Argento vivo – Marco Malvaldi

Incipit Argento vivo - Marco Malvaldi

Incipit Argento vivo

Il significato di una telefonata dipende molto dall’ora in cui arriva.
Il telefono che squilla di mattino presto di solito annuncia imprevisti: a volte fastidiosi, come madri svegliatesi con l’influenza e che quindi non possono trasformarsi in nonne per andare a prendere il nipotino all’asilo, a volte graditi (non me ne viene in mente nessuno), ma pur sempre imprevisti.

Incipit tratto da:
Titolo: Argento vivo
Autore: Marco Malvaldi
Casa editrice: Sellerio
Qui è possibile leggere le prime pagine di Argento vivo

Argento vivo – Marco Malvaldi

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Quarta di copertina / Trama

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C’è una rapina nella casa di uno scrittore molto noto; col bottino, sparisce il computer in cui è salvato il suo ultimo romanzo non ancora consegnato alla casa editrice e incautamente non conservato in altro modo. Da questo momento il file comincia a scivolare come argento vivo sul piano accidentato della sua avventura, e si insinua, imprendibile e vivificante come il metallo liquido degli alchimisti, nel tran tran quotidiano dei tanti e diversi protagonisti. Ognuno dei quali sarebbe per sorte lontanissimo dagli altri, ma si trova coinvolto occasionalmente a causa della deviazione che quel manoscritto ha impresso nella sua esistenza. Il grande scrittore e la moglie; il giovane ingegnere a tempo determinato che lotta con la vita insieme alla affannata compagna; la bella agente di polizia, che conduce l’indagine in competizione con il laido superiore; la banda dei balordi; il tecnico appena disoccupato che c’è capitato per caso; il vecchio editore e la giovane editor. Questa varietà di personaggi, con i loro pezzi di vita, l’autore muove intorno alle eventualità aperte dallo svolgersi dell’inchiesta di polizia, su cui a loro volta gli individui incidono inconsapevoli con le scelte che fanno, creando una commedia degli incroci della vita.
Al consueto umorismo fondato sull’equivoco della situazione e sull’effetto sorprendente di un dialogo surreale e ovvio insieme, Malvaldi innesta in questa commedia poliziesca un altro tipo di indagine: una investigazione ambientata in quella zona misteriosa in cui avviene l’incontro tra il caso, la libertà di agire, e il corso necessario delle cose.
(Ed. Sellerio; La Memoria)

Milioni di milioni – Marco Malvaldi

Incipit Milioni di milioni - Marco Malvaldi

Incipit Milioni di milioni

Per capire bene che posto sia Montesodi Marittimo, la cosa migliore è riportare alcuni numeri.
Ottocentododici: è il numero degli abitanti del paese, il che mette gli esseri umani in netta minoranza rispetto al numero di galline (millesettecentoventisei) regolarmente censite in paese. È una fortuna che, con l’eccezione della signorina Conticini, le galline non abbiano diritto di voto, altrimenti in paese molte cose cambierebbero.
Sessantanove: l’età media del paese, la cui distribuzione è ripartita in maniera bimodale intorno a due picchi situati vicino ai settanta e vicino ai quaranta, con una non trascurabile coda nella zona superiore e un singolo ma orgoglioso esemplare oltre i cento.

Incipit tratto da:
Titolo: Milioni di milioni
Autore: Marco Malvaldi
Casa editrice: Sellerio
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Milioni di milioni – Marco Malvaldi

