Pubblici infortuni – Alessandro Piperno

Non amo i romanzi d’avventura

Incipit Pubblici infortuni

Non amo i romanzi d’avventura. Non sono mai riuscito a terminarne uno. Stevenson mi annoia, per non dire di Verne. Persino il grande Conrad mise a dura prova i miei nervi infantili.
Capisco che il mio aspetto sedentario possa autorizzare chiunque a immaginarmi invischiato fin da piccolo con carta, inchiostro, fumanti tazze di tè. La verità è che a dodici anni, a fronte di una sensibilità precocemente esacerbata, sguazzavo nel tiepido mare dell’analfabetismo di ritorno. I miei sogni di gloria, del tutto convenzionali, si esaurivano in qualche prodezza podistica o canora.
Così oggi mi ritrovo a invidiare i miei colleghi che, intervistati sulle prime letture, possono aprire cassetti pieni di corsari, selvaggi, principesse… In quanto ai miei, di cassetti, be’, sarebbero vuoti se non potessi contare sulla storia che sto per servirvi: l’avventurosa storia che fece di me un sentimentale lettore di romanzi seri.
Galeotto fu l’amore.

Incipit tratto da:
Titolo: Pubblici infortuni
Autore: Alessandro Piperno
Casa editrice: Mondadori

Libri di Alessandro Piperno

Copertine di Pubblici infortuni di Alessandro Piperno

Quarta di copertina / Trama

Dei tanti modi in cui un essere umano può decidere di passare il suo tempo libero, leggere è uno dei più strani. A prima vista rifugiarsi tra le pagine di un libro è un tentativo di eludere la realtà. In verità, suggerisce Piperno, è esattamente il contrario: letteratura e vita si nutrono l’una dell’altra, e vicendevolmente si amplificano. I personaggi dei libri che amiamo vengono a farci visita nei momenti più delicati e inattesi, proprio come Humphrey Bogart sta affettuosamente al fianco del Woody Allen di Provaci ancora, Sam per dispensargli consigli di seduzione e fascino.
Quando ci troviamo di fronte ai loro stessi bivi, agli stessi amori impossibili, amicizie perdute, offese subite, felicità promesse, è facile sentire che i protagonisti dei nostri romanzi del cuore sono gli amici che meglio potrebbero comprenderci. È la magia della lettura, il rapporto esclusivo che si crea con chi quelle pagine le abita ma anche con chi le ha scritte.
Con buona pace dei seriosi critici accademici, il modo migliore di leggere un libro è sempre immedesimarsi e lasciarsi rapire, fino al riso, fino alle lacrime.
Per non parlare di ciò che accade se il lettore è anche, come in questo caso, uno scrittore…
Invidia, gelosia, rancore, snobismo, vergogna, ansia di gloria e bisogno di solitudine, somma fragilità e smisurato orgoglio: nei brevi saggi di questa raccolta Alessandro Piperno racconta e analizza sentimenti, vizi e virtù che accomunano ciascuno di noi ai più celebri personaggi dei romanzi moderni e, molto spesso, anche ai più famosi scrittori.
Da Proust a Bellow, da Kafka a Nabokov, dal primo amore legato a un libro romantico e misterioso alle tragicomiche disavventure di un giovane scrittore che ha ottenuto un insperato successo, Piperno si muove tra vita e letteratura con tenera irriverenza, con assoluto acume, con sguardo sornione e penna lieve.
Un libro autoironico e pieno di emozione, perché letteratura e vita non possono mai stare l’una senza l’altra.
(Ed. Mondadori; Narrativa Moderna e Contemporanea)

Cronologia opere e bibliografia di Alessandro Piperno

Ksenia. La sposa siberiana. Le vendicatrici – Massimo Carlotto e Marco Videtta

Incipit Ksenia. La sposa siberiana - Carlotto e Videtta

Incipit Ksenia. La sposa siberiana. Le vendicatrici

Si sfilò la scarpa, chiuse gli occhi e fece scorrere la punta del piede sul parquet per saggiarne l’elasticità. Un gesto aggraziato che aveva ripetuto mille volte in allenamento e prima delle gare. Suo nonno le aveva insegnato che quello era l’unico modo per capire se il legno era di qualità. Soddisfatta, si liberò anche dell’altra scarpa. Fletté le gambe, appoggiò le mani a terra e rotolò su sé stessa per ritrovarsi in piedi, schiena arcuata e braccia tese all’indietro. Un’uscita perfetta, da punteggio massimo. La «ribaltata» le riusciva ancora bene.
Si tolse il soprabito che Lello le aveva comprato in un bel negozio di un aeroporto dove avevano fatto scalo, lo distese con cura sopra una sedia e riprese a visitare l’appartamento. I pensieri si affastellavano confusi e veloci. Nessuna casa in cui aveva abitato era paragonabile a quell’appartamento così grande, ricco ed elegante. Stentava a credere che proprio lei avrebbe goduto di quel privilegio. Da quando aveva deciso di accettare la proposta aveva sperato che la sistemazione fosse accogliente, ma ora si rendeva conto che il destino era stato particolarmente benevolo concedendole di entrare a far parte di una famiglia antica e autorevole. I mobili, i tappeti, le librerie traboccanti di volumi, i quadri alle pareti, le fotografie racchiuse in cornici d’argento e disposte con studiata casualità sul coperchio del pianoforte a coda: ogni minimo dettaglio suggeriva la confortevole concretezza della borghesia, di cui lei aveva solo una vaga percezione letteraria.

