La colpa è mia – Andrea Donaera

Incipit La colpa è mia - Andrea Donaera

Incipit La colpa è mia

Quando scopro che Aby morirà (che sarà una persona morta, ma morta davvero – e forse succederà davanti a me, succederà durante un giorno dei nostri e non in un domani lontano e remoto e fumoso – mentre scopro che morirà non come moriranno tutti, per tempo, no, ma sarà morta davvero tra pochi anni, forse mesi) sono davanti allo schermo macchiato e impolverato del vecchio HP per pagare l’affitto. Sono sul sito del Banco popolare del Sud, ma la pagina fatica a caricarsi. Dalla finestra del nostro soggiorno entra una luce pallida che mi riscalda i piedi.
Appoggio il telefono all’orecchio e sento un dolore al bicipite destro: ieri sera il suo mal di testa era così forte che, quando ho provato ad abbracciarla, mi ha morso il braccio. Il livido stamattina è di un grigio quasi splendente. Come se ci fosse ancora traccia della sua saliva. Ci avvicino il naso, cerco l’odore della sua bocca, mi sembra di sentirlo.

Incipit tratto da:
Titolo: La colpa è mia
Autore: Andrea Donaera
Casa editrice: Bompiani
In copertina: Massimo Gardone / Azimuth Photo
Qui è possibile leggere le prime pagine di La colpa è mia

La colpa è mia - Andrea Donaera

Quarta di copertina / Trama

“Certe volte quando parli sembra che tiri fuori un’altra persona,” dice Aby con inquietudine quando Bruno le confida un ricordo d’infanzia. E, come sempre, ha ragione; la sensazione di essere abitato da pensieri e pulsioni che non è capace di riconoscere si coagula per Bruno in un pensiero: “Le persone che ho attorno sanno di me molto più di quanto io saprò mai.” Quando Bruno scopre che la sua ragazza Aby morirà, morirà davvero, l’unica cosa che può fare è fingersi all’altezza della situazione, fare l’uomo. Ancora dipendente dalla generazione dei genitori e dei nonni, il cui sguardo severo lo opprime quanto l’incapacità di rendersi autonomo fino in fondo, da giornalista freelance prova a guadagnare qualche soldo calandosi nelle community degli indesiderabili, gli incel, involuntary celibates: uomini che esclusi dal gioco della seduzione fanno dell’odio per le donne la loro livorosa bandiera. Così conosce Petrus, sgradevole come i forum online dove manifesta pensieri misogini e persecutori. Eppure anche Petrus sembra sapere di Bruno qualcosa che lui non vorrebbe mai ammettere, e lo guarda come un profeta sulla soglia di un tempio, in attesa che l’adepto si decida a entrare. In una Lecce allucinata e irreale, resa aliena dal lockdown, i protagonisti di questo romanzo sono accompagnati dall’ombra anche sotto il sole più verticale eppure, abitati dal sovrumano bisogno di capire di chi sia la colpa della loro solitudine, non smettono di cercare. Andrea Donaera scrive un romanzo sulla sua generazione inceppata, sul nostro mondo ammalato di desideri inespressi, e coniuga in modo mirabile lo sguardo sul male, che mina l’anima da dentro come la più feroce delle malattie, e una immensa tenerezza.
(Bompiani)

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Storia dei miei soldi – Melissa Panarello

Incipit Storia dei miei soldi - Melissa Panarello

Incipit Storia dei miei soldi

Ho incontrato Clara T. quando non era più lei. Come tutti quelli che l’avevano vista o conosciuta nei suoi anni migliori, ne conservavo un ricordo che non aveva tenuto conto del tempo che su di lei si era posato come una polvere. Sul viso non c’era traccia di chirurgia estetica, le labbra erano sottili, tagliate da piccole rughe, le stesse che affollavano i lati degli occhi e il centro della fronte. I capelli, a mia memoria sempre stati lunghi, erano ora accorciati sopra le spalle ed erano meno lucenti di una volta, di un ruvido castano. Aveva però mantenuto la linea, un fisico nervoso con piccole tette che puntavano all’insù. Il corpo, ancora, sembrava quello di una bambina, a differenza del volto che era quello di una donna invecchiata e che aveva perduto tutta la propria pietà. Quel giorno ebbi la sensazione che si trattasse di una donna spezzata perché il suo aspetto lo era. Mi trovavo nel quartiere Monti, all’angolo fra via Leonina e via Urbana, di fronte all’ingresso della metro B, e stavo aspettando un’amica con cui sarei dovuta andare a pranzo e che mi aveva appena avvertita con un messaggio che avrebbe ritardato, quando fui distratta da un gran fracasso: nella trattoria davanti a me, l’attrice Clara T. stava facendo volare le sedie. Ne aveva presa una, un’altra la vidi giacere per terra, e la stava lanciando contro la vetrina. Un uomo grosso, giovane, con una camicia a scacchi, fece per fermarla: la sedia colpì il vetro e a rompersi fu la gamba di legno. L’uomo, Clara e altre tre persone rimasero immobili e fu allora che mi accorsi che dentro il locale c’era un piccione accanto al cadavere della sedia. L’uomo la strattonò per le spalle “Che cazzo fai, puttana?” urlò, poi le mollò uno schiaffo. Dopo qualche attimo di sgomento, in cui Clara si era portata una mano non sul punto dove era stata colpita ma più in basso, quasi il colpo si fosse riverberato come fanno le increspature in una pozza d’acqua, lo schiaffeggiò anche lei, poi urlò: “Puttana è un mestiere, non un insulto! Voi uomini odiate la fica!” e uscì a passo di marcia.

