Tempo di caccia – Jeffery Deaver

Incipit Tempo di caccia - Jeffery Deaver

Incipit Tempo di caccia

La trappola era la quintessenza della semplicità.
E, come capita di solito con le cose semplici, funzionò alla perfezione.
Nel laboratorio al terzo piano della Welbourne & Sons Fabricators, abbandonato da tempo, Colter Shaw si muoveva in silenzio tra polverosi scaffali di legno traboccanti di barili e bidoni arrugginiti. Sette, otto metri più in là gli scaffali finivano e si apriva una grande area piena di vecchi tavoli da lavoro di mogano, consunti, logori e macchiati, dimenticati a marcire da chissà quanto.
Lì c’erano tre uomini in giacca e cravatta. Discutevano, con i gesti animati e le voci sicure di chi non sospetta di essere osservato.
Shaw si fermò al riparo di una fila di ripiani. Tirò fuori una videocamera, in tutto e per tutto simile a quelle che si possono comprare su Amazon o Best Buy, a parte un’unica differenza: sul davanti non c’era la solita lente, ma un piccolo aggeggio montato su un supporto flessibile lungo una cinquantina di centimetri. Shaw lo piegò a un’angolazione di novanta gradi e lo puntò dietro l’angolo delle scaffalature, poi premette il pulsante REC.
Qualche minuto dopo, mentre gli uomini gli davano la schiena, lasciò il suo nascondiglio e si avvicinò a loro, scivolando dietro l’ultima fila di scaffali.
Fu in quel momento che la trappola scattò.

Incipit tratto da:
Titolo: Tempo di caccia
Autore: Jeffery Deaver
Traduzione: Sandro Ristori
Titolo originale: Hunting Time
Casa editrice: Rizzoli
Qui è possibile leggere le prime pagine di Tempo di caccia

Tempo di caccia - Jeffery Deaver

Incipit Hunting Time

The trap was simplicity itself.
And as usual with simple, it worked perfectly.
In the long-abandoned fourth-floor workshop of Welbourne & Sons Fabricators, Colter Shaw moved silently through dusty wooden racks stacked with rusty tanks and drums. Twenty feet ahead, the shelves ended and beyond was a large open area, filled with ancient mahogany worktables, scuffed and stained and gone largely to rot and mold.
Here stood three men, wearing somber business suits, engaged in conversation, offering the animated gestures and the untroubled voices of those who have no idea they’re being watched.
Shaw paused and, out of sight behind a row of shelves, withdrew a video camera. It was similar to any you’d pick up on Amazon or at Best Buy, except for one difference: there was no lens in front. Instead the glass eye was a tiny thing mounted on an eighteen-inch flexible stalk. This he bent at a ninety-degree angle and aimed around the side of the storage shelves before hitting record.
After a few minutes, when the men’s backs were to him, he stepped out of his hiding place and moved closer, slipping behind the last row of shelves.
Which was when the trap sprung.

Title: Hunting Time
Author: Jeffery Deaver
Language: English

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Quarta di copertina / Trama

Ferrington, un tempo ricco centro industriale, è oggi solo una landa desolata attraversata da un fiume di liquami tossici. Qui Colter Shaw è in missione per conto di un eccentrico uomo d’affari, Marty Harmon. L’obiettivo è recuperare con ogni mezzo il prototipo di un rivoluzionario dispositivo per piccoli reattori nucleari sottratto da una delle sue aziende. Un lavoro fuori dagli schemi per il cacciatore di ricompense più famoso d’America; almeno fino a quando Allison Parker, ingegnera capo della compagnia e abile inventrice di strumenti per sfuggire ai sistemi di tracciamento, scompare insieme alla figlia adolescente. Allison è una risorsa fondamentale, ed è sempre Harmon a chiedere a Colter di ritrovarla. Ma la sua sparizione in realtà è una fuga, che coincide con la scarcerazione del marito, un ex poliziotto psicotico finito al fresco per violenze domestiche e uscito di galera grazie a uno sconto di pena. Il quadro si complica quando il cacciatore di ricompense scopre che non solo due sicari al soldo del marito sono sulle tracce della donna, ma forse lo stesso Harmon vuole impedire a Allison di svelare segreti di cui solo lei è a conoscenza. Quando le ricerche lo porteranno nel folto dei boschi del Midwest, Colter Shaw dovrà mettere in campo tutte le sue capacità di survivalista, in una spirale mortale dove il confine tra predatore e preda si fa sempre più sottile.
(Rizzoli)

