La camera di Baltus – Melania G. Mazzucco

Incipit La camera di Baltus - Melania G. Mazzucco

Incipit La camera di Baltus

Irresistibilmente, senza potersi opporre né con la volontà né con la forza, da un’altezza imprecisata, cadere verso il basso che chiama. Dal punto ín cui si trova, e nella posizione in cui si trova, anche se non guarda sotto di lui e chiude gli occhi è dominato dall’impressione insieme orribile e inebriante dí essere risucchiato, e di precipitare — lui fatto di carne e di materia — attraverso l’aria trasparente, increata, illusoria. Non è il volteggiare del colombo che lo avvicina, stupito dalla sua presenza, nell’aria immobile, e nemmeno la discesa in spirali leggere verso il suolo della sua piuma bianca. È un lento sprofondare, cui si associano sensazioni dí impotenza: cercare invano un appiglio e non trovarlo, distaccarsi, roteare mentre la terra si avvicina, sempre più scura. Allora grida — e più grida, e si lamenta, più la gabbia che lo contiene oscilla, e tutto ricomincia.

Incipit tratto da:
Titolo: La camera di Baltus
Autrice: Melania G. Mazzucco
Casa editrice: Einaudi

Libri di Melania G. Mazzucco

La camera di Baltus - Melania G. Mazzucco

Quarta di copertina / Trama

Romanzo a incastro, La camera di Baltus intreccia in un perfetto moltiplicarsi di specchi tre storie che si assomigliano pericolosamente, legate da un misterioso filo che attraversa i secoli: quella di Maestro Enrico, pittore della fine del Quattrocento, autore degli affreschi della camera che dà il titolo al romanzo, sulla torre del castello di Bastia del Garbo; quella di Baltus, ufficiale napoleonico dal fascino stendhaliano, che vive le sue ultime ore proprio nella camera della torre che da lui prende il nome; quella, infine, di Arsenio Ventura, il critico contemporaneo chiamato a dare un giudizio sugli affreschi ormai corrosi, ma bellissimi ed enigmatici, che alla luce di una lampada si rianimano e si trasformano in un racconto di amore e guerra, donne e uomini, libertà e solitudine. È cosí che prende vita un viaggio iniziatico nel tempo e nello spazio, dove passato e presente si contrappongono in un gioco combinatorio di grande ricchezza metaforica e varietà stilistica.

Incipit La camera di Baltus - Melania G. Mazzucco

Cronologia opere e bibliografia di Melania G. Mazzucco

Self-Portrait – Melania G. Mazzucco

Incipit Self-Portrait - Melania G. Mazzucco

Incipit Self-Portrait

Comincio qui un viaggio in trentasei tappe fra opere nelle quali la donna è soggetto. Due volte: perché è una donna il soggetto che concepisce e realizza di sua propria mano il quadro, e perché è una donna anche il soggetto dell’opera.
Pongo all’ingresso di questa personalissima galleria un dipinto del 1664. L’autrice è italiana, anzi bolognese. Si chiamava Elisabetta Sirani. Pur avendo allora appena ventisei anni (era nata, come scrisse lei stessa, l’8 gennaio del 1638, «in giorno di venerdí» fra le ore 6 e le 7), era al culmine della sua carriera. Già bambina prodigio (a diciotto anni aveva eseguito una piccola pala d’altare esposta in pubblico in una parrocchiale sull’Appennino bolognese), adulata come «Apelle femminile», era ormai famosa oltre le mura di Bologna, e il suo studio, nella casa di via Urbana, era frequentato da granduchi, viceré, principesse ed ex regine, come Cristina di Svezia, di passaggio in città, che volevano veder dipingere quella «maga», «miracolo del mondo». Lei si prestava volentieri, fiera di offrirsi come eroina dello spettacolo – quasi replicasse col pennello le azioni «virili» delle donne forti (Giuditta, Dalila, Circe, Cleopatra, Timoclea) che le chiedevano di dipingere. Sarebbe morta all’improvviso – si parlò di veleno, somministratole da una domestica con una bevanda, ma forse fu una peritonite fulminante – meno di un anno dopo.

