Nell’altro – Gianluca Pirozzi

Da oltre quaranta anni Gianni si alza di buon’ora

Incipit Nell’altro

Da oltre quaranta anni Gianni si alza di buon’ora. Negli ultimi anni poi, proprio quando la notte cede il passo alla prima luce del mattino, lui ha preso l’abitudine di indossare abiti comodi, ficcare i piedi nelle scarpe lasciate all’ingresso e far scattare un paio di volte il gancio del guinzaglio di Full, quel tanto che serve a svegliare il suo cane, per uscire di casa.
Giù in strada, lui e Full fanno quasi sempre lo stesso percorso: marciapiede di Via Ricasoli, portici intorno a Piazza Vittorio e, a meno che non piova al punto d’accorciare la passeggiata, arrivano a Via dello Statuto e, da lì, attraversando Via Merulana, raggiungono il Colle Oppio.

Incipit tratto da:
Titolo: Nell’altro
Autore: Gianluca Pirozzi
Casa editrice: I Libri di Emil

Libri di Gianluca Pirozzi

Copertine di Nell’altro di Gianluca Pirozzi

Quarta di copertina / Trama

Con un ritmo scandito da andate e ritorni, nuove partenze, soste e improvvise riprese, Francesco, Pietro, Lucia, Viola, Gianni, Zoe e tutti gli altri protagonisti di “Nell’altro” passano da un’epoca all’altra, da una città italiana a un paese straniero, da un accadimento improvviso a eventi che prendono forma con tempi più lenti, il tutto seguendo un itinerario emozionale che, proprio perché reale, mantiene intatta un’assoluta purezza, capace di incarnare alla perfezione una delle massime più belle di Goethe: “Vivere con qualcuno o vivere in qualcuno fa gran differenza. Vi sono individui nei quali si può vivere senza vivere con essi, e viceversa. Riunire le due cose è dato solo all’amore e all’amicizia pura”.
(Ed. I Libri di Emil; Meridiano Zero)

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Storie liquide – Gianluca Pirozzi

Incipit Storie liquide

Appena alzato, con indosso ancora il pigiama, il viso riflesso nello specchio del bagno, Giacomo fu incapace di tenere a bada i primi ansiosi pensieri sull’approssimarsi di quella data. Meno d’una settimana, soli cinque giorni a quel sabato cui tante volte aveva pensato.
Non che non ne fosse felice, ma sin dall’inizio aveva sperimentato una certa difficoltà nel fronteggiare le piccole e grandi paure che la prospettiva di una vita veramente a due gli aveva fatto balenare da quando aveva preso quella decisione. Aveva accettato il consiglio di rivolgersi ad un medico, un analista, per gestire l’angoscia che a volte lo tormentava e solo adesso, dopo tre mesi, iniziava a sentirsi più forte e determinato verso quella meta: il 7 luglio avrebbe sposato Alessandra
e sarebbe stato, per dirla con le parole del suo analista, all’«altezza di questa nuova dimensione affettiva». Certo, a volte la paura di poter compiere un passo falso tornava ad assalirlo. Era un sentimento insidioso, che lo prendeva sin dal mattino e che gli occupava la mente per il resto della giornata lasciandolo frastornato e confuso, quasi fosse uno spettatore inerme di quel che intorno avrebbe potuto accadergli e non uno degli interpreti principali.

Incipit tratto da:
Titolo: Storie liquide
Autore: Gianluca Pirozzi
Casa editrice: Libreria Croce

Libri di Gianluca Pirozzi

Copertine di Storie liquide di Gianluca Pirozzi

Quarta di copertina / Trama

«Leggere Storie liquide di Gianluca Pirozzi è stata una vera avventura. Un’avventura in cui la necessità di un rapporto razionale con la “parola” ha rischiato di essere scalzata dal desiderio di affidarsi alla fantasia e alla immaginazione.
Tuttavia ho resistito alla tentazione e andando avanti nella lettura sono rimasta affascinata dalla sensibilità con cui l’autore si è servito dell’ironia per descrivere con delicatezza il vissuto particolare dei protagonisti. Anche il titolo scelto dall’autore per questa raccolta mi sembra azzeccato perché vi leggo, fra le altre, la metafora della “finestra aperta” dove alla luce è riconosciuto il diritto di illuminare gli angoli più remoti e da dove la vista può spingersi oltre le pareti erette da convenzioni insincere.
In Storie liquide Gianluca Pirozzi descrive con coraggio e rispetto alcune delle tante miserie del mondo e lo fa come soltanto un intellettuale può fare.»
(Ed. Libreria Croce)

(Ed. Libreria Croce; Off-side)

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Lungo petalo di mare – Isabel Allende

Il piccolo soldato apparteneva alla Quinta del Biberón, la leva dei ragazzini reclutati quando ormai non erano più rimasti né giovani né vecchi per la guerra.