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Nei gialli alla maniera di Malvaldi, in cui si ride della cinica ironia dei personaggi, i luoghi sono fondamentali per l’equilibrio tra umorismo e suspense. Montesodi Marittimo è un paesino toscano di una certa altitudine, nonostante il nome, per di più molto scosceso. Una persona su due porta un doppio patronimico, il secondo dei quali è sempre Palla. Eredità di un marchese Filopanti Palla, gran gaudente, pentitosi in punto di morte di lasciare tanti bambini senza un nome legittimo. Inoltre su Montesodi aleggia un mistero: è considerato «il paese più forte d’Europa». Per scoprirne la causa, vengono mandati dall’Università un genetista, Piergiorgio Pazzi, e una esperta di archivi, Margherita Castelli. Trascorsi i primi giorni, nel panorama umano che gli si offre, i due non trovano nulla di cui meravigliarsi, tranne la forza. È un mondo abitudinario, dominato da due gruppi familiari: il sindaco, l’onesto e schietto Armando Benvenuti, con la moglie Viola, e la maestra Annamaria Zerbi Palla, anziana vedova, con un figlio poco amato. La sorpresa arriva con una tremenda tempesta di neve che isola il paese per giorni. Piergiorgio, che alloggia nella casa della Zerbi, una mattina trova l’energica signora abbandonata in poltrona senza vita. Sembra, a prima vista, un attacco di cuore, ma Piergiorgio capisce che non si tratta di morte naturale e poiché il paese è isolato l’assassino non può essere andato via. Le cose sembrano volgere al peggio per lo scienziato quando il maresciallo gli rivela che in paese tutti hanno un alibi, tranne lui. Per scagionarsi, l’unica via che resta è scoprire il vero assassino, tra ambizioni frustrate e figliolanze incerte e mescolate. La neve aiuterà.
Milioni di milioni è un’investigazione all’inglese basata su labili indizi messi in fila con paziente intelligenza; ma l’ambientazione è toscana, spaccona e popolaresca, come gli altri gialli del creatore dei vecchietti del BarLume.
(Ed. Sellerio; La memoria)

Il re dei giochi – Marco Malvaldi

Incipit Il re dei giochi - Marco Malvaldi

Incipit Il re dei giochi

Il biliardo è molto bello.
Le zampe sono grosse, poggiano bene in terra e danno l’impressione di qualcosa di inamovibile, che è sempre stato lì, sin dalla notte dei tempi o prima ancora. Intorno, alle pareti, ci sono due rastrelliere che allineano una decina di stecche tutte uguali, il che significa che il biliardo è nuovo e che non c’è stato ancora bisogno di comprare altre stecche in sostituzione di quelle rovinate, o fregate. Sopra il biliardo si affacciano tre lampadari, verdi per tradizione, che hanno intorno, come un simbolo magico, la scritta: biliardi Mari.
Ma tutto questo, uno lo nota solo quando queste luci sono spente.

Incipit tratto da:
Titolo: Il re dei giochi
Autore: Marco Malvaldi
Casa editrice: Sellerio
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Il re dei giochi - Marco Malvaldi

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Quarta di copertina / Trama

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Ritornano i quattro vecchietti detective del BarLume di Pineta, con il nipote Massimo il «barrista» e la brava banconista Tiziana. Dopo La briscola in cinque e Il gioco delle tre carte, con Il re dei giochi si può dire che ora siamo alla serie, sia per la caratterizzazione ben sagomata e viva di ciascun personaggio che lo rende familiare, sia per il brio naturale con cui, come un meccanismo ben avviato, funziona l’eccentrico amalgama che struttura le storie. Marco Malvaldi incardina senza sbalzi tre generi: la farsa comica della diatriba ininterrotta dei quattro amici pensionati al bar, stolidi, politicamente scorretti, malignamente affamati di pettegolezzi intorno alle abitudini dei loro compaesani; l’intreccio dell’investigazione deduttiva, da giallo logico alla, per dirne una, Miss Marple; e infine la commedia d’ambiente, che inscena più o meno intera una comunità: l’immaginario, ma realissimo, paesino di Pineta, sul litorale nei pressi di Pisa, in tutta la sua profonda toscanità, cioè l’umore popolaresco, iconoclasta, ridanciano, orgogliosamente localistico. Re dei giochi è il biliardo nuovo all’italiana giunto al BarLume. Ampelio il nonno, Aldo l’intellettuale, il Rimediotti pensionato di destra, e il Del Tacca del Comune (per distinguerlo da altri tre Del Tacca) vi si sono accampati e da lì sezionano con geometrica esattezza gli ultimi fatti di Pineta. Tra cui il terribile incidente della statale. È morto un ragazzino e sua madre è in coma profondo. Sono gli eredi di un ricchissimo costruttore. La madre è anche la segretaria di un uomo politico impegnato nella campagna elettorale. Non sembra un delitto. Manca il movente e pure l’occasione. «Anche quest’anno sembrava d’aver trovato un bell’omicidio per passare il tempo e loro vengono a rovinarti tutto». Ma la donna muore in ospedale, uccisa in modo maldestro. E sulle iperboliche ma sapienti maldicenze dei quattro ottuagenari cala, come una mente ordinatrice, l’intuizione logica del «barrista», investigatore per amor di pace.
(Ed. Sellerio; La Memoria)