Incipit tratto da:
Titolo: Storia dei miei soldi
Autrice: Melissa Panarello
Casa editrice: Bompiani
In copertina: Justin Pumfrey / Getty Images
Progetto grafico di copertina: Lusinda Scai
Qui è possibile leggere le prime pagine di Storia dei miei soldi

Storia dei miei soldi - Melissa Panarello

Quarta di copertina / Trama

A raccontarci questa storia è una scrittrice, resa famosa quando era molto giovane da un audace romanzo nel quale metteva in scena sé stessa. Adesso è una donna adulta, ha costruito una famiglia e le sembra di avere compreso che scrivere per lei è stato il frutto di un’urgenza ora sopita. Ma la vita si incarica di dimostrarle che per conoscersi veramente bisogna trovare lo specchio in cui guardarsi e mette sul suo cammino Clara, l’attrice che quindici anni prima è stata il suo doppio nel film tratto da uno dei suoi romanzi. Clara è ancora bella ma i suoi grandi occhi verdi a tratti diventano laghi di vergogna; Clara ha fame ma deglutisce con fatica; Clara non ha più soldi, e trova il coraggio per chiederli a chi incontra. Più di tutto, Clara ha bisogno di raccontare la sua storia e improvvisamente questa diventa una missione che le riguarda entrambe. Per le due protagoniste comincia un viaggio che si dipana sulle tracce del solo alimento che – insieme alla passione – può consentirci di diventare chi siamo: i soldi. Dopo aver osato mettere al centro delle sue pagine il desiderio femminile, Melissa Panarello scrive il suo romanzo più autentico e intenso che si propone di indagare un altro grande tabù: quello del denaro fra le mani di una donna. La figura di Clara T. si staglia in queste pagine come una antica divinità divorata dal suo stesso amante, e con voce ferma racconta le ustioni che il successo e la ricchezza lasciano sulla pelle di chi li attraversa, le trappole che la giovinezza tende a chi è più fragile, il privilegio e la dannazione del talento.
(Bompiani)

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Io sono la bestia – Andrea Donaera

Incipit Io sono la bestia - Andrea Donaera

Incipit Io sono la bestia

E Mimì pensa che li ammazza tutti. Tutti, se non se ne vanno, se non se ne vanno da lì, se non lo lasciano da solo, in quella sala, Mimì fa un macello, li ammazza tutti. In quella sala, dove ci sono stati momenti belli, solo momenti belli, serate di carte, vino, amici, parenti, discorsi, progetti, risate, donne di là a dormire, in quella sala, che la si apriva solo per questo, per le serate. E ora, tutto umido, tutto suda, e una bara, chiusa, circondata dalle sedie, sedie ovunque. Le donne, sedute, che si fanno aria con i ventagli, i maschi, in piedi, che vanno e vengono, i vestiti, la pelle, tutto umido, tutto suda, i mobili pure, tutto. Le persone, le tazze, i thermos, le molte. Tutto. E c’è un odore in quella sala, un odore insopportabile che si posa ovunque, caffè corretto con l’anice. Lo bevono solo i maschi, mentre vanno e vengono, si scambiano cenni, sguardi. Le donne, invece. Alcune piangono, alcune guardano il pavimento, tutte si muovono sulla sedia, zitte. I maschi escono fuori a fumare, rientrano, si guardano tra loro, cenni, sguardi. C’è tutto un odore in quella sala, e fiori, corone di fiori, a circondare la bara. Tutto umido, tutto suda.

Incipit tratto da:
Titolo: Io sono la bestia
Autore: Andrea Donaera
Casa editrice: NNE
Qui è possibile leggere le prime pagine di Io sono la bestia

Io sono la bestia - Andrea Donaera

Quarta di copertina / Trama

Mimì è folle di dolore: il figlio Michele, quindici anni, si è tolto la vita. Si dice che sia colpa di Nicole, la compagna di scuola, che ha rifiutato ridendo il suo regalo, un quaderno di poesie. Mimì non è un padre come gli altri. È un boss della Sacra, e per quel gesto vuole vendetta: così prende Nicole e la rinchiude in una casa sperduta nella campagna salentina. Il guardiano della casa, Veli, rivede in Nicole la ragazza che ama: Arianna, la figlia maggiore di Mimì. Anche Arianna ama Veli. O forse lo amava, prima che la morte del fratello bruciasse tutto e tutti come un incendio. Tra Veli e Nicole fiorisce un legame fatto di racconti e silenzi, ma anche di sfida e ferocia. In una narrazione a più voci, animata da una lingua che impasta prosa, poesia e musica, Io sono la bestia racconta storie d’amore anomale, brutali, interrotte. Ma Andrea Donaera racconta soprattutto un destino di violenza scolpito nella pietra del linguaggio, che esplode travolgendo l’innocenza di personaggi e luoghi.
Questo libro è per chi vorrebbe entrare in un libro, così da fermarsi in quelle pagine di mondo, per chi adora fare colazione con giornali, caffè e pasticciotti, per chi ha fatto di una scopa una chitarra cantando Come as your are dei Nirvana, e per chi ricorda la prima volta che ha provato paura per qualcun altro, la scossa profondissima che gli ha tolto le parole e squarciato il cuore.
(NNE)

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