Fatale – Jean-Patrick Manchette

I cacciatori erano sei

Incipit Fatale

I cacciatori erano sei. Perlopiù sulla cinquantina e oltre, a parte due giovani dall’aria beffarda. Indossavano camicie a quadri, gilè di montone, soprabiti di tela impermeabile color kaki, scarpe più o meno alte e berretti. Uno dei giovani piuttosto magro, così come uno dei cinquantenni, un farmacista con occhiali e capelli bianchi a spazzola. Tutti glia altri erano panciuti e sanguigni, soprattutto Roucart. Avevano fucili a due e tre colpi, caricati a pallettoni, buoni per la caccia ai volatili. Avevano tre cani, due bracchi e un setter gordon. Da qualche parte a nord-est dovevano esserci altri cacciatori perché si sentì un colpo, poi un altro, a un chilometro e mezzo di distanza.

Incipit tratto da:
Titolo: Fatale
Autore: Jean-Patrick Manchette
Traduzione: Gualtiero De Marinis
Titolo originale: Fatale
Casa editrice: Einaudi

Libri di Jean-Patrick Manchette

Copertine di Fatale di Jean-Patrick Manchette

Quarta di copertina / Trama

Capolavoro di Manchette, Fatale è la storia di un’assassina professionista e di un contratto fuori del comune. Il suo progetto è infiltrarsi, far esplodere le contraddizioni, uccidere, prendere il denaro, cambiare territorio. Ma, come al solito in Manchette, l’intreccio dei fatti è solo un’impalcatura funzionale al mondo che va a raccontare. Ecco quindi Bléville, cittadina di provincia in cui regna la borghesia opulenta e non lontana nel suo intreccio di corruzione e ipocrisia dagli inferi californiani di Dashiell Hammett.
E Bléville merita di essere distrutta. In attesa che l’evento si compia, l’affascinante Aimée si muove determinata e senza la minima partecipazione emotiva come una macchina assassina. Il suo cuore è freddo, oggettivo come la scrittura di Manchette, la sua coscienza apparentemente assente. Esegue la sua opera con metodo. Altri la seguiranno in questo sporco lavoro con eguale dedizione. Tutti dediti al nulla di una causa che non ha bisogno di spiegazioni, solo di sangue.
(Ed. Einaudi; Stile Libero Noir)

Cronologia opere e bibliografia di Jean-Patrick Manchette

Piccolo Blues – Jean-Patrick Manchette

A volte succedeva quello che succede adesso

Incipit Piccolo Blues

A volte succedeva quello che succede adesso: Georges Gerfaut sta guidando sulla circonvallazione esterna. È entrato dalla porta di Ivry. Sono le due e mezzo o forse le tre e un quarto del mattino. Un tratto della circonvallazione interna è chiuso per la pulizia della strada e sul resto del tragitto la circolazione è quasi inesistente. Sulla circonvallazione esterna, ci sono due, tre, al massimo quattro veicoli per chilometro. Alcuni sono camion, spesso molto lenti. Gli altri veicoli sono auto private che viaggiano tutte a gran velocità, ben oltre i limiti consentiti. Tanti autisti sono ubriachi. Come George Gerfaut. Ha bevuto cinque bicchieri di Four Roses. E circa tre ore fa ha mandato giù anche due compresse di un barbiturico potente. Il miscuglio non gli ha fatto venire sonno, ma un’euforia inquieta che minaccia in ogni momento di trasformarsi in collera o anche in una specie di malinconia vagamente cecoviana e comunque amara, vale a dire un sentimento non molto valoroso né interessante. George Gerfaut viaggia a 145 km/h.

Incipit tratto da:
Titolo: Piccolo Blues
Autore: Jean-Patrick Manchette
Traduzione: Luigi Bernardi
Titolo originale: Le petit bleu de la côte Ouest
Casa editrice: Einaudi

Libri di Jean-Patrick Manchette

Copertine di Piccolo blues di Jean-Patrick Manchette

Incipit Le Petit bleu de la côte Ouest

Et il arrivait parfois ce qui arrive à présent : Georges Gerfaut est en train de rouler sur le boulevard périphérique extérieur Il y est entré porte d’Ivry. Il est deux heures et demie ou peut-étre trois heures un quart du matin. Une section du périphérique intérieur est fermée pour nettoyage et sur le reste du périphérique intérieur la circulation est quasi nulle. Sur le périphérique extérieur, il y a peut-être deux ou trois ou au maximum quatre véhicules par kilomètre. Quelques-uns sont des camions dont plusieurs sont extrêmement lents. Les autres véhicules sont des voitures particulières qui roulent toutes à grande vitesse, bien au-delà de la limite légale. Plusieurs conducteurs sont ivres. C’est le cas de Georges Gerfaut. Il a bu cinq verres de bourbon 4 Roses. D’autre part il a absorbé, voici environ trois heures de temps, deux comprimés d’un barbiturique puissant. L’ensemble n’a pas provoqué chez lui le sommeil, mais une euphorie tendue qui menace à chaque instant de se changer en colère ou bien en une espèce de mélancolie vaguement tchékhovienne et principalement amère qui n’est pas un sentiment très valeureux ni intéressant. Georges Gerfaut roule à 145 km/h.

