Non tutti i bastardi sono di Vienna – Andrea Molesini

ncipit Non tutti i bastardi sono di Vienna - Andrea Molesini

Incipit Non tutti i bastardi sono di Vienna

Venerdì 9 novembre 1917

Si staccò dalla notte, per qualche istante, niente lo distinse. Poi una scintilla, riflesso della lanterna che la donna teneva alta davanti al muso del cavallo, rivelò un monocolo. L’uomo si rivolse alla donna in italiano impeccabile, appena incrinato da dissonanze metalliche, spie della madrelingua tedesca. C’era qualcosa di splendido e di truce in quella faccia unta dalla luce oscillante, come se le stelle e la polvere lì si fossero dato appuntamento.
«Ciàmo la paróna» disse Teresa, nascondendo la paura del suo animo avvezzo al fare dei signori. Abbassò la lanterna, e il buio si riprese il capitano e il cavallo del capitano.

Incipit tratto da:
Titolo: Non tutti i bastardi sono di Vienna
Autore: Andrea Molesini
Casa editrice: Sellerio
Qui è possibile leggere le prime pagine di Non tutti i bastardi sono di Vienna

Non tutti i bastardi sono di Vienna - Andrea Molesini

Cronologia opere, libri, biografia di Andrea Molesini su Incipitmania

Quarta di copertina / Trama

«Maggiore, la guerra è assassinio, sempre… voi ora volete solo dare un esempio: uccidere dei signori non è come uccidere dei contadini! Negando la grazia voi contribuite… sto dicendo voi, barone von Feilitzsch, perché qui ci siete voi… contribuite a distruggere la civiltà di cui voi ed io… e questo ragazzo… facciamo parte, e la civiltà è più importante del destino degli stessi Asburgo, o dei Savoia». Orgoglio, patriottismo, odio, amore: passioni pure e antiche si mescolano e si scontrano tra loro, intorbidate più che raffrenate dal senso, anch’esso antico, di reticenza e onore. Villa Spada, dimora signorile di un paesino a pochi chilometri dal Piave, nei giorni compresi tra il 9 novembre 1917 e il 30 ottobre 1918: siamo nell’area geografica e nell’arco temporale della disfatta di Caporetto e della conquista austriaca. Nella villa vivono i signori: il nonno Guglielmo Spada, un originale, e la nonna Nancy, colta e ardita; la zia Maria, che tiene in pugno l’andamento della casa; il giovane Paolo, diciassettenne, orfano, nel pieno dei furori dell’età; la giovane Giulia, procace e un po’ folle, con la sua chioma fiammeggiante. E si muove in faccende la servitù: la cuoca Teresa, dura come legno di bosso e di saggezza stagionata; la figlia stolta Loretta, e il gigantesco custode Renato, da poco venuto alla villa. La storia, che il giovane Paolo racconta, inizia con l’insediamento nella grande casa del comando militare nemico. Un crudo episodio di violenza su fanciulle contadine e di dileggio del parroco del villaggio, accende il desiderio di rivalsa. Un conflitto in cui tutto si perde, una cospirazione patriottica in cui si insinua lo scontro di psicologie, reso degno o misero dall’impossibilità di perdonare, e di separare amore e odio, rispetto e vittoria. E resta un senso di basso orizzonte, una claustrofobia, che persiste ironicamente nel contrasto con lo spazio immenso delle operazioni di guerra.
(Ed. Sellerio; La Memoria)

Romanzo vincitore del Premio Campiello nel 2011

La lunga vita di Marianna Ucrìa – Dacia Maraini

Incipit La lunga vita di Marianna Ucrìa


Un padre e una figlia eccoli lì: lui biondo, bello, sorridente, lei goffa, lentigginosa, spaventata. Lui elegante e trasandato, con le calze ciondolanti, la parrucca infilata di traverso, lei chiusa dentro un corsetto amaranto che mette in risalto la carnagione cerea.
La bambina segue nello specchio il padre che, chino, si aggiusta le calze bianche sui polpacci. La bocca è in movimento ma il suono delle parole non la raggiunge, si perde prima di arrivare alle sue orecchie quasi che la distanza visibile che li separa fosse solo un inciampo dell’occhio. Sembrano vicini ma sono lontani mille miglia.