La mappa nera – Jeffery Deaver

Incipit La mappa nera - Jeffery Deaver

Incipit La mappa nera

Colter Shaw estrae la pistola. Scende le scale in silenzio, giù nelle viscere del vecchio edificio, fino all’enorme scantinato che puzza di muffa e combustibile.
Lo scantinato, pensa. Ricordando l’ultima volta che ne ha visto uno. E quello che gli è successo laggiù.
Sopra di lui la musica picchia, i piedi tengono il ritmo. Il basso è il battito cardiaco di un runner. Ma il sopra e il sotto sono due universi distinti.
Arrivato in fondo alle scale studia l’ambiente che lo circonda. Orientarsi… Sempre orientarsi. Lo scantinato è una specie di cantiere aperto, lasciato a metà. A destra delle scale c’è un grosso spazio vuoto, a sinistra un lungo corridoio, più o meno una quindicina di metri. Intravede delle porte, delle stanze.
Scandaglia lo spazio vuoto a destra, non vede alcuna minaccia, ma niente che possa aiutarlo. Si volta a sinistra e avanza nel corridoio, superando caldaie e provviste accatastate: grossi pacchi di carta igienica, scatole di chili Hormel, bottiglie di plastica, tovaglioli usa e getta, piatti di carta Dixie, utensili di plastica. Una scatola di proiettili da nove millimetri.
Prosegue, cauto. La prima stanza sulla destra ha la porta aperta: una luce fredda piove dall’alto, un’altra più calda sfarfalla. Si affaccia, rimanendo nell’ombra. Un ufficio. Schedari,
computer, una stampante.
Due uomini massicci, seduti a un tavolo, stanno guardando una partita di baseball su un monitor. Uno si sporge all’indietro e prende l’ultima birra dalla confezione da sei poggiata su una terza sedia. Shaw sa che sono armati perché sa che lavoro fanno. Quelli come loro sono sempre armati.
È consapevole di non essere del tutto invisibile ma il corridoio è buio, non ci sono luci e indossa una giacca nera, jeans e – dato che è venuto in moto – stivali. Non sono silenziosi come le Ecco che indossa di solito ma il battito pulsante che filtra dalla pista da ballo sopra di loro attutisce i passi. Attutirebbe persino i colpi d’arma da fuoco, suppone.
Gli uomini guardano la partita, chiacchierano e scherzano.
Ci sono cinque bottiglie vuote. Alcol consumato. Tempi di reazione dilatati. Minor precisione. Potrebbe essere un vantaggio.
Se si arriverà a tanto.
Meglio disarmarli adesso? si chiede.
No. Troppi rischi. Possibilità di successo: settantacinque per cento, al massimo.
Sente la voce di suo padre: Mai usare le maniere forti quando basta l’astuzia

Incipit tratto da:
Titolo: La mappa nera
Autore: Jeffery Deaver
Traduzione: Sandro Ristori
Titolo originale: The Final Twist
Casa editrice: Rizzoli
Qui è possibile leggere le prime pagine di La mappa nera

La mappa nera - Jeffery Deaver

Incipit The Final Twist

Colter Shaw draws his gun. He starts silently down the stairs, descending into the old building’s massive, pungent basement, redolent of mold and heating oil.
Basement, he reflects. Recalling the last time he was in one. And what had happened to him there.
Above him, music pounds, feet dance. The bass is a runner’s heartbeat. But up there and down here are separate universes.
At the foot of the stairs he studies where he is. Orientation . . . Always, orientation. The basement is half built out. To the right of the stairs is a large empty space. To the left are rooms off a long corridor—fifty feet or so in length.
Scanning the empty space to the right, he sees no threat nor anything that would help him. He turns left and navigates toward the corridor past the boilers and stores of supplies: large packs of toilet paper, cans of Hormel chili, plastic water bottles, paper towels, Dixie paper plates, plastic utensils. A brick of nine-millimeter ammunition.
Shaw moves slowly into the corridor. The first room on the right, the door open, is illuminated by cold overhead light and warmer flickering light. Remaining in shadows, he peers in quickly. An office. File cabinets, computers, a printer.
Two bulky men sit at a table, watching a baseball game on a monitor. One leans back and takes the last beer from the six-pack sitting on a third chair. Shaw knows they’re armed because he knows their profession, and such men are always armed.
Shaw is not invisible but the basement is dark, no overheads, and he’s in a black jacket, jeans and—since he’s been motorcycling—boots. They’re not as quiet as the Eccos he usually wears but the beat bleeding from the dance floor overhead dampens his footsteps. He supposes it would even drown out gunshots.
The men watch the game and talk and joke. There are five empty bottles. This might be helpful: the alcohol consumed. The reaction-time issue. The accuracy issue.
If it comes to that.
He thinks: Disarm them now?
No. It could go bad. Seventy-five percent chance of success, at best.
He hears his father’s voice: Never be blunt when subtle will do.