Incipit tratto da:
Titre: Le Petit bleu de la côte Ouest
Auteur: Jean-Patrick Manchette
Editeur: Gallimard,
Langue: Français

Quarta di copertina / Trama

Ci sono persone che non farebbero del male a una mosca. Georges Gerfaut è una di queste, nonostante porti il nome di un rapace, il girifalco. Marito e padre esemplare, impiegato modello, ha alle spalle un’esistenza senza pecche. Cosí quando vede un’auto incidentata ai bordi della strada, si ferma per soccorrere eventuali feriti. Basta un semplice gesto per rivoltare una vita. Gerfaut si trova a essere braccato da una coppia di assassini. E neppure lui avrebbe immaginato di possedere dentro di sé la carica per controbattere, attaccare, vincere. In questo romanzo, con il quale continua la riscoperta di un autore considerato il padre del noir europeo, Manchette offre la sua personale interpretazione di un tema caro alla letteratura: la reazione di un uomo comune di fronte al pericolo. Ma c’è di piú: c’è la descrizione, spietata e tagliente, del malessere che attanaglia l’uomo contemporaneo, un malessere dal quale è possibile tirarsi fuori solo riconquistando l’istinto della bestia feroce, del rapace. Un romanzo tutto spigoli, per molti il capolavoro dell’autore, che su un sottofondo di struggente blues racconta una storia di spietata normalità.
(Ed. Einaudi; Stile Libero)

Cronologia opere e bibliografia di Jean-Patrick Manchette

Piovono morti – Jean-Patrick Manchette

l telefono ha squillato

Incipit Piovono morti

Il telefono ha squillato. Ho fatto un sorriso di scusa e ho risposto.
– Studio Tarpon, – ho detto con cautela.
– E` lei, Tarpon? Sono Coccioli. Ufficiale di polizia Coccioli. Si ricorda, vero?
– Si`.
– Le mando un cliente. La stupisce?
– Un po’.
– Be’, e` proprio così, – ha detto l’ufficiale di polizia Coccioli. – Ho pensato a lei perche` e` un caso speciale. Una vecchia signora.
– Lo so. (Ho guardato la vecchia signora seduta di fronte a me dalla parte opposta della scrivania e le ho rivolto un secondo sorriso di scusa, stringendo le palpebre per farle capire che non sarebbe durato molto.

Incipit tratto da:
Titolo: Piovono morti
Autore: Jean-Patrick Manchette
Traduzione: Luigi Bernardi
Titolo originale: Que d’os!
Casa editrice: Einaudi

Libri di Jean-Patrick Manchette

Copertine di Piovono morti di Jean-Patrick Manchette

Incipit Que d’os!

Le téléphone a sonné. J’ai fait un sourire d’excuse et j’ai décroché.
– Cabinet Tarpon, ai-je dit cauteleusement.
– C’est vous, Tarpon, oui ? Coccioli à l’apparail. Officier Coccioli. Vous me remettez, oui ?
– Oui.
– Je vous envoie un client. Ca vous épate ?

Incipit tratto da:
Titre: Que d’os!
Auteur: Jean-Patrick Manchette
Editeur: Gallimard
Langue: Français

Quarta di copertina / Trama

C’è un farmacista sospettoso: forse un dipendente gli ruba soldi dalla cassa. C’è anche una madre in pena: sua figlia è scomparsa e bisogna assolutamente ritrovarla. Eugène Tarpon, perennemente alle prese con finanze disastrate, accetta di occuparsi di entrambi i casi. Come a volte succede, i due imbrogli ne nascondono un terzo, ben piú articolato e pericoloso. L’azione si fa subito perdifiato, e coinvolge personaggi imprevedibili: poliziotti corrotti, nazisti bretoni, reduci della guerra di Spagna, moderni santoni piú o meno imbevuti di misticismo. Tarpon però sembra avere capito la lezione della sua precedente avventura: la migliore difesa è l’attacco. E allora, davvero, si salvi chi può. Come in Un mucchio di cadaveri, alle prese con la figura piú classica del poliziesco americano, Manchette distilla l’irriverenza del suo approccio in un romanzo dal ritmo scatenato dove non mancano inseguimenti, sparatorie e violenze di ogni tipo, e dove i cadaveri si ammucchiano con sorprendente rapidità, come piovuti da un cielo gonfio di nubi.
(Ed. Einaudi; Stile Libero Noir)

Cronologia opere e bibliografia di Jean-Patrick Manchette