Mio fratello – Daniel Pennac

Incipit Mio fratello – Daniel Pennac

Incipit Mio fratello

Il desiderio di portare in scena il Bartleby di Melville mi è venuto un giorno in cui pensavo a mio fratello Bernard. Ero in macchina sull’autostrada del Sud, fra Nizza e Avignone. Ero appena stato sorpassato da uno di quei bolidi sul genere razzo extralusso come se ne vedono parecchi in quel tratto di autostrada. Forse una Ferrari, in ogni caso una roba rossa nuova fiammante. Ero un uomo piuttosto avanti negli anni, e non avevo mai comprato un’auto nuova in vita mia.
“Evitiamo di aggravare l’entropia…”
Uno dei princìpi di mio fratello morto.
“Usiamo l’usato?”
“Esatto, niente abusi e usiamo l’usato.”

Incipit tratto da:
Titolo: Mio fratello
Autore: Daniel Pennac
Traduzione: Yasmina Melaouah
Titolo originale: Mon frère
Casa editrice: Feltrinelli
Qui è possibile leggere le prime pagine di Mio fratello

Mio fratello - Daniel Pennac

Incipit Mon frère

Le désir de monter au théâtre le Bartleby de Melville m’est venu un jour que je pensais à mon frère Bernard. Je conduisais sur l’autoroute du Sud, entre Nice et Avignon. Un bolide venait de me doubler, un de ces projectiles de luxe comme on en trouve tant sur cette portion d’autoroute. Ferrari, peut-être, du rouge en tout cas, et du neuf. J’étais un homme d’âge mûr et n’avais jamais acheté une voiture neuve de ma vie.
— On ne va tout de même pas ajouter à l’entropie…
Un des principes de mon frère mort.
— Usons l’usé ?
— C’est ça, n’abusons pas, usons l’usé.

Incipit tratto da:
Titre: Mon frère
Auteur: Daniel Pennac
Editeur: Gallimard
Langue: Français

Quarta di copertina / Trama

Poco tempo dopo la morte del fratello Bernard, Daniel Pennac allestisce una lettura scenica di un celebre racconto di Melville, Bartleby lo scrivano. Per il personaggio di Bartleby, lui e Bernard avevano la medesima predilezione. Alternando le pagine dell’adattamento teatrale di Bartleby agli aneddoti su Bernard, ricordi affettuosi, divertenti o spietati e battute piene di humour, Daniel Pennac tratteggia il ricordo del fratello scomparso, vero e proprio complice, insostituibile compagno di vita. E mette contemporaneamente in luce una singolare affinità tra i due personaggi. Come Bartleby, Bernard era sempre più incline a ritrarsi deliberatamente dalla vita sociale, a un rifiuto categorico di aggravare l’entropia. Un singolare libro d’amore, insieme profondo, lucido e toccante.
“Non so niente di mio fratello morto, se non che gli ho voluto bene. Sento moltissimo la sua mancanza, e tuttavia non so chi ho perso. Ho perso il piacere della sua compagnia, la gratuità del suo affetto, la serenità dei suoi giudizi, la complicità del suo senso dell’umorismo, ho perso la quiete. Ho perso quel po’ di tenerezza che c’era ancora al mondo. Ma chi ho perso?” (Ed. Feltrinelli)

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Il caso Malaussène. Mi hanno mentito – Daniel Pennac

Incipit Il caso Malaussène. Mi hanno mentito – Daniel Pennac

Incipit Il caso Malaussène. Mi hanno mentito

Lapietà? Georges? Lo conosci, è il classico tipo che nelle confidenze ci sguazza, come i cani in campagna nella fossa del letame. (Quel movimento elicoidale che li attorciglia tutti, dal muso alla coda!) Lui, uguale. E poi ne spande ovunque. Allora tanto vale entrare subito nella sua testa. Non è un’indiscrezione, è stato lui stesso quel giorno a raccontare tutto ai ragazzi. A cominciare dall’accuratezza con cui si è preparato per andare a prendere l’assegno. E i buoni motivi che aveva per non arrivare puntuale: Ho tutte le carte in mano, arrivo all’ora che mi va, becco i soldi e ce ne andiamo in vacanza, questo voleva far capire al gentile comitato: Ménestrier, Ritzman, Vercel e Gonzalès. Settimane passate a scegliere con cura il travestimento.

Incipit tratto da:
Titolo: Il caso Malaussène. Mi hanno mentito
Autore: Daniel Pennac
Traduzione: Yasmina Melaouah
Titolo originale: Le cas Malaussène I. Ils m’ont
Casa editrice: Feltrinelli
Qui è possibile leggere le prime pagine di Il caso Malaussène

Il caso Malaussène - Daniel Pennac

Incipit Le cas Malaussène I. Ils m’ont

Lapietà? Georges? Tu le connais, c’est le genre de type à se rouler dans la confidence comme un chien de ferme dans la fosse à purin. (Ce mouvement hélicoïdal qui les torchonne du museau jusqu’à la queue!) Il est pareil. Il en fout partout. Alors, autant entrer tout de suite dans l’intérieur de sa tête. Il n’y a pas d’indiscrétion, lui-même a tout raconté aux gosses ce jour-là. À commencer par la minutie avec laquelle il s’est préparé pour aller toucher son chèque. Et ses bonnes raisons de ne pas arriver à l’heure : J’ai toutes les cartes en main, j’arrive à mon heure, je palpe mon fric et on se tire en vacances, voilà ce qu’il voulait faire comprendre à l’aimable comité : Ménestrier, Ritzman, Vercel et Gonzalès. Des semaines passées à choisir son déguisement avec soin.