Incipit tratto da:
Titolo: Self-Portrait. Il museo del mondo delle donne
Autrice: Melania G. Mazzucco
Casa editrice: Einaudi

Libri di Melania G. Mazzucco

Self-Portrait - Melania G. Mazzucco

Quarta di copertina / Trama

In questo nuovo Museo del mondo, Melania Mazzucco crea una galleria di capolavori nei quali la donna è “soggetto due volte”: perché concepisce e realizza l’opera e perché ritrae se stessa o un’altra donna. Qui il lettore incontrerà artiste straordinarie, la cui grandezza è stata ignorata, sminuita o del tutto negata, poiché spesso gli uomini insinuavano che dietro la sapienza inventiva e la perizia tecnica si nascondesse una mano maschile. Anche quando riconoscevano alle donne una certa bravura, trovavano il modo di ridimensionarla. Di Plautilla Nelli, Vasari diceva: «Avrebbe fatto cose meravigliose se, come fanno gli uomini, avesse avuto commodo di studiare et attendere al disegno e ritrarre cose vive e naturali». Mazzucco ci chiede di rovesciare la frase: «Nonostante, invece che se. Nonostante non avesse potuto studiare né conoscere il mondo e la natura, nonostante avesse dovuto lavorare su repertori e immagini di altri e creare pittura dalla pittura e non pittura dalla natura e dalla vita, nonostante avesse difficoltà ad aggiornarsi e nessuna libertà di muoversi, Plautilla Nelli possiede cognizioni geometriche, un buon disegno, il dono di combinare i colori. È una Maestra, insomma». Da Artemisia Gentileschi a Plautilla Briccia (“l’architettrice”), da Frida Kahlo a Georgia O’Keeffe, fino a Carol Rama, Louise Bourgeois e Marlene Dumas, Mazzucco ci affascina e ci coinvolge con nuovi, emozionanti racconti dall’universo della pittura e della scultura. Un percorso collettivo, tutto femminile, nel quale le donne rivendicano il diritto di realizzarsi nell’arte, superando i ruoli che la società e la cultura del tempo hanno sempre assegnato loro.
(Ed. Einaudi; Frontiere)

Incipit Self-Portrait - Melania G. Mazzucco

Cronologia opere e bibliografia di Melania G. Mazzucco

L’architettrice – Melania G. Mazzucco

La cosa era grigio polvere, ricurva come una storta da alchimista: panciuta alla base, si restringeva nella parte superiore.

Incipit L’architettrice

La cosa era grigio polvere, ricurva come una storta da alchimista: panciuta alla base, si restringeva nella parte superiore. Non misurava piú di mezzo palmo. Apparve all’improvviso sullo scrittoio di mio padre, insediata sulla pila di fogli scarabocchiati dalla sua grafia febbrile. La scambiai per un fermacarte, frantume di qualche scultura antica. Mio padre infatti, nonostante le proteste sguaiate di mia madre, aveva cominciato a raccattare ogni genere di reperti, fabbricati dagli uomini, dalla natura o dal caso: li esumava, li scambiava con altri cacciatori di tesori, talvolta li acquistava, tanto che il suo studiolo ormai somigliava piú alla bottega di un rigattiere che di un pittore.

Incipit tratto da:
Titolo: L’architettrice
Autore: Melania G. Mazzucco
Casa editrice: Einaudi

Libri di Melania G. Mazzucco

Copertine di L’architettrice di Melania G. Mazzucco

Quarta di copertina / Trama

Nel maggio del 1624 un uomo accompagna la figlia sulla spiaggia di Santa Severa, dove si è arenata una creatura chimerica. Una balena. Esiste anche ciò che è al di là del nostro orizzonte, è questo che il padre insegna a Plautilla. Una visione che contribuirà a fare di quella bambina un’artista, misteriosa pittrice e architettrice nel torbido splendore della Roma barocca. Melania Mazzucco disegna un grande ritratto di donna tornando alle sue passioni di sempre, il mondo dell’arte e il romanzo storico.
Giovanni Briccio è un genio plebeo, osteggiato dai letterati e ignorato dalla corte: materassaio, pittore di poca fama, musicista, popolare commediografo, attore e poeta. Bizzarro cane randagio in un’epoca in cui è necessario avere un padrone, Briccio educa la figlia alla pittura, e la lancia nel mondo dell’arte come fanciulla prodigio, imponendole il destino della verginità. Plautilla però, donna e di umili origini, fatica a emergere nell’ambiente degli artisti romani, dominato da Bernini e Pietro da Cortona. L’incontro con Elpidio Benedetti, aspirante scrittore prescelto dal cardinal Barberini come segretario di Mazzarino, finirà per cambiarle la vita. Con la complicità di questo insolito compagno di viaggio, diventerà molto piú di ciò che il padre aveva osato immaginare. Melania Mazzucco torna al romanzo storico, alla passione per l’arte e i suoi interpreti. Mentre racconta fasti, intrighi, violenze e miserie della Roma dei papi, e il fervore di un secolo insieme bigotto e libertino, ci regala il ritratto di una straordinaria donna del Seicento, abilissima a non far parlare di sé e a celare audacia e sogni per poter realizzare l’impresa in grado di riscattare una vita intera: la costruzione di una originale villa di delizie sul colle che domina Roma, disegnata, progettata ed eseguita da lei, Plautilla, la prima architettrice della storia moderna.
(Ed. Einaudi)

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