Corpi minori – Jonathan Bazzi

Incipit Corpi minori – Jonathan Bazzi

Incipit Corpi minori

All’inizio si è trattato di una piccola voce.
Una delle centinaia di migliaia di piccole voci mai invitate che giungono comunque a farci visita ogni giorno: sensazioni, frammenti, traiettorie preverbali che solcano d’abitudine il campo della mente, e ci spostano da dove siamo o pensavamo di essere. Dal mattino alla sera, in entrata oppure in uscita – solo che quella è rimasta, e si è presa tutto.
Dicembre 2013, tardo pomeriggio, la parabola di un respiro.
Inspiro, ti amo?
Espiro, non ti amo più.
Nel bel mezzo della festa incombente, tanti auguri, buon anno: Milano, Natale alle porte. Il centro, via Torino, le insegne e le luci, i passi sovreccitati per gli ultimi regali ancora da recuperare, colli svolazzanti di pelliccia sintetica in sincro col ritmo dell’andatura, labbra screpolate, piumini. E poi: mani che stringono telefoni, minuscole nuvole d’alito in aria – decisamente meno freddo di quel che ci si potrebbe aspettare, dato il periodo –, risate.
Vado a lavorare, ho lezione tra meno di un’ora nella scuola di danza in viale Campania, fingere di saperlo fare, nessuna voglia ma non è importante. Bisogna, si deve: l’unico stipendio che abbiamo. Da quanto? Tre mesi o forse già quattro, non è importante. Innumerevoli le volte in cui il proposito è stato amorevolmente rinnovato in silenzio: a te, a noi, ci penso io. Controllo di avere tutto e lo saluto, l’orologio affisso all’edificio di fronte alla fermata del tram mi informa che come al solito sono in ritardo.
Ci vediamo a casa, che ti va per cena? Un bel sorriso, sfoderalo ora, tranquillizzante. Sentirsi rispondere: quello che vuoi.
Sorrido e mi si svuota il cuore, ma non dico nulla. La voce che sussurra di nuovo, ancora: è finita, basta menzogne. Dai ventricoli rattrappiti del muscolo cardiaco la paura scorre ovunque nel corpo, trasportata dal sistema arterioso – quanto dura la vita collassata allo zero assoluto?
(Prologo)

Incipit tratto da:
Titolo: Corpi minori
Autore: Jonathan Bazzi
In Sovraccoperta: Artwork © MP5
Casa editrice: Mondadori
Qui è possibile leggere le prime pagine di Corpi minori

Corpi minori di Jonathan Bazzi

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Quarta di copertina / Trama

I corpi minori sono corpi celesti di dimensioni ridotte: asteroidi, meteore, comete, ma in questo romanzo “minori” sono tutti i corpi osservati sotto la lente del desiderio. Desiderio che fa gravitare i personaggi attorno ai sogni e alle ambizioni di una vita, o solo di una stagione. Come accade al protagonista, che all’inizio della storia ha vent’anni, più di un talento ma poca perseveranza. Di una cosa però è sicuro, vuole andarsene da Rozzano, percorrere in senso inverso i tre chilometri e mezzo di via dei Missaglia, lasciarsi alle spalle l’insignificanza e la marginalità e appartenere per sempre alla città, dove spera di trovare anche l’amore, che sin dall’adolescenza insegue senza fortuna, invaghendosi di ragazzi tanto belli quanto sfuggenti.
In una Milano ibrida e violenta, grottesca e straripante – che sembra tradire le promesse di quiete e liberazione immaginate da lontano -, il protagonista dovrà fare i conti con le derive del desiderio, provando a capire quale sia il suo posto nell’ordine geografico ed emotivo di questi anni irradiati di cortocircuiti tra reale e virtuale, tra immagine ed esperienza incarnata.
Quando inizia una relazione con un ragazzo più giovane di lui e bellissimo, si sente finalmente dentro il cono di luce dorata della felicità: ama, ed è corrisposto. Eppure non basta trovarsi nel luogo che si è sempre sognato, non basta l’amore. Si è inchiodati a se stessi, in carne e ossessioni: per riuscire a occupare il proprio posto nel mondo non si può ignorarlo.
Partendo da una attitudine rigorosa, analitica, fenomenologica nei confronti del reale, Bazzi trova sintesi espressive illuminanti e restituisce tutta la potenzialità estetica latente in ogni nostro gesto e manifestazione, disegnando un percorso di formazione ricchissimo e ultracontemporaneo.
(Ed. Mondadori)