Incipit tratto da:
Titre: Le cas Malaussène I. Ils m’ont
Auteur: Daniel Pennac
Editeur: Gallimard
Langue: Français

Quarta di copertina / Trama

La mia sorellina minore Verdun è nata che già urlava ne La fata carabina, mio nipote È Un Angelo è nato orfano ne La prosivendola, mio figlio Signor Malaussène è nato da due madri nel romanzo che porta il suo nome e mia nipote Maracuja è nata da due padri ne La passione secondo Thérèse. E ora li ritroviamo adulti in un mondo che più esplosivo non si può, dove si mitraglia a tutto andare, dove qualcuno rapisce l’uomo d’affari Georges Lapietà, dove Polizia e Giustizia procedono mano nella mano senza perdere un’occasione per farsi lo sgambetto, dove la Regina Zabo, editrice accorta, regna sul suo gregge di scrittori fissati con la verità vera proprio quando tutti mentono a tutti.
Tutti tranne me, ovviamente. Io, tanto per cambiare, mi becco le solite mazzate.
Benjamin Malaussène
“Io sottoscritto Benjamin Malaussène vi sfido, oggi, chiunque voi siate, ovunque vi nascondiate, quale che sia il vostro grado di indifferenza alle cose di questo mondo, a ignorare l’ultima notizia appena uscita, la notiziona che farà discutere la Francia e crepitare i soscial.”
(Ed. Feltrinelli)

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Pazza da uccidere – Jean-Patrick Manchette

L’uomo che Thompson doveva uccidere

Incipit Pazza da uccidere

L’uomo che Thompson doveva uccidere, un pederasta colpevole di aver sedotto il figlio di un industriale, entrò nella stanza. Chiudendosi la porta alle spalle, ebbe il tempo di sobbalzare alla vista di Thompson addossato alla parete. Poi Thompson gli piantò nel cuore la lama di una sega rigida montata su una grossa impugnatura cilindrica e provvista di una guaina circolare in lamiera. Mentre la guaina tratteneva gli schizzi di sangue, Thompson mosse vigorosamente l’impugnatura cilindrica, e il cuore dell’omosessuale fu affettato in due o più pezzi. La vittima aprì la bocca ed ebbe un unico spasimo.

Incipit tratto da:
Titolo: Pazza da uccidere
Autore: Jean-Patrick Manchette
Traduzione: Luigi Bernardi
Titolo originale: Ô dingos, ô châteaux!
Casa editrice: Einaudi

Libri di Jean-patrick Manchette

Copertine di Pazza da uccidere di Jean-Patrick Manchette

Incipit Ô dingos, ô châteaux!

L’homme que Thompson devait tuer, un pédéraste coupable d’avoir séduit le fils d’un industriel, entra dans sa chambre. Refermant sa porte derrière lui, il eut le temps de sursauter à la vue de Thompson debout contre le mur à côté des gonds. Puis Thompson lui plongea dans le coeur une lame de scie rigide montée sur une grosse poignée cylindrique et pourvue d’une garde circulaire en tôle. Tandis que la garde empêchait les jets de sang, Thompson agita vigoureusement la poignée cylindrique et le coeur de l’homosexuel se trouva coupé en deux ou plusieurs morceaux. La victime ouvrit la bouche et eut un seul spasme.

Incipit tratto da:
Titre: Ô dingos, ô châteaux!
Auteur: Jean-patrick Manchette
Editeur: Folio
Langue: Français

Quarta di copertina / Trama

Thompson è un killer professionista, freddo e spietato ma con problemi di ulcera. Qualcuno lo incarica di uccidere un bambino, il mal di stomaco aumenta di pari passo alla determinazione di portare a compimento l’ingaggio. Hartog è a capo di un potente gruppo industriale, ereditato grazie a un incidente aereo che gli ha portato via il fratello e la cognata. Spetta dunque ad Hartog prendersi cura del figlio dei due, Peter, il vero destinatario della fortuna familiare.
Julie ha avuto un’infanzia difficile e un’adolescenza travagliata. Adesso, dopo cinque anni di cure psichiatriche, sembra stare bene. Peter è un marmocchio collerico e viziato.
Hartog ha assunto Julie proprio perché faccia da bambinaia a Peter. E se fosse un’orribile trappola di Hartog per sbarazzarsi del bambino facendo ricadere la colpa proprio su Julie?
(Ed. Einaudi; Stile libero Noir)

Cronologia opere e bibliografia di Jean-patrick Manchette