La legge del sognatore – Daniel Pennac

Incipit La legge del sognatore – Daniel Pennac

Incipit La legge del sognatore

Posto che sia possibile mettere una data a simili nascite, io sono diventato scrittore la notte di questa conversazione con Louis. Avevo dieci anni e sostenevo con il mio migliore amico che la luce era fatta di acqua.
“Di acqua? Sei sicuro di quello che dici?”
“Sicurissimo, la luce è fatta di acqua!”
“La luce elettrica? Quella della lampada sul comodino? È fatta di acqua?”
Vercors, notte fonda, la conversazione si svolgeva nella mia camera, di cui Louis era l’ospite fisso: lui nel suo letto e io nel mio, tra di noi la lampada da notte e, appeso sopra le nostre teste, un disegno coloratissimo di Federico Fellini. Questa la scena.
“Sì, la luce gialla delle lampadine e la luce bianca dei neon è fatta di acqua.”
“Chi te l’ha detto?”
“Il maestro, la settimana scorsa. Il giorno che tu eri assente. Ci ha spiegato che in montagna, cioè qui, la luce è fatta dell’acqua dei fiumi che grazie alle dighe sono trasformati in laghi, e che poi viene domata in certi impianti fatti apposta.”
“Acqua domata? Sei sicuro di aver capito bene?”

Incipit tratto da:
Titolo: La legge del sognatore
Autore: Daniel Pennac
Traduzione: Yasmina Melaouah
Titolo originale: La loi du rêveur
Illustrazione Copertina: Marco Ventura
Casa editrice: Feltrinelli
Qui è possibile leggere le prime pagine di La legge del sognatore

La legge del sognatore - Daniel Pennac

Incipit La loi du rêveur

Pour autant qu’on puisse dater ce genre de naissance, je suis devenu écrivain la nuit de cette conversation avec Louis. J’avais dix ans et j’affirmais à mon meilleur copain que la lumière c’est de l’eau.
— De l’eau, tu es sûr de ce que tu dis ?
— Parfaitement, la lumière c’est de l’eau.
— La lumière électrique ? Celle de notre lampe de chevet ? C’est de la flotte ?
Vercors, nuit tombée, la conversation avait lieu dans ma chambre d’enfant, dont Louis était l’invité perpétuel : lui dans son lit moi dans le mien, notre lampe de chevet entre nous, et un dessin très coloré de Federico Fellini accroché au-dessus de nos têtes. C’est le décor.
— Oui, la lumière jaune des ampoules et la lumière blanche des néons, c’est de l’eau.
— Qui t’a raconté ça ?
— Le maître, la semaine dernière, le jour où tu étais absent. Il nous a expliqué qu’en montagne, c’est-à-dire ici, la lumière c’est de l’eau, des rivières qu’on transforme en lacs, grâce à des barrages, et qu’on apprivoise dans des usines spéciales.
— De la flotte qu’on apprivoise ? Tu es sûr que tu as bien compris ?

Incipit tratto da:
Titre: La loi du rêveur
Auteur: Daniel Pennac
Editeur: Gallimard
Langue: Français

Quarta di copertina / Trama

La lampadina del proiettore è saltata in pieno Fellini. Minne e io stavamo guardando Amarcord a letto. “Oh, no, cazzo!” Ho piazzato una sedia sopra un tavolo e sono andato all’assalto di quell’arnese per cambiare la lampadina fulminata. Un gran botto, la casa si è spenta, sono franato giù con tutta la mia impalcatura e non mi sono più rialzato. Mia moglie mi ha visto morto ai piedi del letto coniugale. Nel frattempo io rivivevo la mia vita. Pare succeda spesso. Ma non si svolgeva esattamente come l’avevo vissuta.
D.P.
“Se solo mia madre mi avesse presentato a Federico Fellini!”
(Ed. Feltrinelli)

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Il morso della reclusa – Fred Vargas

Seduto su uno scoglio del molo

Incipit Il morso della reclusa

Seduto su uno scoglio del molo, al porto, Adamsberg guardava i marinai di Grimsey che rientravano dalla pesca quotidiana, attraccavano, sollevavano le reti. Lí, su quella isoletta islandese, lo chiamavano «Berg». Vento dal largo, undici gradi, sole opaco e puzza di scarti di pesce. Non ricordava piú che poco tempo prima era un commissario, a capo di ventisette agenti all’Anticrimine di Parigi, tredicesimo arrondissement. Gli era caduto il cellulare negli escrementi di una capra, che ce l’aveva sepolto dentro con un impeccabile colpo di zoccolo, senza aggressività. Un modo inedito di perdere il cellulare, e Adamsberg l’aveva apprezzato come meritava.