Incipit tratto da:
Titolo: La lunga vita di Marianna Ucrìa
Autrice: Dacia Maraini
Casa editrice: Rizzoli

Bibliografia Dacia Maraini

La lunga vita di Marianna Ucrìa di Dacia Maraini

Quarta di copertina / Trama

La Sicilia nella prima metà del Settecento, epoca splendida e miserabile, sapiente e ignorante. Una grande famiglia palermitana la cui storia è scandita dal susseguirsi di matrimoni, parti, visioni di autodafé e di impiccagioni, festini, cene, balli, squartamenti: tenerezze ed eccessi di una società avviata irreversibilmente al tramonto. E Marianna, una bambina destinata, come le sorelle e le cugine, a sposarsi e ad arricchire di nuovi eredi il casato, oppure a entrare in convento per sempre. Ma Marianna è speciale, è sordomuta, e se deve comunicare con il mondo che la circonda e nel quale vuole vivere, può farlo solo scrivendo, riversando nella pagina bianca i suoi pensieri e i suoi sentimenti. Questo la rende diversa? Forse. Ma la vita, la lunga vita di Marianna Ucrìa, sarà fatta dei gesti, delle gioie, delle fatiche, dei sapori e dei profumi di cui sono ricche le esistenze delle donne. Anche lei conoscerà gli affetti, i dolori, i dubbi di ogni figlia, di ogni madre. E quell’amore che incontrerà dopo anni di solitudine sentimentale, sarà un amore assoluto e sensuale, disperante e disperato, vissuto con la generosità che appartiene alle passioni giovani. Un romanzo indimenticabile che cattura il lettore in un mondo vivo di personaggi e situazioni sorprendenti, ma nello stesso tempo sigillato dal più inquietante dei silenzi che una mente femminile possa ospitare.
(Ed. Rizzoli; La Scala)

Romanzo vincitore del Premio Campiello nel 1990

Cronologia opere e bibliografia di Dacia Maraini

Da questo romanzo il film Marianna Ucrìa per la regia di Roberto Faenza (1997)

Il fratello italiano – Giovanni Arpino

Non tutti i giorni ci si può svegliare ridendo, come diceva quel tale in coma.

Incipit Il fratello italiano

Non tutti i giorni ci si può svegliare ridendo, come diceva quel tale in coma.
Così darsi la giusta spinta, tossicchiando, Carlo Botero, vedovo, sessantaduenne maestro elementare in pensione, nel suo ridestarsi mattutino.
Una pentola sovraccarica di falsi marmi e dorature indicava le otto in punto. Come sempre.
Botero indagò tra le luci e forme della stanza. Un insulto ostile gli si introdusse nei ginocchi, nelle tempie. Un segnale malevolo, apportatore di fastidi.

Incipit tratto da:
Titolo: Il fratello italiano
Autore: Giovanni Arpino
Casa editrice: Rizzoli

Libri di Giovanni Arpino

Copertine di Il fratello italiano di Giovanni Arpino

Quarta di copertina / Trama

Due padri, diversi ma alleati nella vendetta. Due omicidi per disperato bisogno di giustizia. Due delitti che esplorano a fondo la solitudine e la disperazione dell’uomo d’oggi, di ragazze e ragazzi d’oggi, in una terribile metropoli.
Ma in questi delitti vi è già castigo o belluina liberazione o tragica solitudine? E chi, tra i due padri, è l’autentico “fratello italiano”?
Il romanzo più drammatico, più contemporaneo di Arpino “narratore di storie”.
(Ed. Rizzoli; La Scala)

Indice cronologico opere e bibliografia di Giovanni Arpino

Romanzo vincitore del Premio Campiello nel 1980