I figli della Repubblica. Un’invettiva – Maurizio Maggiani

Incipit I figli della Repubblica: un’invettiva

Beati noi,
beati noi,
beati noi.
Sì, fortunati noi.
Fortunati noi, che siamo nati allora, agli albori.
E ci hanno presi e portati al dispensario e fatto a tutti quanti l’antitubercolosi e il vaccino del vaiolo, primo e secondo timbro sul braccio sinistro, e con fiducia ci hanno somministrato le prime dosi dell’antipolio, che erano buone perché erano dentro lo zuccherino, e così siamo cresciuti sani ed eretti, mentre avevamo intorno maschi e femmine, nati un po’ più in giù nella campagna e anche solo due o tre anni prima di noi, che senza nessuna colpa si sono ritrovati sciancati e butterati per tutta la vita.
Fortunati noi che quando siamo nati c’era già la streptomicina, così che, avanguardia di una nuova umanità, non fummo severamente selezionati per tramite di cruente decimazioni, e fummo risparmiati in massa non solo dalla tubercolosi, ma persino dalla peste bubbonica.
E siamo stati cresciuti in modo straordinariamente generoso e sano a solo pochi passi dalle macerie della pellagra e della fame generale.

Incipit tratto da:
Titolo: I figli della Repubblica: un’invettiva
Autore: Maurizio Maggiani
Casa editrice: Feltrinelli

Libri di Maurizio Maggiani

Copertine di I figli della Repubblica di Maurizio Maggiani

Quarta di copertina / Trama

Maurizio Maggiani ha una predilezione per l’oralità, gli piace sentire e far sentire come il racconto nasca dalla voce, dall’ascolto, dal rapporto che si crea tra la logica dei fatti e l’eco profonda della parola che li restituisce. È questo un segno decisivo dei suoi romanzi e degli incontri con il pubblico dei lettori. Ebbene, qui Maggiani fa un passo avanti e imbocca con rabbia e ardore la via dell’invettiva – un’oralità che sale di volume e di passione oratoria, perché, senza meno, deve ottenere un risultato: andare a segno. L’attenzione si sposta dalla leggenda delle cose accadute allo scacco delle promesse non mantenute. Le promesse fatte dalla sua generazione. Non poteva ben considerarsi beata la gioventù di un dopoguerra che si apriva provvido di speranze, di ideali, di futuro, e di un’alimentazione equilibrata? E allora? Che cosa succede ai figli del privilegio? Che cosa dissipano mentre disegnano un mondo nuovo? Oltre il confine della battaglia combattuta si apre il cedere del sogno, la traduzione dei ribelli in mediocri esecutori, manager, reggicoda di molti poteri. Maggiani amministra colpi con generosità – li chiama maledizioni. E tali sono, maledizioni. Perché i destinatari dell’invettiva e quelli che, pur fuori dal tiro generazionale, si riconoscono, sappiano almeno fare i conti con la vergogna del fallimento.
(Ed. Feltrinelli)

Cronologia opere e bibliografia di Maurizio Maggiani

Meccanica celeste – Maurizio Maggiani

Incipit Meccanica celeste

La notte che ho messo incinta la mia donna Barack Obama è stato eletto quarantaquattresimo presidente degli Stati Uniti d’America. Il fatto è avvenuto poco dopo la mezzanotte, assai prima che la notizia fosse sicura, e se la relazione tra i due avvenimenti è naturale, è anche con assoluta certezza priva di alcun significato. È vero però che quella notte sembrava che il mondo intero palpitasse in un’atmosfera di trepidante attesa; persino noi avevamo eccezionalmente sintonizzato il televisore su una stazione che aveva in programma una vigilia elettorale con ospiti. Solo che la cosa si stava facendo lunga e noiosa.

Incipit tratto da:
Titolo: Meccanica celeste
Autore: Maurizio Maggiani
Casa editrice: Feltrinelli

Libri di Maurizio Maggiani

Copertine di Meccanica celeste di Maurizio Maggiani

Quarta di copertina / Trama

Maurizio Maggiani arriva in un luogo, l’anonimo ma vividamente familiare “distretto”, dove confluiscono, da lontananze geografiche e temporali spesso leggendarie, uomini e donne depositari di vite e gesta memorabili. Siamo in una comunità raccolta fra picchi e valichi di monti che s’aprono a ovest all’azzurrità del mare, e valli strette e segrete che nascondono, proteggono e conservano. Siamo in una comunità che è esistita e ancora prospera nella continuità epica degli uomini liberi. Uomini e donne che partono e tornano, che appaiono e dileguano o azzittiscono, portatori di doni, di “buone notizie”, consapevoli che quelle valli, quei picchi, quei boschi li fanno diversi, li educano e li contengono. Maggiani trova una strada nella memoria di eventi che dall’inizio del secolo arrivano alla Seconda guerra mondiale e da lì all’oggi senza che mai venga meno il sentore leggendario di quel suo “distretto”, il vessillo di grazia, rabbia e amore che il Narratore consegnerà a chi sta per nascere. Forse al di là del “distretto” nomi come la Duse, la Santarellina, l’Omo Nudo non sarebbero mai andati, ma come accade nelle contee immaginarie di Faulkner o negli oceani fantastici di Stevenson, la gloria del racconto redime e reinventa, e fa del passato uno dei futuri possibili.
(Ed. Feltrinelli; I Narratori)

Cronologia opere e bibliografia di Maurizio Maggiani

È stata una vertigine – Maurizio Maggiani

Un uomo ha nel cuore una canzone d’amore

Incipit È stata Una vertigine

Un uomo ha nel cuore una canzone d’amore. Quell’uomo ca in giro con la sua canzone notte e giorno, e lui e sono una cosa sola, come lo può essere una coppia di cocorite nella gabbietta sul poggiolo, un vagabondo e i suoi fagotti per strada. La canzone è quasi vecchia come l’uomo, così che tutti e due vanno ormai per i cinquanta. In marcia stretti l’uno all’altra, come stretti per la vita sono due esseri che crescono assieme.

Incipit tratto da:
Titolo: È stata una vertigine
Autore: Maurizio Maggiani
Casa editrice: Feltrinelli

Libri di Maurizio Maggiani

Copertine di È stata una vertigine di Maurizio Maggiani

Quarta di copertina / Trama

Tredici “pezzi” d’amore. Ma anche tredici storie sull’amore.
Protagonista un uomo che è arrivato a una svolta decisiva dell’esistenza e fa i conti conti con la pienezza, il buoi, il tepore, la severa grandezza dell’amore. Si rivede bambino in un cinema di campagna: sullo schermo un uomo e una donna si tengono abbracciati e intanto suona una canzone. non sa perché, ma gli viene da piangere. È la prima vertigine. E l’amore continua ad essere vertigine. Lo è quando, adulto, vede allontanarsi la donna che gli ha offerto la complicità di una vita coniugale, quando si rivede più giovane, padre putativo e compagno devoto in quella che è certamente stata una “sacra famiglia”; quando è visitato dalla passione sullo sfondo di una periferia deserta che diventa cangiante teatro di sentimenti assoluti. L’amore è vertigine anche quando passa attraverso la morbida aggressività di una vecchia gatta, attraverso il broncio o il sorriso di una donna straniera. Maurizio Maggiani racconta, canta, incanta facendo scivolare dentro la scrittura le note più intime di una romanza, l’urgenza di un riparo dal mondo, l’imprevidibilità dell’amore.
(Ed. Feltrinelli; Economica Universale)

Cronologia opere e bibliografia di Maurizio Maggiani