Incipit tratto da:
Titolo: Il morso della reclusa
Autrice: Fred Vargas
Traduzione: Margherita Botto
originale: Quand sort la recluse
Casa editrice: Einaudi

Libri di Fred Vargas

Copertine di Il morso della reclusa di Fred Vargas

Incipit Quand sort la recluse

Adamsberg, assis sur un rocher de la jetée du port, regardait les marins de Grimsey rentrer de la pêche quotidienne, amarrer, soulever les filets. Ici, sur cette petite île islandaise, on l’appelait « Berg ». Vent du large, onze degrés, soleil brouillé et puanteur des déchets de poisson. Il avait oublié qu’il y a un temps, il était commissaire, à la tête des vingt-sept agents de la Brigade criminelle de Paris, 13e arrondissement. Son téléphone était tombé dans les excréments d’une brebis et la bête l’y avait enfoncé d’un coup de sabot précis, sans agressivité. Ce qui était une manière inédite de perdre son portable, et Adamsberg l’avait appréciée à sa juste valeur.

Incipit tratto da:
Titre: Quand sort la recluse
Auteur: Fred Vargas
Editeur: Flammarion
Langue: Français

Quarta di copertina / Trama

Il commissario Jean-Baptiste Adamsberg è costretto a rientrare prima del tempo dalle vacanze in Islanda per seguire le indagini su un omicidio. Il caso è ben presto risolto, ma la sua attenzione viene subito attirata da quella che sembra una serie di sfortunati incidenti: tre anziani che, nel Sud della Francia, sono stati uccisi da una particolare specie di ragno velenoso, comunemente detto reclusa. Opinione pubblica, studiosi e polizia sono persuasi che si tratti di semplice fatalità, tanto che la regione è ormai in preda alla nevrosi. Adamsberg, però, non è d’accordo. E, contro tutto e tutti, seguendo il proprio istinto comincia a scandagliare il passato delle vittime.
(Ed. Einaudi)

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Tempi glaciali – Fred Vargas

Solo altri venti metri

Incipit Tempi glaciali

Solo altri venti metri, venti piccoli metri da percorrere per raggiungere la cassetta postale: era piú difficile del previsto. Ridicolo, pensò lei, non ci sono metri piccoli o metri grandi. Ci sono metri e basta. Strano come alle soglie della morte, e dall’alto di quella posizione, ci ostiniamo a pensare a futili scempiaggini mentre in teoria dovremmo enunciare qualche ponderosa massima destinata a imprimersi a caratteri di fuoco negli annali della saggezza dell’umanità. Massima che poi passerà di bocca in bocca: «Sapete quali furono le ultime parole di Alice Gauthier?»
Se lei non aveva nulla di memorabile da dichiarare, aveva però da recapitare un messaggio decisivo che si sarebbe impresso negli annali ignobili dell’umanità, infinitamente piú corposi di quelli della saggezza. Guardò la lettera che le tremava in mano.

Incipit tratto da:
Titolo: Tempi glaciali
Autrice: Fred Vargas
Traduzione: Margherita Botto
Titolo originale: Temps glaciaires
Casa editrice: Einaudi

Libri di Fred Vargas

Copertine di Tempi glaciali di Fred Vargas

Incipit Temps glaciaires

Plus que vingt mètres, vingt petits mètres à parcourir avant d’atteindre la boîte aux lettres, c’était plus difficile que prévu. C’est ridicule, se dit-elle, il n’existe pas de petits mètres ou de grands mètres. Il y a des mètres et voilà tout. Il est curieux qu’aux portes de la mort, et depuis cette place éminente, on persiste à songer à de futiles âneries, alors qu’on suppose qu’on énoncera quelque formule d’importance, qui s’inscrira au fer rouge dans les annales de la sagesse de l’humanité. Formule qui sera colportée ensuite, de-ci de-là : « Savez-vous quelles furent les dernières paroles d’Alice Gauthier ? »
Si elle n’avait rien à déclarer de mémorable, elle avait néanmoins un message décisif à porter, qui s’inscrirait dans les annales ignobles de l’humanité, infiniment plus vastes que celles de la sagesse. Elle regarda la lettre qui tremblait dans sa main.

Incipit tratto da:
Titre: L’Armée furieuse
Auteur: Fred Vargas
Editeur: Flammarion
Langue: Français

Quarta di copertina / Trama

Si è mobilitata tutta l’Anticrimine del tredicesimo arrondissement di Parigi sul caso dei due apparenti suicidi. Il coltissimo capitano Danglard, grande estimatore di vino bianco, l’energica Violette Retancourt, lo specialista in pesci d’acqua dolce Voisenet. Ma soprattutto lo svagato, irresistibile, «spalatore di nuvole», il commissario Jean-Baptiste Adamsberg. Tutto inizia col ritrovamento di due corpi e la scoperta di uno strano simbolo scarabocchiato accanto a ciascuno di essi. Ma come sempre accade nelle storie di Fred Vargas, questo non è che l’avvio di una avventura che finirà per snodarsi in mezza Europa tra una balzana setta di adepti della Rivoluzione francese e una gita in Islanda finita in tragedia.
(Ed. Einaudi)

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