Incipit tratto da:
Titolo: Ksenia. La sposa siberiana . Le vendicatrici
Autori: Massimo Carlotto e Marco Videtta
Casa editrice: Einaudi
Qui è possibile leggere le prime pagine di Ksenia. Le vendicatrici

Ksenia La sposa siberiana Le vendicatrici - Carlotto e Videtta

Quarta di copertina / Trama

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Fare arrabbiare una donna è pericoloso.
Farne arrabbiare quattro è da pazzi.
Sullo sfondo dell’Italia di oggi, corrotta e criminale, quattro donne molto diverse tra loro decidono di ribellarsi al destino imposto da uomini sbagliati.
Per riscattare le loro vite dovranno diventare Le Vendicatrici.
Ksenia è venuta da molto lontano per inseguire il sogno del principe azzurro ed è sprofondata nell’incubo della «tratta delle spose». Ha solo un modo per liberarsi da quell’inganno e tornare a vivere: sfidare i suoi persecutori. Un’impresa impossibile, se sei sola, ma non se ad aiutarti intervengono Luz la colombiana, Eva la profumiera e la misteriosa, feroce Sara. L’amicizia le rende piú forti. L’amore le rende spietate.
(Ed. Eianudi; Stile Libero Big)

Cronologia opere, libri, biografia di Massimo Carlotto Incipitmania

Cate, io – Matteo Cellini

Mi chiamo Caterina mentre mio fratello attorciglia elastici alle cose nell’altra camera e mia madre chiama.

Incipit Cate, io

Mi chiamo Caterina mentre mio fratello attorciglia elastici alle cose nell’altra camera e mia madre chiama. È freddo come di regola ogni mattino, sarebbe da cucirsi il piumone addosso ma me ne sto così, col pigiama solamente. Scendo dal letto, e sono ancora Caterina. Sento le cose di là strette tra gli elastici staccarsi, immagino l’infinità di nodi sciogliersi e la gioia del lieto fine. In cucina è appena più caldo, papà già da un pezzo è ai fornelli e il caffè macchia di un odore forte l’aria come un cane dalmata. Sulla tavola è pieno di cose che non mi appartengono, molte sono di mio padre. Ha gli abiti da lavoro coi segni dei pennelli e tutto il resto; Oscar siede già tutto sporco di latte e biscotti intorno alle labbra, ha un naso rotondo come un bottone da cappotto, rosso come un pulsante per la distruzione del mondo, e mi viene da spingerlo, e mi viene da dire pulisciti, non è un trogolo quello, ma ci rinuncio. Mia mamma scende le scale in vestaglia, impreca contro gli elastici, dice mangiamo senza di lui che non può proprio lasciare. Mangiamo e siamo noi misura di tutte le cose, mangiamo e sembriamo noi una famiglia normale; le sedie sembrano solo più strette, le posate un po’ piccole e nient’altro. E io sono ancora Caterina, e le cose sono le cose, o lo rimangono appena più che fuori di qui, oppure non ci si pensa, ecco tutto.

Incipit tratto da:
Titolo: Cate, io
Autore: Matteo Cellini
Casa editrice: Fazi

Libri di Matteo Cellini

Copertina di Cate, io di Matteo Cellini

Quarta di copertina / Trama

Caterina è un’adolescente e vive in un paesino di provincia, Urbania. La sua vita si divide tra liceo e famiglia, come quella di una diciassettenne qualsiasi. Cate però non è come gli altri: è obesa, come tutti i suoi familiari. Una vita di discriminazioni le ha insegnato che il mondo è diviso in “persone” e “non-persone”, a seconda della taglia. Caterina è una “non-persona” che fa uno sforzo sovrumano ogni volta che esce di casa. Il coraggio che sfodera per camminare in pubblico la trasforma in una supereroina: “Cater-pillar”, “Super-Cate”, “Cate-ciccia”; una tutina stretta su un corpo enorme, ingombrante e ridicolo è il segno della sua diversità.
Convinta che il mondo dei “normali” sia ostile per natura agli obesi, Cate usa tutta la sua intelligenza per anticipare e neutralizzare le cattiverie che gli altri sicuramente le rivolgeranno. Due persone tentano di forzare la solitudine di Caterina: la sua professoressa d’italiano, amica e complice nell’amore per la letteratura, e Anna, compagna di classe a cui Cate ha impietosamente rifilato il nomignolo “annoievole”. Ma c’è dell’altro a terrorizzare Caterina: l’imminente 17 dicembre, giorno del suo diciottesimo compleanno, simbolico giro di boa e passaggio dalla gabbia confortevole della famiglia a un’emancipazione bramata e insieme spaventosa.
(Ed. Fazi)

Cronologia Opere e bibliografia di Matteo Cellini