Title: The Final Twist
Author: Jeffery Deaver
Language: English

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Quarta di copertina / Trama

Alvarez Street, una strada popolare di San Francisco. Seduto sulla sua Yamaha, Colter Shaw osserva l’edificio color fiordaliso del civico 618. Se quella casa custodisce davvero ciò che lui immagina, allora davanti a sé ha la chiave per riprendere la missione iniziata dal padre e interrotta dalla sua morte: smascherare la BlackBridge Corporate Solutions, una società che opera nel nebuloso mondo dello spionaggio industriale e ricorre a ex membri dell’intelligence, militari e, all’occorrenza, criminali, per schiacciare senza pietà chiunque si frapponga tra lei e i suoi obiettivi.L’ispezione della casa rivela un’informazione fondamentale: la prova per inchiodare la compagnia è custodita in una borsa. Per trovarla, Colter ha a disposizione una mappa della città, nascosta molti anni prima dal padre, su cui sono segnati diciotto punti: diciotto luoghi e forse altrettanti indizi che potrebbero condurlo fino a lei. La sfida è ardua, ma arrendersi alle difficoltà, per lui, non è mai stata un’opzione. Mentre sfreccia da un quartiere all’altro di San Francisco braccato dai mastini al soldo dell’azienda, la pericolosa caccia al tesoro in cui è impegnato dissotterra verità che lo coinvolgono in prima persona, per poi assumere una nuova urgenza: la sopravvivenza di un’intera famiglia è appesa a un filo e lui ha solo quarantott’ore di tempo per scongiurare il peggio. L’unica certezza è che dietro c’è, ancora una volta, lo zampino della BlackBridge.Il conto alla rovescia incalza l’indagine di questo eroe solitario, di fronte al quale si delineano scenari sempre più foschi. Perché la borsa protegge un segreto che, nelle mani sbagliate, potrebbe scatenare una vera e propria catastrofe.
(Ed. Rizzoli)

Il visitatore notturno – Jeffery Deaver

Incipit Il visitatore notturno

Qualcosa non andava.
Solo che Annabelle Talese non riusciva proprio a capire cosa.
In parte, quella strana ansia – o confusione, o sensazione di un che di misterioso – poteva dipendere da un lieve hangover; insomma, dai postumi di una «sbronzetta», come le chiamava lei: giusto un bicchiere o due di troppo di sauvignon blanc. La sera prima era andata con Trish e Gab da Tito’s, un locale tra i più assurdi dell’Upper West Side di Manhattan, che offriva un mix di cucina serba e Tex-Mex. Come piatto forte, crocchette di formaggio fritte con fagioli e salsa. E vino a volontà.
Distesa sul fianco, Annabelle scostò i folti capelli biondi che le solleticavano gli occhi, domandandosi cosa ci fosse di sbagliato nella scena che aveva di fronte. Tanto per cominciare, la finestra era aperta di qualche centimetro e lasciava entrare la brezza di maggio, satura dell’odore di asfalto e gas di scarico delle vie di Manhattan. Non la apriva quasi mai.
Perché l’aveva fatto la notte prima?

Incipit tratto da:
Titolo: Il visitatore notturno
Autore: Jeffery Deaver
Traduzione: Rosa Prencipe
Titolo originale: The Midnight Lock
In copertina: © Shutterstock
Art Director: Francesca Leoneschi / theWorldofDOT
Casa editrice: Rizzoli

Libri di Jeffery Deaver

Il visitatore notturno di Jeffery Deaver

Quarta di copertina / Trama

La paura può trasformare il risveglio nel peggiore degli incubi. È questo il tipo di angoscia di cui si nutre lo psicopatico che ha tolto il sonno agli abitanti di Manhattan. Scivola negli appartamenti nel cuore della notte, sposta qualche oggetto, osserva la vittima dormire. Poi se ne va. I segni del suo passaggio sono quasi impercettibili: nessuna violenza fisica, solo lievi manomissioni dello spazio con cui si appropria dell’intimità altrui, sconvolgendola. Si fa chiamare il Fabbro, ed è in grado di violare qualsiasi serratura. Scassinare, per lui, è arte e ragione di vita. Un’ossessione al servizio di un gioco perverso che la polizia di New York non sa decifrare.E per calarsi nelle profondità impastate di follia di una mente criminale, ancora una volta, non c’è nessuno come Lincoln Rhyme, chiamato a investigare insieme ad Amelia Sachs, moglie e inseparabile collega. Ma le indagini subiscono una battuta d’arresto quando Rhyme, finito sotto accusa per errori commessi in un caso precedente, viene sollevato dall’incarico con effetto immediato. Ci vorrà ben altro, tuttavia, per tenere lontano dall’azione il miglior criminologo sulla piazza. Il visitatore notturno è un thriller dal meccanismo perfetto, una sequenza ininterrotta di colpi di scena e cambi di trama, una narrazione chirurgica e abbacinante degli abissi dell’animo umano con cui Deaver riconferma tutto il suo genio.
(Ed. Rizzoli)

Indice cronologico opere e bibliografia di Jeffery Deaver