Corpi minori - Audiolibro - Bazzi

Febbre – Jonathan Bazzi

Incipit Febbre – Jonathan Bazzi

Incipit Febbre

Tre anni fa mi è venuta la febbre e non è più andata via.
11 gennaio 2016.
Trentun anni non ancora compiuti.
Torno dall’università: è ora di pranzo, ma non ho fame.
Cos’hai?
Non mi sento tanto bene, forse mi sta venendo la febbre.
Mi metto sul divano, non riesco a leggere.
La febbre mi viene.
Non va più via.
Una settimana, due settimane.
Un mese.
38, 38 e mezzo, poi s’abbassa ma si blocca lì.
37.4, 37.3, non smette, non passa.
La colonnina di mercurio incantata.
L’abbasso.
Risale.
Ogni volta che tolgo il termometro da sotto l’ascella spero che scenda. Ma non lo fa. Sempre un po’ oltre il 37, il confine, lo spartiacque – tra quello che ero e quello che sono.

Incipit tratto da:
Titolo: Febbre
Autore: Jonathan Bazzi
Illustrazione Copertina: Elisa Seitzinger
Casa editrice: Fandango
Qui è possibile leggere le prime pagine di Febbre

Febbre - Jonathan Bazzi

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Quarta di copertina / Trama

Jonathan ha 31 anni nel 2016, un giorno qualsiasi di gennaio gli viene la febbre e non va più via, una febbretta, costante, spossante, che lo ghiaccia quando esce, lo fa sudare di notte quasi nelle vene avesse acqua invece che sangue. Aspetta un mese, due, cerca di capire, fa analisi, ha pronta grazie alla rete un’infinità di autodiagnosi, pensa di avere una malattia incurabile, mortale, pensa di essere all’ultimo stadio. La sua paranoia continua fino al giorno in cui non arriva il test dell’HIV e la realtà si rivela: Jonathan è sieropositivo, non sta morendo, quasi è sollevato. A partire dal d-day che ha cambiato la sua vita con una diagnosi definitiva, l’autore ci accompagna indietro nel tempo, all’origine della sua storia, nella periferia in cui è cresciuto, Rozzano – o Rozzangeles –, il Bronx del Sud (di Milano), la terra di origine dei rapper, di Fedez e di Mahmood, il paese dei tossici, degli operai, delle famiglie venute dal Sud per lavori da poveri, dei tamarri, dei delinquenti, della gente seguita dagli assistenti sociali, dove le case sono alveari e gli affitti sono bassi, dove si parla un pidgin di milanese, siciliano e napoletano. Dai cui confini nessuno esce mai, nessuno studia, al massimo si fanno figli, si spaccia, si fa qualche furto e nel peggiore dei casi si muore. Figlio di genitori ragazzini che presto si separano, allevato da due coppie di nonni, cerca la sua personale via di salvezza e di riscatto, dalla predestinazione della periferia, dalla balbuzie, da tutte le cose sbagliate che incarna (colto, emotivo, omosessuale, ironico) e che lo rendono diverso. Un libro spiazzante, sincero e brutale, che costringerà le nostre emozioni a un coming out nei confronti della storia eccezionale di un ragazzo come tanti. Un esordio letterario atteso e potente.
(Ed. Fandango)

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