Veronica, meritrice e scrittora – Dacia Maraini

Incipit Veronica, meritrice e scrittora

VERONICA: In mezzo ai moribondi, in mezzo ai moribondi buon Dio… Che canchero sto facendo qua? (Si guarda intorno. Si china su una delle forme coperte. Ne scopre appena la testa.) E questo? Un giovane, che ciglia lunghe! Sembra che dorma… che ci hanno fatto alle tempie questi due baffi neri… (Avvicina una mano alla bocca di lui.) non respira… È morto! Sorella! qui c’è un morto e nessuno se lo piglia! Due sbaffi neri, due ditate… come se la peste, trac l’avesse stretto alle tempie… così fanno le levatrici per tirare al mondo un figlio… lui è stato di là, nel mondo delle… delizie (Pensando.) Un prato di un verde dolce, degli alberi di fico, un fiume trasparente e il fruscio del vento… Ma perché per andare in posto tanto bello ti devono tirare per la testa, facendoti imputridire il fiato in gola?

Incipit tratto da:
Titolo: Veronica, meritrice e scrittora
Autrice: Dacia Maraini
Casa editrice: Bompiani

Libri di Dacia Maraini

Copertina Veronica meritrice e scrittora di Dacia Maraini

Quarta di copertina / Trama

In un testo teatrale di grande intensità rivivono le vicende di Veronica Franco, “meritrice scrittora”, poetessa veneziana dedita a un tempo alla scrittura e alla prostituzione, con una contraddittorietà che è solo apparente: anzi, se non fosse stata cortigiana, come le dice uno dei suoi amanti , probabilmente non sarebbe mai stata capace di scrivere versi. Veronica riesce a fare nel suo stesso letto materia di poesia, narrando ad Azola, la suora che cura nel lazzaretto, la propria vita: una singolare ascoltatrice, così diversa da lei e , forse proprio per questo, incantata e naturalmente attratta da un’anima tanto libera. E, paradossalmente, si può dire che è proprio la servitù sessuale a rendere più libera la mente di Veronica e ad affinare la sensibilità intellettuale. Anche se ha raccolto per anni notizie su questa affascinante figura femminile, l’autrice non ha voluto produrre un documento storico, vero in tutti i suoi particolari. Si è concessa, al contrario alcune libertà d’invenzione, poiché il suo intento era quello di condurre per mano il lettore in “un viaggio immaginario in alcuni luoghi della storia e della letteratura attraverso le suggestioni di una biografia reale.”
(Ed. Bompiani)

Indice cronologico opere e bibliografia di Dacia Maraini

I pesci nel letto – Laura Pariani

Incipit I pesci nel letto

Sempre, per quanto può tornare indietro la mia memoria, ho dormito sonni agitati. I Pescatori Verdi escono a grandi passi dal libro illustrato di Pinocchio, che sta sullo scaffale dello studiolo della zia Cecilia, scuotono i lunghi baffi e si mettono a cercarmi: “Ahò, ahò, dal lago veniamo, di Laure ci cibiamo…”. Ecco, annusano l’aria per trovare il mio odore, trüsc trüsc sentu udùr da cristianüsc, con l’acquolina in bocca. Mi sveglio di soprassalto quando avverto che uno di loro sta per affacciarsi. Mi stringo alla nonna Delfa che dorme accanto a me nel lettone, brancandole la manica della camicia da notte.
(I pesci nel letto)

Incipit tratto da:
Titolo: I pesci nel letto
Autrice: Laura Pariani
Casa editrice: Alet

Libri di Laura Pariani

Copertina di I pesci nel letto di Laura Pariani

Quarta di copertina / Trama

Quattro racconti intorno a un piccolo lago, il Cusio, nell’Alto Piemonte. Ne “I pesci nel letto” il lago è specchio da attraversare per la piccola protagonista di cinque anni, in bilico tra il mondo pauroso delle favole e quello incomprensibile dei segreti sussurrati a bassa voce dagli adulti. Ne “Il camminante”, che riecheggia certe atmosfere favolose della Legenda aurea di Jacopo da Varagine, l’acqua e l’isola sono la meta di un viaggio di espiazione che dura tutta una vita, attraverso l’esperienza della pittura, la pazienza del silenzio, la fatica della pesca; ma soprattutto inseguendo la parola poetica, “luogo magico dove il tempo è fermo”. Ne “La sorella Dindò”, storia di un eremitaggio femminile tra malinconie fiabesche e scorci del buñueliano Simón del desierto, il lago è scelta volontaria di una vita appartata in cui far crescere dentro di sé la visione dei lati oscuri del mondo. In “Qui si dorme mica” il Cusio è visto dall’alto del muretto del cimitero di Orta, in cui una donna e i suoi due gemelli – morti il giorno stesso della nascita – si cercano nel buio, parlando per non dimenticare. Parole d’acqua, dove i morti sono semplicemente coloro che abbiamo perso di vista per un minuto mentre ci attardavamo per allacciarci una scarpa e che, quando ci siamo raddrizzati, non erano più con noi.
Alle parole di Laura Pariani si sono accompagnati per la prima volta anche i suoi disegni, come se storie così sospese sulla superficie cangiante dell’acqua abbiano richiamato un corteo di immagini di uomini animali incubi paure. Tra segni precisi e una mongolfiera di sogni pagina dopo pagina il racconto si apre come un vecchio baule della nonna nascosto nella soffitta buia di casa.
(Ed.Alet)

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Cronaca familiare – Vasco Pratolini

Incipit Cronaca familiare

Quando la mamma morì tu avevi venticinque giorni, eri ormai lontano da lei, sul colle. I contadini che ti custodivano ti davano il latte di una mucca pezzata; ne ebbi anch’io una volta che venimmo a trovarti con la nonna. Era un latte denso, tiepido, un po’ acre, mi disgustò; il disgusto fu tale che lo ributtai sporcandomi il vestito: la nonna mi dette uno schiaffo. A te quel latte piaceva, ne eri ghiotto, ti giovava. Eri un bambino bello grasso, biondo, con due grandi occhi celesti. “Il ritratto della salute” diceva la nonna alle inquiline, si asciugava gli occhi eternamente umidi di pianto.

Incipit tratto da:
Titolo: Cronaca familiare
Autore: Vasco Pratolini
Casa editrice: Mondadori

Libri di Vasco Pratolini

Copertine di Cronaca familiare di Vasco Pratolini

Quarta di copertina / Trama

Nel 1945, mentre attendeva alla stesura di Cronache di poveri amanti, opera che gli darà fama e pieno riconoscimento letterario, Pratolini, turbato dalla recente scomparsa del fratello, scriveva di getto un’altra ben più intima cronaca in sua memoria, alla quale dava il titolo di Cronaca familiare. Il racconto, che è poi un “colloquio”, si svolge in tre parti: l’infanzia, la giovinezza e la malattia del fratello. La figura dello scomparso è delineata con delicati, rapidi tocchi successivi; solo alla fine il ritratto sarà completo e, insieme, appariranno in piena luce i volti di tutti i comprimari. Si tratta di un materiale autobiografico ancora doloroso e incandescente, che Pratolini riuscì a costringere in una struttura narrativa che domina il sentimentalismo e l’autentica commozione. In questa prospettiva Cronaca famigliare supera l’ambito esclusivamente privato e autobiografico per acquistare una dimensione di più vasto respiro sociale e letterario.
(Ed. Mondadori; Oscar Narrativa n.1203)

Indice cronologico opere e bibliografia di Vasco Pratolini

Da questo romanzo il film Cronaca familiare per la regia di Valerio Zurlini (1962)