Incipit Lungo petalo di mare

Il piccolo soldato apparteneva alla Quinta del Biberón, la leva dei ragazzini reclutati quando ormai non erano più rimasti né giovani né vecchi per la guerra. Víctor Dalmau accolse lui e gli altri feriti che senza molti riguardi, a causa della fretta, vennero estratti dal vagone merci e poi distesi come fasci di legna sulle stuoie che ricoprivano la pavimentazione di cemento e pietra della Estación del Norte ad attendere che altri veicoli li trasportassero negli ospedali dell’Esercito dell’Est. Era immobile, con l’espressione tranquilla di chi ha visto gli angeli e non teme più nulla. Chissà per quanti giorni era stato sballottato da una barella all’altra, da una stazione di posta all’altra, da un’ambulanza all’altra, fino ad arrivare in Catalogna su quel treno. Alla stazione c’erano diversi medici, sanitari e infermiere che accoglievano i soldati, mandavano subito i casi più gravi all’ospedale e smistavano gli altri a seconda delle ferite riportate – gruppo A le braccia, B le gambe, C la testa e così via in ordine alfabetico – e li indirizzavano con un cartello appeso al collo al luogo corrispondente. I feriti giungevano a centinaia; bisognava fare diagnosi e prendere decisioni nel giro di pochi minuti, ma il trambusto e la confusione erano solo apparenti. Tutti venivano presi in carico, tutti ricevevano assistenza. Chi era destinato in chirurgia veniva portato al vecchio edificio dell’ospedale Sant Andreu a Manresa, quelli che avevano bisogno di essere ricoverati venivano mandati in altri centri, e c’era anche chi era meglio che fosse lasciato dove stava, perché non si poteva fare più nulla per lui. Le volontarie inumidivano le labbra dei feriti, parlavano loro a bassa voce e li cullavano come fossero i propri figli, sapendo che da qualche altra parte c’era un’altra donna a confortare il loro figlio o il loro fratello. Più tardi i barellieri li avrebbero portati al deposito cadaveri. Il piccolo soldato aveva un buco nel petto e, dopo averlo visitato velocemente senza riuscire a sentirgli il polso, il medico stabilì che era troppo tardi per qualunque tipo di intervento e che non aveva nemmeno più bisogno di morfina né di conforto. Al fronte gli avevano coperto la ferita con uno straccio, l’avevano protetta con un piatto di ottone a rovescio e lo avevano fasciato con una benda, il tutto già da diverse ore o diversi giorni o diversi treni, impossibile saperlo.

Incipit tratto da:
Titolo: Lungo petalo di mare
Autrice: Isabel Allende
Traduzione: Elena Liverani
Titolo originale: Largo pétalo de mar
Casa editrice: Feltrinelli

Libri di Isabel Allende

Copertine di Lungo petalo di mare di Isabel Allende

Incipit Largo pétalo de mar

El soldadito era de la Quinta del Biberón, la leva de niños reclutados cuando ya no quedaban hombres jóvenes ni viejos para la guerra. Víctor Dalmau lo recibió junto a otros heridos que sacaron del vagón de carga sin mucha consideración, porque había prisa, y tendieron como leños en esterillas sobre el piso de cemento y piedra de la estación del Norte, en espera de otros vehículos para llevarlos a los centros hospitalarios del Ejército del Este. Estaba inerte, con la expresión tranquila de quien ha visto a los ángeles y ya nada teme. Quién sabe cuántos días llevaba zarandeado de una camilla a otra, de una posta de campaña a otra, de una ambulancia a otra, hasta llegar a Cataluña en ese tren. En la estación, varios médicos, sanitarios y enfermeras recibían a los soldados, mandaban de inmediato a los más graves al hospital y clasificaban al resto según dónde estaban heridos —grupo A los brazos, B las piernas, C la cabeza, y así seguía el alfabeto— y los enviaban con un cartel al cuello al lugar correspondiente. Los heridos llegaban por centenares; había que diagnosticar y decidir en cuestión de minutos, pero el tumulto y la confusión eran sólo aparentes. Nadie quedaba sin atención, nadie se perdía. Los de cirugía iban al antiguo edificio de Sant Andreu en Manresa, los que requerían tratamiento se mandaban a otros centros y a algunos más valía dejarlos donde estaban, porque nada se podía hacer para salvarlos. Las voluntarias les mojaban los labios, les hablaban bajito y los acunaban como si fueran sus hijos, sabiendo que en otra parte habría otra mujer sosteniendo a su hijo o a su hermano. Más tarde los camilleros se los llevarían al depósito de cadáveres. El soldadito tenía un agujero en el pecho y el médico, después de examinarlo someramente sin encontrarle el pulso, determinó que estaba más allá de cualquier socorro, que ya no necesitaba morfina ni consuelo. En el frente le habían tapado la herida con un trapo, se la habían protegido con un plato de latón invertido para evitar el roce y le habían envuelto el torso con un vendaje, pero de eso hacía varias horas o varios días o varios trenes, imposible saberlo.

Incipit tratto da:
Título : Largo pétalo de mar
Autor : Isabel Allende
Editor : Plaza & Janes
Lengua : Español

Quarta di copertina / Trama

Alla fine della Guerra civile spagnola, il giovane medico Víctor Dalmau e un’amica di famiglia, la pianista Roser Bruguera, sono costretti, come altre migliaia di spagnoli, a scappare da Barcellona. Attraversati i Pirenei, a Bordeaux, fingendosi sposati, riescono a imbarcarsi a bordo del Winnipeg, il piroscafo preso a noleggio da Pablo Neruda per portare più di duemila profughi spagnoli in Cile – il “lungo petalo di mare e neve”, nelle parole dello stesso poeta –, in cerca di quella pace che non è stata concessa loro in patria. Lì hanno la fortuna di essere accolti con generosa benevolenza e riescono presto a integrarsi, a riprendere in mano le loro vite e a sentirsi parte del destino del paese, solo però fino al golpe che nel 1973 fa cadere il presidente Salvador Allende. E allora, ancora una volta, si ritroveranno in esilio, questa volta in Venezuela, ma, come scrive l’autrice, “se si vive abbastanza, i cerchi si chiudono”.
La commovente storia di un uomo e una donna in fuga per sopravvivere agli sconvolgimenti della Storia del Ventesimo secolo.
(Ed. Feltrinelli)

Indice cronologico opere e bibliografia di Isabel Allende