonante melodia volteggiamo dentro al Teatro, per assistere allo spettacolo meraviglioso e crudele della Ballerina dal cuore spezzato: il suo volo ci porterà a conoscere altri sventurati personaggi, finché la piuma non incontrerà lo sguardo dell’unico che saprà capire quello che nessuno prima aveva compreso
(Baldini&Castoldi)

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Appunti di un venditore di donne – Giorgio Faletti

Io mi chiamo Bravo e non ho il cazzo.

Incipit Appunti di un venditore di donne

Io mi chiamo Bravo e non ho il cazzo.
Questa poteva essere la mia presentazione. Il fatto di andare in giro con un soprannome invece che con un nome vero e proprio non significa niente. Ognuno è quello che è, a prescindere dalle scie burocratiche che si tira appresso come le stelle filanti dopo un veglione di Carnevale. La mia vita non sarebbe cambiata una virgola, qualunque nome avessi avuto da offrire insieme a una mano da stringere. Niente di più e niente di meno. Non una salita o una discesa, non un braccio di mare calmo o agitato dove affannarsi o di cui rimpiangere l’affanno. Non avere un nome era un provvido come d’ombra in cui celarsi, un volto appena intravisto, una figura appena percepita, il nulla, il nessuno. Dal momento in cui io ero quello che ero, una simile condizione racchiudeva nello specifico tutto ciò che serviva, senza opzioni e senza deroghe.
Per quanto riguarda quell’altro particolare anatomico, vale la pena di soffermarsi un poco.
Io non sono nato così.

Incipit tratto da:
Titolo: Appunti di un venditore di donne
Autore: Giorgio Faletti
Casa editrice: Baldini Castoldi

Libri di Giorgio Faletti

Copertina di Appunti di un venditore di donne di Giorgio Faletti

Quarta di copertina / Trama

1978. Mentre l’Italia intera vive i giorni drammatici del sequestro Moro, una Milano stremata dagli scontri politici e sotto la minaccia del banditismo si prepara a diventare la Città da Bere degli anni Ottanta.
È in questo ambiente, tra ristoranti di lusso, discoteche, bische clandestine e cabaret − dove cresce una nuova generazione di comici − che conduce i propri affari un uomo enigmatico, affascinante, reso cinico da una menomazione inflittagli per uno sgarbo. Tutti lo conoscono con il nome di Bravo. Lavora con le donne. Le vende.
La comparsa improvvisa di una ragazza, Carla, sembra risvegliare in Bravo sensazioni che credeva sopite per sempre. È invece l’inizio di un incubo che lo trasformerà in un uomo braccato dalla polizia, dai Servizi Segreti deviati, dalla criminalità organizzata e dai brigatisti rossi. Per salvarsi potrà contare solo su se stesso.
(Ed. Baldini&Castoldi)

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Tre atti e due tempi – Giorgio Faletti

Quando arrivano loro tutto deve essere a posto.

Incipit Tre atti e due tempi

Quando arrivano loro tutto deve essere a posto.
loro sono lo Sparviero, il Bambino, il Capo, lo Straniero, il Taciturno, il Nero, il Talento, lo Sfaticato. Sono il Tatuato, il Ragioniere, il Bravo Ragazzo, il Puttaniere, il Marito.
A volte l’Omo e il Dotto.
Ci sono anche quelli a cui non ho dato un nome.
Sono ragazzi che stanno salendo con l’eccitazione negli occhi e nei ragionamenti, uomini che stanno scendendo con la delusione nello sguardo, altri arresi alla consapevolezza di avere raggiunto il massimo loro consentito.
C’è chi si accontenta, chi morde il freno, chi non si rassegna.
A volte, quando li sento arrivare, quando li sento imboccare il corridoio e parlare tutti insieme, mi pare che le voci si mescolino e trovino tutte unite la forza di superare il tempo, di estrarre dal passato altre voci che sono a tratti rimbalzate fra queste mure basse e sotterranee, prima di andarsene insieme agli uomini che le contenevano. Qualcuno lascia un buon ricordo, qualcuno un ricordo cattivo. Qualcuno solo una camicia dimenticata nell’armadietto.
Poi ci sono gli altri.

Incipit tratto da:
Titolo: Tre atti e due tempi
Autore: Giorgio Faletti
Casa editrice: Einaudi

Libri di Giorgio Faletti

Copertina di Tre atti e due tempi di Giorgio Faletti

Quarta di copertina / Trama

«Io mi chiamo Silvano ma la provincia è sempre pronta a trovare un soprannome. E da Silvano a Silver la strada è breve».
Con la sua voce dimessa e magnetica, sottolineata da una nota sulfurea e intrisa di umorismo amaro, il protagonista ci porta dentro una storia che, lette le prime righe, non riusciamo più ad abbandonare.
Con Tre atti e due tempi Giorgio Faletti ci consegna un romanzo perfetto come una partitura musicale e teso come un thriller, che toglie il fiato con il susseguirsi dei colpi di scena mentre ad ogni pagina i personaggi acquistano umanità e verità.
Un romanzo che stringe in unità fili diversi: la corruzione del calcio e della società, la mancanza di futuro per chi è giovane, la responsabilità individuale, la qualità dell’amore e dei sentimenti in ogni momento della vita, il conflitto tra genitori e figli. E intanto, davanti ai nostri occhi, si disegnano i tratti affaticati e sorridenti di un personaggio indimenticabile. Silver, l’antieroe in cui tutti ci riconosciamo e di cui tutti abbiamo bisogno.
(Ed. Einaudi: Stile Libero Big)

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